Intervista a Francesca Cappello

Francesca Cappello è una giovane e promettente autrice che con  “Storie di Principesse” ha fatto il suo ingresso nel mare magnum della scrittura.  Le abbiamo rivolto qualche domanda per conoscerla meglio.

“Storie di Principesse”, di Francesca Cappello

 

Ciao Francesca, ti diamo il benvenuto nel nostro Blog, dove oggi parleremo del tuo “Storie di Principesse”

Ed io non posso che ringraziarvi per questa possibilità

“Storie di Principesse” E’ il tuo esordio da scrittrice. Come nasce ?

Già sentire questa domanda mi fa agitare, il confine tra te e te che ha scritto un libro talvolta può essere così labile e sfumato da non sembrarti poi così strano finché non leggi  cose come “esordio da scrittrice” appunto.  Il libro nasce di fatto da una promessa fatta ad un amico:“Quando  scriverai qualcosa voglio  essere il primo a leggerti perché tu hai una bella penna Cappello” era il 2007. E lui era Vladimir Di Prima, scrittore già allora e collega del master in criminologia. Nel 2016, mentre organizzavo da Bari, il mio matrimonio a Messina, scrissi un breve racconto per partecipare ad un concorso col cui premio speravo di farci uscire almeno i soldi per il fotografo. Ovviamente non vinsi ma nel frattempo mantenni la promessa. Dopo poco Vladimir mi chiamò, non lo sentivo da 10 anni,  e col suo musicale accento catanese mi fece venir la pelle d’oca, perché era contento, emozionato e mi chiese di scrivere ancora per la casa editrice per la quale lavorava in quel momento. Insomma fu il mio talent scout e praticamente mi commissionò un libro. Così, in mezzo ai preparativi del matrimonio ci infilai anche Storie di Principesse, ma non solo, recuperai anche un bravissimo fotografo …Vladimir!!!

Quanto è difficile riuscire a scrivere “una favola” per adulti?

Apprezzo le virgolette, penso che la favola per adulti sia un bluff. Una favola è una favola. Io non lo so se ho scritto una favola, anzi, una sicuramente si, a 7 anni ed è quella che trovate in apertura del libro con tanto di illustrazione originale in copertina. Il resto sono brevi  racconti, ma nella vita come nella pagina la differenza la fa la scelta delle parole. E così, se trovi le parole giuste, anche la storia più triste va giù come un sorso d’acqua, puoi renderla poetica, leggera, ed evanescente, una favola, o al contrario pesante e arruffata come un gatto dopo il bagno. Adoro le parole possono fare la differenza di un testo o tra le persone. Perché nel momento in cui dici qualcosa non hai solo parlato, hai scelto delle parole invece che altre, hai compiuto un’azione che dritta dritta arriva al destinatario della tua conversazione. Sarebbe bello se facessimo sempre attenzione a tutto ciò.  Ma non sempre ci riusciamo.

Parlaci un po’ di te. Chi è Francesca Cappello?

O ma lo sai che ci sto prendendo gusto in questa cosa qua, sei brava. Ora che ho fatto tutto quel pippone sulle parole come faccio a rispondere senza sembrare la regina del “ so sempre cosa dire”! Bugia, mi emoziono tantissimo e gesticolo a velocità supersonica e non sono mai contenta di quanto detto. Quindiiii ora mi concentro per bene. Ho 38 anni e fino ai 27 ho vissuto nella mia adorata Messina dove ho studiato e lavorato come educatrice in contesti difficili. A 28 ho accettato il lavoro in una comunità per minori a Pavia, dopo qualche anno mi sono spostata a Monza sempre per lavoro, ed infine Bari, dove vivo attualmente con mio marito e mia figlia. Ho adorato ogni città dove ho vissuto e conosciuto persone che fanno ancora parte della mia vita, credo molto nell’amicizia, in quel tipo di rapporto che ti fa sentire a casa ovunque tu sia, e che, anche a distanza mantiene aperta la mente ed il cuore in uno scambio reciproco, senza condizioni, senza invidie, senza non detti. Sono fortunata perché ho tante persone così che mi arricchiscono. E come è giusto che sia, ne ho conosciute anche altre che non mi hanno arricchito per niente, tuttavia sono proprio quelle che creando il buio fanno luce sul resto.

Le tue esperienze e il tuo vissuto quanto hanno influito nella stesura del libro?

Molto, anzi moltissimo. Scrivo solo se conosco ciò di cui parlo, la confidenza con gli argomenti affrontati nel libro arriva dalla mia vita professionale che ho poi mescolato con esperienze personali nell’intreccio delle trame. Recentemente ho letto l’editoriale di una rivista dove veniva citata una frase di Joseph Conrad che ho trovato illuminante, lo scrittore infatti diceva che si scrive solo metà di un libro, l’altra metà la fa il lettore. Qualcuno che mi conosce, leggendo il libro, ha proiettato la mia immagine così tanto da trovare pezzi di me anche laddove ero semplicemente voce narrante prestata a storie e personaggi che arrivavano invece da molto lontano. Ma va bene così, se conosci chi scrive è forse inevitabile, così come se non lo conosci, provi piacere a calarti nella storia che stai leggendo insomma, la magia di un libro è questa: tu lo scrivi ma poi chi lo legge non sei tu e si creano tante altre storie parallele.

Già immagino la tua espressione quando hai avuto la prima copia del tuo libro in mano. Raccontacela

….. e chi lo sa, ne faccio troppe, alcune anche a me sconosciute, mio marito una volta mi ha detto che spesso ruoto gli occhi tipo cartone animato. Poi mi sono rivista in un video e ho capito che aveva ragione.Quindi insomma tutto questo preambolo per dirti che non lo so che espressione ho fatto, ma ricordo di aver scartato la busta che conteneva le mie copie come se fossi una bambina con il regalo sotto l’albero. Una volta aperto l’ho annusato, come faccio sempre con i libri, e poi ho sfogliato velocemente le pagine leggendo a caso le parole quasi a conferma che fossero proprio le mie.

Cosa speri possa trasmettere la lettura del tuo “Storie di Principesse”, e a che pubblico è rivolto.

È un libro per tutti ma non per bambini. E’ attraversato, nella forma e nel contenuto da alcuni temi ricorrenti: è nostra umana e comune abitudine  sindacare su tutto quello che ci passa sotto il naso, soprattutto sulle persone e le loro storie, il più delle volte senza saperne nulla, mi piacerebbe che lo “stupore” provato da molti lettori nel leggere le storie lanciasse proprio questa riflessione sull’importanza dell’ascolto e del silenzio per far spazio all’altro.Spero inoltre che zampilli fresca e trasparente l’importanza dell’esempio, da bambini e non solo abbiamo bisogno di buoni esempi ed al tempo stesso siamo sempre esempio per qualcuno, se lo ricordassimo (Ma quanto è difficile) sai che incanto di circolo virtuoso si creerebbe? Non puntiamo alla perfezione che fa male, ma al miglioramento continuo quello si.

Quali difficoltà incontra un esordiente prima di poter toccare la prima copia del suo lavoro?

Forse non sono la più adatta per rispondere a questa domanda perché per la serie di coincidenze di cui parlavo prima, alla fine ho avuto un esordio facilitato, un amico che ha trovato , a suo parere, del bello ed un Editore serio che ha letto davvero e ha deciso di investire. Mi preoccupa di più la prosecuzione, perché se hai fatto bene la prima volta poi l’asticella necessariamente si deve alzare, almeno secondo me. Se ho letto un autore che mi è piaciuto, mi aspetto sempre che la volta successiva non mi deluda. E si sa…con le aspettative è sempre un terno a lotto.

Si dice che oggi le persone che scrivono superano di gran lunga il numero dei lettori. Cosa ne pensi?

Si probabilmente è vero nel senso che essendosi modificata anche la possibilità di farsi leggere, penso ai blog, e a tutto il mondo di internet con annessi e connessi, la scrittura per un pubblico di lettori è diventata più accessibile. Credo fortemente nell’educazione alla lettura e nell’importanza dell’esempio anche in questo, per cui occorre concentrarsi sul fatto che a prescindere dagli scrittori, i lettori non sono mai abbastanza in ogni caso. Ogni bambino che imparerà ad amare i libri sarà un lettore e a sua volta un esempio per altri. Leggere ci migliora.

Cosa ti senti di dire a chi sta provando a farsi conoscere?

Vorrei ascoltare la risposta a questa domanda da qualcuno che ci è riuscito veramente.

Qual è stato il commento che hai gradito di più dai tuoi lettori?

Molti mi hanno commosso, soprattutto quelli delle persone che a vario titolo sapevano di essere citate tra le pagine, aspettavo i loro commenti e ho amato il fatto di averle emozionate. Inoltre è capitato che più persone mi abbiano detto di essersi ritrovate nelle storie e ciò ti lusinga perché credo voglia dire che hai scritto qualcosa che ha raggiunto l’altro.

Che progetti hai per il futuro?

Dici in genere nella mia vita? Mmmh, vorrei tornare presto a dormire almeno per più di due ore di seguito ogni tanto. Ma mi sa che devo aspettare ancora un po’, Matilde ha solo due anni. Poi spero anche di rimettermi in carreggiata con la mia professione che al momento, all’inizio perché costretta, poi per scelta ho lasciato da parte per fare la mamma h24, cosa che adoro, ma vorrei trovare, quando sarà il momento giusto, una soluzione che mi permetta di conciliare in maniera accettabile entrambe le cose (sarebbe da aprire a questo punto una parentesi sulla tematica maternità e lavoro in Italia, ma non facciamolo vah).E certamente  vorrei scrivere ancora qualcosa che possa essere interessante leggere.

Dove è possibile acquistare il libro?

È ordinabile presso qualsiasi libreria, oppure on line dal sito della Casa editrice Algra Editore o da qualsiasi store on line di libri.

C’è qualcosa che vuoi aggiungere prima di salutarci?

Per carità, non farlo, non chiedermelo.

Ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato e attendiamo il tuo prossimo lavoro.

Grazie a voi di cuore

 

Teresa Anania

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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