L’anno che portavi i capelli corti, Danae Lorne e Lena Vinci ce lo raccontano…
il libro
Silvana deve tornare in Toscana, dopo venti anni d’assenza, per seppellire suo padre. E rovistando tra le polverose cianfrusaglie di quel passato che si era lasciata alle spalle scopre delle lettere, vecchie lettere nascoste con cura. Chi scrive è Agnese l’amante di Elena… sua madre.
Le due donne si erano conosciute da ragazze e si erano innamorate nonostante tutto. Nonostante la vergogna, nonostante la paura e l’ipocrisia di un mondo che stava per cambiare (erano gli anni sessanta) ma che ancora non era pronto ad accettare un amore “diverso” come il loro. Elena però non aveva avuto il coraggio di sfidarlo fino in fondo quel mondo, ad un certo punto si era illusa di poter condurre una vita “normale” e si era chiusa nella sua nicchia protetta costringendosi a recitare il ruolo di moglie e di madre.
Per Silvana comincia quindi uno struggente viaggio a ritroso che le racconterà l’altra faccia dell’amore, di un amore sacrificato alla vergogna ma che resisterà al tempo e alla morte e darà a lei il coraggio di rimettersi in discussione e cambiare la sua vita.
Un libro scritto a quattro mani come nasce?
Lena: Conosco Danae da tantissimi anni. Nell’estate del 2015. Danae aveva appena consegnato il suo terzo romanzo al nostro editore per la pubblicazione ma era già proiettata verso qualcosa di nuovo: aveva un’idea, la traccia di una storia e dei temi che sentiva il bisogno di trattare; voleva portare avanti quel progetto scrivendo un nuovo romanzo con me. Io non mi sentivo pronta ma mi lasciai coinvolgere dal suo entusiasmo, misi da parte paure e obiezioni e cominciammo a scrivere.
Danae: Ovviamente mi associo, è raro incrociare gente che ci mette l’anima nelle cose che fa. E senza tornaconto. Bè nasce dalla stima innanzi tutto …e dal piacere della condivisione. Quando ho pensato questo romanzo Lena ci era dentro con tutte le scarpe …lo posso dire Lena? E’ stato facile, entusiasmante divertente e a tratti anche commovente…
Lena: Sì, scrivere insieme è stata un’esperienza emozionante che ha rasentato il transfert.
L’anno che portava i capelli corti perché questo titolo?
Danae: Il titolo lo abbiamo scelto insieme alla fine, è tratto da una frase del romanzo.
Lena: Il titolo si riferisce all’anno in cui la nostra protagonista Elena sembrava avere trovato il coraggio di vivere con autenticità. Era il ’68 e lei giovane ragazza omosessuale, si era tagliata i capelli per manifestare la rottura col passato.
Come si sviluppa un libro scritto a quattro mani?
Danae: Come si sviluppa: ognuno di noi aveva la sua parte, il suo personaggio, per questo è stato facile. E poi la nostra affinità emotiva ci ha dato una grossa mano.
Lena:Il progetto iniziale di Danae si prestava bene alla scrittura condivisa perchè la struttura del romanzo contiene una raccolta di lettere che narrano una storia, così è stato facile sviluppare i due piani di narrazione interagendo anche da lontano.
Bellissimo ognuno aveva il suo personaggio , quasi una scena teatrale.
Danae: Si proprio così, io quando scrivo vedo le scene scorrere come la pellicola di un film, sono una cinefila incallita.
Una storia più attuale che mai, un amore nascosto per paura del giudizio del mondo. Come è stato raccontarla ?
Danae :Toccante, come ti dicevo, in questo romanzo io ho vestito i panni di Agnese, la giovane donna inquieta e irrimediabilmente innamorata della sua Elena. non sono lesbica come molti probabilmente avranno pensato, e per rendere credibile l’amore che ho raccontato, in quelle lettere mi sono ispirata a l’unica donna che ho amato davvero : mia madre. Ho compiuto un viaggio a ritroso ed ho immaginato la sua vita quando era giovane e bella e aveva tutta la vita davanti. Ho immaginato la sua città ( che non è quella citata nel romanzo), animata dai fervori di quegli anni particolari ( gli anni 60 ), e l’ho vista muoversi ed emozionarsi
Lena : Raccontarla è stata un’esperienza rivelatrice. Pensavo che il problema di nascondere un amore fosse retaggio del passato, ma scrivendo ed immedesimandomi ho capito che ci sono ancora tantissime resistenze, profonde e silenziose, che rendono poco serena la vita di chi si accorge di essere omosessuale. Raccontarla mi ha avvicinato al tema dell’omofobia interiorizzata e mi ha reso sensibile al dibattito sui diritti delle persone LGBT Credo sinceramente che dovremmo fare ogni sforzo per mettere tutti in condizione di esprimere la propria sessualità nel modo più sereno e spontaneo possibile. Siamo ancora immersi nel passato.
Un tema attualissimo e purtroppo ancora controverso come hanno reagito i lettori ?
Danae . Positivamente. L’hanno trovato delicato …alla fine si parla di sentimenti, e i sentimenti non hanno sesso.
Lena : bbiamo avuto ancora poche recensioni, ma credo che i lettori fossero maturi e abbiano accolto la storia con lo stesso sguardo affettuoso con il quale l’abbiamo scritta. Chi immaginava un romanzo erotico LGBT (cosa che non è il nostro romanzo) , è rimasto deluso, ma poi ha lasciato comunque un commento di apprezzamento per la storia che aveva letto.
Quali sono i personaggi a cui siete rispettivamente più legate ?
Danae : Naturalmente alla mia Elena.
Lena : Faccio fatica a rispondere, perchè se ad alcuni ho consegnato parti del mio modo di ragionare, altri sono stati l’occasione di un esercizio di libertà. Ho messo una parte di cuore in ciascuno di loro. Elena, che è il nostro personaggio condiviso(nato da un’esigenza intima di Danae ma necessariamente raccontata anche da me) è quella che mi commuove di più per la sua struggente difficoltà a dividersi tra solidarietà e ricerca della felicità personale.
Cosa avete voluto raccontare, qual’è il vero messaggio del vostro libro?
Danae: Il messaggio dici? L’Amore ha sempre il potere di cambiarci, in meglio.
Lena : Credo che il messaggio principale che emerge dall’opera sia il richiamo alla necessità di essere autentici. L’invito è quello ad ascoltare la nostra coscienza ed il nostro istinto, ad abbandonare le paure, a perdonare i propri errori e ad imparare dalle nostre esperienze famigliari guardando con occhio adulto la buona volontà e gli errori di chi ci ha educato, cogliendone l’amore e l’umanità.
Tre aggettivi per il vostro romanzo.
Danae: Accorato, intenso, disincantato.
Lena : Tre aggettivi: intimista, ironico, affettuoso.
In che genere letterario lo collocate?
Danae: Lo hanno etichettato “lettura LGBT, i Diversi d’Amore”, io lo lascerei lì, anche se è tanto altro. Innanzi tutto parla di un viaggio interiore ed evolutivo quindi potrebbe benissimo essere un “romanzo di formazione”. Ma visto che si parla di sentimenti è anche romanzo rosa. Va bene così.
Lena : Rainbow! Un romanzo d’amore- non un “rosa”- ma un’opera di narrativa nella quale l’amore ha un grande ruolo, ma dove la vita viene raccontata da molti punti di vista, come quello delle limitazioni che nascono dalla difficoltà di realizzarsi nel lavoro o della mancanza di giustizia sociale. Dico rainbow perchè i temi dell’amore omosessuale e delle difficoltà di viverlo si mescolano indissolubilmente- senza soluzione di continuità- con altre vicende di amore eterosessuale … Rainbow come la nostra vita.
Chi è Lena, chi è Danae.
Lena : Lena è un essere in eterna evoluzione, difficile definirsi. Banalmente una quarantacinquenne che ha sempre considerato i libri come bene di prima necessità e che sbarca il lunario svolgendo “mille mestieri” .
Danae : Cappolo questa è difficile!!! Credo ci sia una frase di un mio precedente romanzo che mi sintetizza bene : un mare calmo all’apparenza che nasconde abissi d’inquietudine e di desideri inappagabili.
Uno scrittore è quasi sempre un grande lettore c’è qualche scrittore particolarmente amato che vi ha formato e in fondo in fondo anche un pò condizionato nella scrittura?
Danae : Non credo d’avere debiti nei confronti di nessun autore in particolare, ho letto veramente tanto e di tutto, ho una formazione molto molto varia che va dai classici greci e latini ai fumetti della Bonelli, nel mezzo c’è di tutto: Moravia, Pirandello, Verga, Austen, Le sorelle Bronte, Hesse,Balzac, King, Nin, Stoker, Smith, Freud, Cao, etc.. solo per citarne qualcuno. Suppongo che questo strano miscuglio abbia contribuito a formare una mia personalissima voce.
Lena: Io ho amato Steinbeck fin da ragazzina e sarei onorata di aver ereditato anche un solo milligrammo della sua scrittura. Ho un grande amore anche verso D. H. Lawrence anche se non lo perdonerò mai per le sue battute sugli ebrei. Credo che l’affetto per quest’ultimo abbia segnato il mio immaginario anche solo inconsciamente.
Scrivere un libro è un viaggio nella propria interiorità, come è stato il vostro viaggio?
Danae: Costruttivo, come tutti i viaggi compiuti fino ad ora.
Lena : Un viaggio piacevole, emozionante che mi ha portato ad esplorare molte zone d’ombra della mia stessa coscienza. Un pellegrinaggio alle fonti dell’essere… per dirla in maniera melodrammatica.
In poche parole perchè dovremmo leggere il vostro libro?
Danae :Perché leggerlo? Perché è un inno alla speranza, alla possibilità di guardarsi dentro e trovare la forza di cambiare la propria vita.
Lena : Perché leggerlo? Io credo che scriverlo mi abbia costretta a riflettere e a maturare. Questo potrebbe accadere anche al lettore. Magari, un adolescente LGBT, potrebbe sentire lo sguardo affettuoso del libro e sentirsi più forte. E questo sarebbe bellissimo. Un’altra ragione è che potrebbe essere piacevole calarsi in questa storia e riconoscersi, nelle fragilità e nei dubbi dei personaggi per poi giungere alla fine con un sorriso sulle labbra.
Avete una pagina dove seguirvi?
Dove possiamo acquistarlo?
https://www.amazon.it/Lanno-portavi-capelli…/dp/B01MSIN3BV
Avete qualcosa da aggiungere?
Danae: Che è stato un piacere stare in vostra compagnia
Lena : o aggiungo solo che è stato bello poter parlare così diffusamente dei nostri contenuti con te e al cospetto di un gruppo, dove i libri sono un “bene di prima necessità”. Non potevamo desiderare di meglio.
Io ringrazio Lena Vinci e Danae Lorne di essere state con noi ed auguro un grandissimo successo al loro libro, e nel contempo mi auguro che vorrete restare con noi. Grazie .