Francesco Carofiglio, attore teatrale, illustratore, regista teatrale e scrittore, si racconta a Rita Scarpelli
Il libro di Francesco Carofiglio “Il Maestro” ci regala l’espressione piena del più grande talento di Francesco Carofiglio: la capacità di descrivere il percorso dell’animo umano verso la scoperta di un modo inedito di comprendere il senso della vita e di scoprire se stessi. Noi gli abbiamo rivolto qualche domanda e ne è uscita fuori una piacevole chiacchierata . Francesco ci ha parlato di se e del suo libro ” Il Maestro”.
La recensione del libro ” il Maestro”
Nella sua vita ha sperimentato diverse forme artistiche come la recitazione, il disegno e poi la scrittura. Come si intrecciano nella sua personalità queste diverse modalità di espressione?
Mi sembra che siano in comunicazione tra loro, che una alimenti l’altra. Ma ci sono voluti molti anni di studio, sperimentazioni, scontri, vittorie e sconfitte, prima di arrivare a poterlo dire. Questa specie di armonia è una conquista faticosa.
Leggendo una sua intervista, si apprende che Giorgio Albertazzi, con il quale lei ha lavorato in teatro, le ha chiesto una volta chi fosse stato il suo maestro; vogliamo raccontare ai lettori cosa lei ha risposto?
In quella circostanza credo di aver risposto che riconoscevo questo ruolo, al di la dell’amore filiale, proprio a mia madre. Credo che mia madre e mio padre mi abbiano insegnato molte cose, senza costringermi ad apprenderle. Quelle cose le porto con me.
“Il Maestro” è anche il suo ultimo splendido romanzo, recensito nel nostro blog, “Il Mondo incantato dei libri”, lo scorso tredici ottobre. E’ la storia di un attore ormai fuori dalle scene che conduce un’esistenza modulata da abitudini rassicuranti: i ricordi di una carriera emozionante e di un amore profondo, anche se non pienamente vissuto, colorano di grigio la sua quotidianità, rendendo ogni giorno uguale agli altri. E’ la vita da attore che, secondo lei, porta, all’imbrunire dell’esistenza, a chiudersi nella propria autocelebrazione o semplicemente la vecchiaia che sviluppa nell’essere umano un invisibile schermo con il mondo esterno?
Il caso di Corrado Lazzari, il protagonista del romanzo, è molto particolare. È stato, nella finzione narrativa, il più grande attore del Novecento. E a un certo punto è stato costretto a ritirarsi dalle scene. Quindi la sua esistenza è radicalmente cambiata, i suoi punti di riferimento sono saltati, ha dovuto, pazientemente, ricostruire una nuova abitudine, un senso nuovo dell’esserci al mondo. Forse decidendo anche di escludere dal suo, il resto del mondo.
Tornando al suo romanzo “Il Maestro”, nella vita di Corrado, il protagonista, entra una giovane studentessa di teatro che cerca, alquanto maldestramente, di forzare quel muro di solitudine nel quale l’uomo vive.
Quanto sono importanti i giovani per gli anziani? E soprattutto quanto sono importanti gli anziani per i giovani?
Per Corrado Lazzari l’arrivo di Alessandra è uno snodo decisivo. Il meccanismo eversivo che innesca la comparsa della ragazza nella vita protetta del vecchio attore, cambia la prospettiva, per entrambi. In generale, provando a non essere banale, mi sembra di poter dire che l’incontro tra le generazioni sia una grande opportunità, ma bisogna che entrambi, giovani e anziani, siano disposti a mettersi in gioco.
La vita dei due protagonisti, nel corso della storia, evolverà in maniera inaspettata, portando entrambi verso mete che nessuno dei due avrebbe mai immaginato di poter raggiungere. Il caso può influire sui rapporti umani oppure ci si sceglie solo per affinità elettive?
Io credo che la felicità sia un incidente di percorso. Quello che accade per caso, cioè fuori da una regola riconoscibile, è un fenomeno che diventa virtuoso nel momento in cui siamo capaci di dargli un nome, un respiro, uno spazio. Non so se nella vita ci si scelga, credo però negli incontri. E nella possibilità che gli incontri offrono di cambiare il nostro punto di vista. Credo nella elasticità del pensiero, e delle emozioni.
La poesia di Shakespeare è capace di far cadere le barriere fra i due, nonostante i pregiudizi dell’uno e i timori dell’altra. Secondo lei la poesia e più in generale la cultura è ancora un’arma efficace per combattere le aberrazioni nelle relazioni umane che si stanno delineando, in forma sempre più preoccupante, nei tempi che stiamo vivendo?
La poesia, e la grande letteratura sono dei presidi di conoscenza e consapevolezza. Sono opportunità inaspettate per guardare il mondo e disegnare uno spazio nuovo. Leggere e in generale accostarsi alla bellezza, in questo passaggio complicato di vite, può essere un gesto rivoluzionario.
Infine…lei ha frequentato il mondo degli attori, conoscendone diversi: nel delineare il personaggio di Corrado Lazzari si è ispirato a qualcuno in particolare che ha incontrato durante la sua esperienza sulle scene?
Corrado Lazzari somiglia in qualcosa ad alcuni tra i più grandi attori del Novecento, penso a Gassman, Albertazzi, Carmelo Bene. Ma non è il ritratto di nessuno. Mi piace pensare che chi legge possa riconoscergli, alla fine della lettura, una vita autonoma.
La ringrazio infinitamente a nome del Blog letterario “Il Mondo incantato dei libri” per questa preziosa intervista che ci ha concesso. E non posso fare a meno di farle la domanda di rito: “Quali saranno i suoi progetti futuri? Quando potremo leggere il suo prossimo romanzo?”
Grazie a voi per la chiacchierata. Quanto ai progetti, intanto è uscito da qualche mese un romanzo per ragazzi a cui tengo molto, si intitola “Jonas e il Mondo Nero”. Mi auguro che non lo leggano solo i ragazzi, sono già in tanti, ma anche quegli adulti che non hanno deposto le “armi”, che non hanno smesso di esserlo.
Poi ci sarà, dopo l’estate, un romanzo nuovo.
E magari ci risentiremo.
A presto, F