Intervista a Francesca Valeria Capone

Hello drunk! Oggi incontreremo Francesca Valeria Capone! Come chi è? Se non lo sapete dovete assolutamente recuperare. Francesca è una giovane trentenne leccese, oggi romana di adozione per motivi universitari e sentimentali: Francesca vive nella capitale con il suo compagno e suo figlio. L’amore per la scrittura nasce in tenera età, durante gli anni liceali raccoglie migliaia di consensi dedicandosi alla scrittura amatoriale per il sito EFP. Nel 2017 decide di lanciarsi nel mondo del self-publishing con “La filosofia di Zorba” e, due anni dopo, torna in libreria con il frizzante “Chocolat Blanc”. Ma adesso bando alle ciance… conosciamola più da vicino!

Di solito chiedo a tutte le autrici di presentarsi ma dietro al tuo libro c’è una bella biografia e in fondo all’intervista lasceremo tutti i tuoi contatti per i curiosi… indi per cui… quanto sei golosa di dolci e di storie d’amore?

Cominciamo bene. Credo fermamente che ci sia donna sulla Terra, o comunque saranno poche, che in un qualche periodo della loro vita non abbiamo amato i dolci o le storie d’amore, magari spesso entrambi e in contemporanea.
Noi donne siamo programmate per sognare, chi più chi meno. Alcune sognano di diventare medici, altre di salvare il mondo, io nel mio piccolo ho sempre sognato di unire la mia passione per i dolci al mio talento per la scrittura. Amo entrambi, le storie d’amore sicuramente di più, ma anche come pasticcera amatoriale me la cavo. Chiedere a mio figlio per credere!
Scrivere Chocolat Blanc ha risvegliato in me anche la voglia di preparare dolci. Magari la stessa magia l’avrà provata anche qualche mia lettrice.

Parola chiave del tuo libro è KARMA. Ci credi, lo senti presente nella tua vita o era soltanto un escamotage stilistico?

Be’ di certo è stato un grande escamotage stilistico, lo ammetto. In realtà non so se il Karma esista o no. Per quanto mi riguarda non mi soffermerei tanto sulla sua esistenza ma mi piace analizzarlo in un’altra veste: non Karma ma conseguenze. Nella vita ho sbagliato tanto, come tutti, e ho dovuto affrontare le conseguenze di determinate scelte fatte. Quando ero più giovane non avevo ancora imparato questa lezione. Ero una persona abbastanza egoista, non mi creo problemi ad ammetterlo. Pensavo molto a me stessa e poco agli altri. Poi mi sono innamorata, innamorata sul serio, e ho avuto il mio bambino e allora il mondo non ha girato più tutto intorno a me. Sono diventata responsabile per altri due esseri umani. In principio (cercate di capire avevo solo ventidue anni) l’avevo vista come una specie di punizione karmica, un dover affrontare proprio le conseguenze di una delle tante scelte sbagliate, poi sono maturata o ho capito che tutte quelle scelte che avevo ritenuto errate mi avevano donato una felicità immensa, e che, karma o no, dare la mia vita per mio figlio e per il mio compagno è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata. Nel romanzo, infatti, la stessa Clio si trova davanti a diverse scelte. In principio dà sempre la colpa al Karma per giustificare il fatto che le cose stiano andando male ma alla fine del libro esprime riconoscenza il Karma proprio perché è grazie a questo nemico che alla fine trova la felicità.

Io ti conosco e quindi la risposta un po’ la conosco già …ma gli altri no. Quanto è autobiografico questo libro? Quanto ti rispecchia il carattere dei protagonisti?

Chocolat Blanc non ha assolutamente nulla di autobiografico ma penso che ogni scrittore riversi tutto se stesso nei propri personaggi. Non ce n’è uno che caratterialmente mi somiglia di più, tutti hanno qualcosa di me. Alcuni rispecchiano qualcosa del mio carattere, altri invece sono stati costruiti sulla base di persone che ho conosciuto nella vita. Altri li ho inventati basandomi su quello che mi serviva in un preciso momento della storia. Tutto il romanzo è parte di me, nessun personaggio escluso. Sono come dei figli: una madre li ama tutti incondizionatamente e ognuno di loro dimostra un lato di me o di chi amo. Certo può essercene uno che mi sta più simpatico rispetto ad un altro, ma l’amore va a tutti loro.

Hai esperienze nel campo dell’editoria e del self-publishing, quali sono i pro e i contro di queste due realtà e che percorso consiglieresti ad un esordiente?

La domanda di riserva non c’è? Rispondere è davvero impegnativo. Io le ho provate un po’ tutte quindi posso dare la mia esperienza ma non posso dire ad un esordiente come dovrebbe comportarsi. Decidere di pubblicare un romanzo è una faccenda molto soggettiva. C’è chi crede che affidarsi ad una casa editrice, anche piccola, sia la scelta migliore. L’ho provato e mi sono scontrata contro una realtà editoriale che pretende che tu sia già conosciuto perché la casa editrice punti davvero su di te. Un po’ come quando si fa un colloquio di lavoro dove è richiesta un’esperienza decennale. Senza contare che se non si ha un agente coi contro dietro, le grandi case editrici neanche ti considerano anche se oggettivamente lo meriti. Per restare nella realtà italiana, poi, ho deciso di affidarmi al self pubblishing con la piattaforma Youcanprint. Neanche loro danno grande margine di movimento, purtroppo. Costringono a prezzi di copertina alti e ci sono processi macchinosi per riuscire a riscuotere i proprio guadagni. Visto questo, per Chocolat Blanc ho deciso di affidarmi ad Amazon. In tre mesi ho ottenuto risultati che né una casa editrice né Youcanprint mi hanno mai consentito di raggiungere, neanche in anni. Perciò, mettendo tutto su una bilancia l’ago pende, almeno per me, proprio verso Amazon. In ogni caso, che si tratti di Amazon o di una casa editrice nessuno sponsorizza un autore esordiente meglio dell’esordiente stesso. Quindi, per chi deciderà di pubblicare un libro sappiate che è impegnativo, che dovrete dedicare ogni momento libero della giornata alla promozione e che probabilmente all’inizio vi scontrerete con tante critiche e situazioni difficili. L’importante è credere sempre in se stessi e nel proprio lavoro.

Tornando al libro… come e quando ti è venuta questa “folle” idea?

Era l’aprile del 2019. Un pomeriggio mi sono addormentata. Di solito non dormo mai al pomeriggio e ancora meno sogno, e invece quella volta mi sono svegliata di soprassalto con in mente due personaggi e una scena in una pasticceria. Per chi ha letto Chocolat Blanc è la scena in cui preparano la Ganache al cioccolato fondente. Da lì le idee si sono susseguite ad un ritmo incalzante. Non sono stata in grado di fermarle, mi sono ritrovata a scrivere anche 6/7 mila parole al giorno e nel giro di neanche quattro mesi la prima bozza di Chocolat Blanc era conclusa. Mai avevo scritto qualcosa in così poco tempo e l’ho ritenuto una specie di segno del destino, sapevo che questo sarebbe stato una sorta di romanzo della rinascita, in cui ho consolidato uno stile che ritengo davvero mio. Devo tutto a questo romanzo, anche la mia sanità mentale.

Quali sono le grandi differenze – a parte la trama ovviamente – fra il tuo primo romanzo “La filosofia di Zorba” e “Chocolat blanc”?

Lo stile tra i due romanzi è parecchio diverso. La filosofia di Zorba è praticamente un romanzo di formazione non un romance vero e proprio. Riprende una storia che avevo scritto alla tenera età di diciotto anni, con personaggi che ho rimaneggiato e modificato. Chocolat Blanc è tutta un’altra storia. Intanto è un autoconclusivo, mentre La filosofia di Zorba non termina e questo mi ha creato un blocco verso il sequel che credo di non aver mai avuto. Vorrei scriverlo ma le idee ancora non sono chiare ed è proprio per questo che mi sono buttata su un romanzo del tutto nuovo.
Chocolat Blanc ha due POV, i due protagonisti, Clio e Romeo, esprimono entrambi il proprio punto di vista nella storia. Ha uno stile più asciutto e meno discorsivo, un po’ come se fosse una commedia cinematografica fatta di battute sagaci e di tanti colpi di scena uno appresso all’altro. Ora come ora, se ne dovessi consigliare uno andrei su Chocolat Blanc, rispecchia molto di più la me stessa di oggi.

La copertina, io non aggiungo altro: parlacene!

Sì, la cover è stata disegnata tutta da me. Dopo aver terminato Chocolat Blanc mi sono scervellata per pensare ad una copertina efficace e d’un tratto mi sono ricordata di essere anche in grado di disegnare. È stata fatta a mano e poi sistemata con Photoshop e sono felice di aver faticato tanto perché alla fine ho ottenuto il risultato che speravo e posso essere orgogliosa di aver fatto tutto da sola. È una cover che sta piacendo tantissimo e di questo sono felicissima.

Che lettrice sei? A che età hai iniziato a leggere? Ricordi il tuo primo libro? Quali sono le migliori letture della tua vita, il genere e gli autori preferiti, il romanzo più bello letto durante l’ultimo anno?

Sono una lettrice per lo più di romance e fantasy ma non mi piace limitarmi, leggo anche altro. Tutti i generi meritano rispetto anche se non sono i preferiti di un lettore.
La mia avventura con la lettura è iniziata quando ero piccola. Il primo libro vero e proprio che ho letto me lo avevano dato per l’estate in terza elementare. La gran fiaba intrecciata, un romanzo per bambini ovviamente. Eppure mi era piaciuto tantissimo al punto che ancora lo ricordo e ed è ben conservato nella libreria a casa dei miei genitori. Amo alla follia tutti i romanzi di Jane Austen, è stata la prima autrice romantica che ho letto (Orgoglio e Pregiudizio l’ho divorato ad appena undici anni), poi Harry Potter (ho le prime edizioni), tutta la saga di Twilight, anche Licia Troisi mi ha affascinato tanto con le sue opere e ne ho tantissimi altri, potrei elencarli per un’ora e mezza.
Nell’ultimo anno, data la mia attività di boookblogger per autori emergenti, non ho letto romanzi di autori dal nome altisonante e quindi i migliori sono tutti di autrici nate da poco professionalmente. Amore e popcorn di Belle Landa, Symphaty for the Davil di Lily Lorenzini, La rosa bianca di serpente di Greta Guerrieri e adesso Notturno di Pietro Rotelli. Molti lettori sono reticenti nell’acquistare romanzi di autori emergenti e invece si possono trovare storie bellissime, scritte bene, che sanno sorprendere anche tra le opere di autori non tanto conosciuti ma che ci mettono davvero il cuore.

A chi consiglieresti “Chocolat Blanc”? Descrivici il tuo lettore ideale.

È una commedia, a tratti romantica ma non sdolcinata. Quindi di certo i lettori ideali sono donne di qualunque età che hanno voglia di staccare per qualche ora dalla realtà e immergersi in un mondo divertente e romantico. Comunque non lo sconsiglio agli uomini. Non essendoci il rischio che la glicemia si alzi eccessivamente (almeno non per le scene romantiche, sui dolci non posso garantire) anche un uomo potrebbe trovare divertente il mio romanzo. Perciò, avanti. Può essere letto da chiunque.

È uscito da così poco che se fosse una crostata di crema e fragole, “Chocolat Blanc” si troverebbe ancora in cucina a raffreddare… nonostante ciò ti chiedo: progetti futuri? Cosa bolle in pentola?

Chissà da dove è spuntata fuori la crostata di crema e fragole. Ne sapranno qualcosa Romeo e Clio. Ahahahah
Comunque, purtroppo il mondo dell’editoria va alla velocità della luce, ci sono autori affermati che pubblicano anche quattro romanzi l’anno e questo impedisce a noi esordienti di tirare un sospiro di sollievo. Dobbiamo gestire il nostro tempo in modo da scrivere il più possibile ma con qualità. Quindi sono di nuovo sulla tastiera dopo pochi mesi dall’uscita di Chocolat Blanc. Un po’ anche perché questa nuova storia è saltata fuori dal nulla proprio da poco.
Ho già il titolo, il che è strano per me che non sono mai sicura di un titolo prima di averci pensato, ma Scommetto che mi ami racchiude l’idea di tutta la vicenda.

Grazie a Francesca per questa frizzante intervista. Siete curiosi? Volete saperne di più? Bene!
Trovate Chocolat Blanc au Amazon:

https://www.amazon.it/Chocolat-Blanc-Francesca-V-Capone-ebook/dp/B07ZRYXVD3/ref=asap_bc?ie=UTF8

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Raffaella Iannece Bonora

Pubblicato da Raffaella Iannece Bonora

Raffaella Iannece Bonora, autrice del libro "La Tavola degli Otto", si occupa, come freelance, di arte, musica, spettacolo, cinema, teatro, moda, letteratura ed eventi culturali. Gusti personali? Non è facile.dover scegliere un solo romanzo o una sola pellicola ma ci provo...Libro preferito? "Il Grande Gatsby"! Film? "La leggenda del pianista sull'oceano". Musica? Bruce Springsteen! Teatro? Shakespeare, sempre e comunque ❤ Su instagram mi trovate come arte_alla_spina e raffaella_iannecebonora_author

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