Daniele Germani è un giovane autore che con il suo “Manuale di Fisica e Buone Maniere” è riuscito a creare un vero e proprio Romanzo di Formazione, facendo intersecare ed interagire tra loro elementi apparentemente lontani e diversi uno dall’altro come Scienza, Letteratura, Fisica, Astronomia e Amore.
Noi gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Manuale di fisica e buone maniere la recensione
Ciao Daniele, ti diamo il benvenuto nel nostro Blog, dove oggi parleremo del tuo “Manuale di Fisica e Buone Maniere”.
Buongiorno Teresa, è un piacere immenso poter parlare con te e con gli amici de “Il mondo incantato dei libri”.
Partiamo dal titolo. Cosa hanno in comune la fisica e le buone maniere?
In verità poco e nulla, almeno finché non si sono incontrate nella mia storia. Sono due profondi graffi nella vita di due persone che prendono vita nel Manuale, che tentano di mescolare le loro storie e i loro desideri. Non posso dire se ci riusciranno o meno, perché svelerei così il finale.
Cosa ci dici invece della cover? L’Equazione di Dirac, ormai conosciuta come equazione dell’Amore. Cosa ha a che fare col tuo libro?
Questo è un aspetto dolente della storia che c’è dietro il libro. È stata una scelta editoriale e non artistica. Non avrei mai voluto che quella equazione fosse in copertina, ma il mio editore ritenne giusto “sbattere il mostro in prima pagina” per una questione commerciale. Quell’equazione appare per poche righe ed è volutamente riportata con un errore, perché volevo riflettere lo stato d’animo alterato del protagonista, ma mi ha causato più fastidi che altro. La quasi totalità dei fisici che hanno visto la copertina, mi hanno sommerso di messaggi di biasimo, quando andava bene, e offensivi, la maggioranza delle volte. Ho passato ore e ore a dover spiegare quello che ti ho detto ora, e qualcuno ha capito, mentre la maggioranza di loro ha continuato ad offendermi. È stato molto spiacevole, soprattutto in quanto quella formula era stata inserita nella trama anche per una sorta di “critica” all’utilizzo che se ne stava facendo. Se mai ci sarà un’altra edizione del Manuale, e credo che a breve avremo una edizione in E-Book, la copertina sarà soltanto bianca, senza alcun riferimento alla formula. Sarà una liberazione.
Com’è nata l’idea di questo libro che, a mio parere, è un vero e proprio Bildungsroman?
Non l’avevo mai visto sotto questo aspetto, ed è un’osservazione molto acuta e pertinente. Scrivere un Bildungsroman non è semplice, anzi, è l’anima della letteratura. Sono onorato che tu lo consideri come tale. Era da anni che pensavo al destino, a cosa fosse, se esistesse davvero. Io non ci credo, nemmeno un po’, ma ormai era come un tarlo. E così ho pensato che scrivere una storia che parlasse proprio di questo, forse mi avrebbe aiutato a capire, a togliermi questo tarlo. Però devo dire che non ci sono riuscito. Le risposte che mi sono dato con il Manuale hanno contribuito solo a generare altre domande. Magari con il prossimo romanzo riuscirò finalmente a rispondere a tutto.
Quanto tempo è passato dalla scrittura alla pubblicazione?
Il romanzo ha avuto due diversi periodi di gestazione. La stesura è stata molto rapida. È iniziata i primi di agosto 2014, quando una mattina mi svegliai con il titolo in testa, ed è terminata a metà settembre dello stesso anno. Nel mezzo ho avuto anche un piccolo incidente che mi ha tenuto fermo quasi due settimane. Per quanto riguarda la fase successiva, ho iniziato una correzione casalinga, molto fai da te, e nel frattempo ho deciso di affidarmi ad un’agenzia letteraria. Avevo avuto una brutta esperienza anni prima con un editore a pagamento per un romanzo che avevo tentato di pubblicare e mi ero ripromesso di non cadere nella tentazione di dover pubblicare a tutti i costi. Se avessi trovato un buon editore nel mercato “normale”, allora bene, altrimenti il Manuale sarebbe rimasto nel cassetto. Per poter intraprendere questo processo, affidarmi a un’agenzia letteraria era l’unica via percorribile. Ho così inviato il manoscritto all’Agenzia Lettararia Edelweiss, l’ho fatto valutare professionalmente, a loro è piaciuto molto e da quel momento è inziata la fase di pubblicazione. A gennaio 2015 ho firmato un contratto di rappresentanza con loro e il mio agente, Andrea Carnevale, è stato molto bravo nella fase di editing, tirando fuori da quell’accozzaglia di concetti che era la prima stesura, un buon libro. Dopo l’editing abbiamo cercato un editore che si è palesato verso settembre. A dicembre 2015 ho firmato il contratto con loro e a ottobre 2016 è stato finalmente pubblicato. Avrebbe dovuto essere pubblicato prima, ma una serie di impedimenti personali l’ha fatto slittare di qualche mese.
Chi sono i protagonisti? Perché la scelta di non assegnare un nome?
I protagonisti, Lui e Lei, non hanno un nome per una scelta artistica voluta. Quando leggo, a volte i personaggi hanno nomi di persone per le quali provo sentimenti contrastanti, che siano positivi o meno, e questo influenza molto la percezione che ho delle loro storie e questo influisce negativamente anche sulla trama. Oltre a questo aspetto pratico, mi piace molto che i miei personaggi restino il più possibile anonimi e che per loro parlino le loro azioni.
Come si riescono ad intersecarsi le vite di due persone apparentemente differenti?
Bella domanda. A 40 anni non saprei davvero rispondere. Posso dire però che nella letteratura si può tutto, ogni scoglio si può superare, soprattutto se si desidera che un Lui e una Lei davvero riescano ad andare oltre le differenze che ci hanno plasmato durante la nostra vita. Nella realtà è un po’ differente. Siamo molto egoisti, tutti, nessuno escluso ed è un bene così, perché è proprio nella nostra natura di esseri umani esserlo e mettiamo noi stessi al centro di tutto. Quando però troviamo dei compagni di vita molto simili a noi, questo egoismo si assottiglia e comunque si riesce a metterlo da parte con meno fatica.
Credi che ci sia un destino prestabilito nella vita di ognuno di noi?
Come ti avevo detto prima, non lo so. Il Manuale cerca di dare delle risposte che, almeno personalmente, hanno generato solo altre domande. La mia formazione umana e morale mi dice di no, ma non potrei giurarlo.
Cos’è per te l’Amore?
È mia figlia. È amore puro, senza filtri, senza quell’egoismo di cui di dicevo prima. Il resto è passione, innamoramento, vita insieme, ma l’amore vero è quello che si prova per i figli, perché è incondizionato e puro. Però per vivere bene un amore così, quello per mia moglie deve essere altrettanto sconfinato e vero, altrimenti non si crea quel micro universo famigliare che fa girare tutto al modo giusto e che fa superare insieme ogni ostacolo.
La tua è una scrittura coinvolgente e trascinante. Quando e come nasce la passione per la scrittura?
Ho sempre scritto, sin da bambino. I miei temi erano lunghi pagine e pagine. Ho avuto una carriera scolastica che definirla tormentata è un eufemismo. Però ho sempre eccelso nei temi, nello studio della letteratura. Sono certo che chi scrive abbia una capacità innata, come chi è bravo nella manualità o nella logica. Ogni essere umano può eccellere in qualche cosa e io sono bravino a scrivere, lo ammetto. Spero in futuro di poter anche eccellere in questa mia passione, al momento mi accontento di fare un buon lavoro, perché c’è sempre molto da migliorare.
Chi è Daniele scrittore e Daniele uomo?
Sono due persone molto differenti che vivono nello stesso corpo. Se mi incontrassi nella vita di tutti i giorni non immagineresti mai che dietro la persona che sono quotidianamente c’è uno scrittore di cose impegnate e, detta dai molti, profonde. Sono un uomo complicato, ma non più di altri, che dopo anni di tormenti e di vita molto frastagliata, ora è alla ricerca di serenità e stabilità. L’incontro con mia moglie Marianna prima e la nascita di mia figlia Nikita poi, hanno contribuito in maniera decisa a questa mia maturazione. Però la serenità di base che mia moglie e mia figlia mi hanno donato, non ha smorzato l’intensità con la quale rifletto a tutto tondo dei vari perché della vita. A conoscermi superficialmente, potrei sembrare un becero uomo di quarant’anni che va in giro con la sciarpa della sua squadra del cuore e che per lei ha fondato un club di tifosi. Solo chi ha la pazienza e la voglia di guardare oltre la superficie, può rendersi conto di quello che sono realmente. Non sono molti a farlo, per fortuna, perchè mi piace anche che questo mio aspetto molto intimo resti un po’ nascosto. Preferisco che la maggioranza delle persone mi considerino un becero quarantenne, è molto più semplice da gestire.
Se dovessi descrivere il tuo libro con tre colori, quali sarebbero? E perché?
Una domanda bellissima. Mi mette un po’ in difficoltà. Mi ricorda la saga “tre colori” di Kieślowski. Il bianco della copertina sicuramente. È un colore che poi alla fine colore non è, o meglio, che li contiene tutti. Il bianco perchè una copertina bianca mi è sempre piaciuta, da molto senso di eleganza. Un altro colore è sicuramente il verde. Mi è sempre piaciuto e ho immaginato spesso il viaggio di Lui e Lei immersi nel verde della campagna. Il terzo forse è il rosso. È il colore del sangue e considero la storia, le lettere e le parole contenute dalla copertina di fronte fino a quella del retro del libro, come un po’ del mio sangue che vive e vivrà per sempre grazie al Manuale.
Pensi che i Social siano importanti nella divulgazione della opere letterarie?
Sono fondamentali e per fortuna riesco ad utilizzarli in un modo che credo molto efficiente, non troppo invasivo, ma giustamente divulgativo. I Social sono la nostra vita, il nostro presente, e devono essere utilizzati con intelligenza e moderazione, come per tutti gli strumenti che la vita ci mette a disposizione. Sono uno scatto tecnologico e umano in avanti e sarebbe un vero rischio snobbarli o considerarli nemici della quotidianità. Chi li considera un danno, forse non sa utilizzarli e comprenderli. Il mondo cambia, e i social sono semplicemente un aspetto di questo cambiamento.
Qual è stato il commento che hai gradito di più dai tuoi lettori?
Alcuni mi hanno fatto piacere più di altri, ma preferisco non rivelare quali siano. Ogni lettore che mi ha dato un suo parere, ha già il massimo rispetto proprio per il gesto in sé. Contattare un autore per esprimere il proprio parere sul suo lavoro è una bellissima cosa che impiega tempo oltre quello già utilizzato per leggere il libro, quindi ogni commento merita il medesimo rispetto. In generale mi ha fatto piacere una conformità di commenti rispetto al fatto che le descrizioni siano veramente avvincenti e che il finale sia, nel bene e nel male, davvero stupefacente. Sono molto felice che i lettori abbiano apprezzato questi due aspetti ai quali ho dedicato molta attenzione.
A che pubblico è rivolto il romanzo? E perché dovrebbe essere letto?
È una storia che non ha un pubblico ben specifico. È rivolto a tutti, nessuno escluso. È una storia che parla di tutti noi, di come gli eventi che ci capitano nella vita modificano più di quanto possiamo immaginare la nostra attitudine a relazionarci con gli altri. Dovrebbe essere letto forse perchè è stato pubblicato senza pagare, ma passando per il giudizio del mercato. È un aspetto al quale ci tengo molto.
Progetti per il futuro?
Ho finito di scrivere da qualche mese il mio secondo romanzo, “Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri”. Come per il Manuale, anche questo nasce dal titolo e con il titolo ha una sinergia fondamentale. Il mio agente Andrea dice che è un buon libro e io ci credo. Di certo è molto diverso dal Manuale, è una storia più complessa e forse più matura. Ora è in lettura e valutazione da vari editori. Non ci resta che aspettare.
Dove è possibile acquistare il libro?
Beh, è uscito ormai più di un anno e mezzo fa. È “freddo”, come si dice in gergo, ma si trova su Amazon, Feltrinelli, Mondadori e IBS. A breve, come ti avevo detto prima, verrà rilasciata anche una versione per E-Book, e magari riusciremo a dargli una nuova vita editoriale, anche se la prima è andata molto bene. Mi hanno sempre detto che vendere 300 copie per un esordiente con una casa editrice molto piccola alle spalle sarebbe stato un piccolo miracolo. Ad oggi siamo circa a 800 copie, tutte per passa parola, quindi direi che non è andato male e che una nuova vita digitale potrebbe darci molte soddisfazioni
C’è qualcosa che vuoi aggiungere prima di salutarci?
Voglio ringraziare di cuore chi legge e chi ha letto il Manuale. È un onore per me pensare che una persona apra il mio libro e che dedichi ore e giorni a leggerlo. È un momento catartico, ma emozionante. Ad oggi ho avuto l’onore di ricevere solo recensioni positive, nonostante io chieda esplicitamente a tutti quanti di essere sempre sinceri, spietati, di non preoccuparsi nel darmi un giudizio negativo, perchè è dai giudizi negativi che si cresce e si migliora. Per fortuna, nelle circa 60 recensioni che mi hanno lasciato i lettori e nella dozzina di blog e giornali specializzati, ho trovato solo belle parole e apprezzamento. Questa cosa mi ha fatto capire che forse il Manuale è davvero un buon libro.
Ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato e attendiamo il tuo nuovo lavoro.
Grazie di cuore a voi che mi avete ospitato e che lavorate così duramente alla divulgazione di opere come la mia che altrimenti verrebbe dimenticata in breve tempo. Il vostro lavoro e apporto sono fondamentali. A presto con il mio nuovo romanzo.