Intervista a Lara Bellotti

Lara Bellotti nasce a Torino, ma cresce fino all’età di 6 anni sulla costa romagnola, e da lì nasce l’amore infinito per il mare. Laureata in lettere, fin da giovanissima ha coltivato l’amore e la passione per la lettura e la scrittura, facendone il suo lavoro che svolge tutt’ora: l’agente letterario-editor.

Attualmente vive a Porto San Giorgio (Marche).

L’amore per la poesia è il suo punto di riferimento, pur leggendo e apprezzando ogni genere che si rispetti, sia per professione che per piacere.

Noi abbiamo parlato con lei, ci ha raccontato di lei e del suo libro ” Sabbia tra le mani”.

Sabbia tra le mani la recensione

Intervista a cura di Alessandra Di Girolamo

Chi è Lara Bellotti?

Nella vita di ogni giorno, sono una donna “multitasking”, come ormai quasi tutte del resto. Mi occupo del mio lavoro, ma anche della famiglia, senza però mai tralasciare il mio spazio personale (sacro, in quanto da editor, passo molte ore al pc) fatto di passeggiate sul lungomare, oppure di svaghi semplici, ma per me molto rilassanti. Un esempio può essere anche la decisione di prendermi una giornata tutta per me, e mollare tutto, lavoro, figlio, commissioni, impegni…  e viaggiare verso qualche meta nuova, magari un nuovo posto da vedere anche solo per una giornata. Questo mi permette di sentirmi libera, dentro e fuori. Credo che un po’ tutti dovremmo imparare a farlo, è un ottimo antidoto contro lo stress quotidiano che, ad oggi, non manca mai. Un vero distaccarsi da tutto anche solo per un giorno. Osservare il bello che abbiamo attorno. Amo il sole, adoro il mare, e devo dire che questo connubio, mi dà forza e voglia di fare.

Come e quando nasce il tuo amore per la poesia?

Nasce dai banchi della scuola elementare, periodo in cui, appunto, si inizia a studiare qualche poesia. Proseguendo gli studi mi sono resa conto che proprio da lei non mi staccavo, anzi, per me era interessante e piacevole imparare sia le liriche che la storia dei poeti.  Sentivo la loro anima scritta tra le righe.

Sabbia tra le mani è il titolo del tuo libro, ci vuoi raccontare il motivo della scelta?

Certamente! Potrebbe sembrare un titolo banale, ma io ho attribuito a “Sabbia tra le mani” una visione della vita e degli eventi che accadono a noi e intorno a noi, come un qualcosa di impermanente, oppure come qualcosa che spesso ci “scivola via” e non riusciamo a cogliere nella sua pienezza. È Il significato che può avere una sincronicità di eventi, e sono messaggi chiari che l’Universo ci porta. A volte i cambiamenti stentano ad arrivare proprio perché rimaniamo lì, assenti, e tutto scivola, perdiamo occasioni. Un’altra riflessione che ha dato il titolo al testo è che, come la “Sabbia tra le mani”, tante cose devono essere lasciate andare… bisogna lasciarle scivolare via. In breve, in quattro parole tanti significati.

Leggendo le tue poesie si respira un senso di benessere, di armonia tra anima cuore e corpo, una positività che incanta il lettore; secondo te cos’è la vita? Cos’è l’amore?

In realtà per me Vita è Amore. Non sono slegati, dove non c’è amore non c’è vita. Questo lo dimostrano tante cose: l’estinzione di alcune razze di animali, Madre Terra che soffre, le guerre, i mari inquinati, le persone che sempre più diventano sterili d’umanità e ricche di ego. Potrei fare una lista immensa, ma tutto questo è il “non amore”, o “amore malato” che porta alla distruzione piuttosto che alla vita, al Pathos piuttosto che all’Eros. Ecco, l’amore parte da noi, è dentro di noi, siamo noi. Non esiste altra spiegazione razionale. Finché l’essere umano non impara ad amare se stesso, non potrà mai amare niente di tutto ciò che lo circonda, umani compresi; che siano relazioni di coppia, in famiglia, amicizie, colleghi di lavoro, o semplicemente persone sconosciute. Questo per me è il concetto di Amore-Vita.

Tante volte cadiamo e ci facciamo parecchio male, ma poi ci rialziamo e voliamo come un gabbiano; cosa vorresti dire alle persone che cadono e non riescono ad alzarsi?

È un dato di fatto: tutti prima o poi cadiamo per un motivo o per un altro. Ognuno ha la sua soglia di resilienza alle sofferenze, ognuno le vive a suo modo. Quello che per me potrebbe essere un piccolo problema, per un’altra persona potrebbe, invece, essere qualcosa di insormontabile. Resilienza vuol dire proprio questo: affrontare le “tempeste” della vita in modo positivo, mettendoci l’azione a prescindere, se necessaria, rafforzare il carattere laddove è più fragile, fare dei nostri punti deboli i nostri punti di forza. Non è semplice, ma nemmeno impossibile; quello che sento di dire a queste persone, è che possono sicuramente cercare di essere pazienti con se stessi/e, fare loro amica la sofferenza, il momento di crisi (il termine crisi in realtà equivale a opportunità – cambiamento), e/o una malattia, o ancora, qualsiasi disagio stiano vivendo.  Tutto quello che arriva nella nostra vita ha una sua perfetta funzione, e ci serve per cambiare in meglio.  In “Sabbia tra le mani” il gabbiano ha proprio questo significato con un ruolo definito: detto tra le righe, la sua resilienza e la sua volontà sono così forti, da essere l’unico volatile che riesce a rimanere in alto, in traiettoria, in volo… anche controvento, e con un vento molto forte! Se li osserviamo, infatti, non possiamo fare a meno di notarlo.

Nei tuoi versi parli dell’anima intesa come unico posto dove poter rinascere. Vuoi approfondire questo concetto per chi ancora non ha letto le tue poesie?

Certo, molto volentieri! “L’anima è l’unico posto in cui poter rinascere” è stata una citazione che mi è davvero uscita di “pancia”, ora vi spiego anche il perché. Siamo esseri fatti di energia,  l’Anima è la nostra parte più limpida, pulita, luminosa, e saggia. Siamo Anima prima di nascere, (lo siamo anche durante questo passaggio sulla terra) e siamo puri, liberi da schemi, manipolazioni, o imposizioni esterne.  Per rinascere in quel posto che si chiama Anima intendo, appunto, toccare la parte più profonda e bella di noi stessi, quella che, se la sentiamo e ascoltiamo, ci dà la giusta direzione proprio nei momenti in cui abbiamo bisogno di rialzarci, se lo facciamo non può che accadere un “miracolo” che io chiamo rinascita. Ovvero quel cambiamento che la vita ci sta mettendo davanti, e che la nostra cara Anima ci sta urlando ad alta voce. Ci parla in ogni modo, con un evento negativo, una crisi, una malattia, una relazione andata male, un disagio in famiglia, ma è sempre lei che ci parla, e se la ascoltiamo: ci porta al bello di noi. È l’amore puro di cui siamo fatti, che non è visibile agli occhi, ma lo è solo se lo vogliamo.

Tu scrivi che la vita è un viaggio e siamo noi a scegliere i compagni. Nella tua vita pensi di aver fatto le scelte giuste?

Sorridendo, e di getto, rispondo: certo che no! Se non avessi fatto scelte a me non consone, probabilmente non avrei vissuto a pieno quella che si chiama evoluzione, cambiamento.  La verità è che per me, ad oggi e con nuova consapevolezza, non esiste giusto e sbagliato, ma esistono solo esperienze. Mi sono trovata spesso con le persone “sbagliate”, ma queste arrivano nella nostra vita ( o meglio le attiriamo noi) per darci modo di comprendere cosa di noi possiamo e dobbiamo cambiare per la nostra serenità.  Con questo non intendo dire che per forza ci dobbiamo rapportare con tutti, ma che possiamo lasciarli andare ringraziandoli per averci dato modo di cambiare noi stessi. Per compagni intendo, non solo le relazioni di coppia, ma anche le amicizie, o la famiglia stessa. È ovvio che per scelte, in un brano in particolare, parlo di persone, ma questo non esclude anche tutte altre scelte che facciamo. Nulla mai accade per caso, e un giorno succede che attiri a te persone e situazioni  che “vibrano” alla tua stessa frequenza, quella positiva.

In una tua poesia racconti che la vita ci suggerisce all’orecchio di lasciar scivolare ciò che non serve; Lara Bellotti  quante volte lo ha fatto?

Qui potrei scrivere un’altra silloge o un romanzo… ma abbrevio. L’ho fatto tante volte, e ogni volta è stata una scoperta di me bellissima. Così ci si riscopre, ci si reinventa, e rinasciamo, ogni volta che lasciamo andare dalla nostra vita qualcosa o qualcuno che non ci è necessario. Lasciare andare vuol dire non farci più “toccare dentro” da una determinata esperienza, situazione o persona. Ho avuto un’infanzia particolare, a tratti molto difficile, e anche la vita non mi ha risparmiato nulla, ogni messaggio me l’ha mandato forte e chiaro, così chiaro da dover imparare, non solo la resilienza, ma soprattutto questo “lasciare andare”. Lasciare andare… chi ci giudica, chi ferisce, chi non ci stima, chi parla senza sapere, senza prima aver camminato con le nostre scarpe…  lasciate andare tutto, perché prima di ogni cosa siamo noi a doverci aprire a noi stessi liberandoci dalle catene dell’ignoranza. Ma lasciare andare chi? Che cosa? Ogni cosa, situazione,  o persona che ci ha feriti (genitori compresi). Le ferite guariscono così, usandole come mezzo per lasciare andare il buio che ci lasciano, e far entrare luce.

Cosa consiglieresti a tutti coloro che non amano e non apprezzano la poesia?

Il mio consiglio in questo caso è di iniziare a provarci. Può stupirvi quanto la poesia è capace di dare, soprattutto interiormente! Ogni poesia è un piccolo viaggio, va gustata e vissuta, e spesso è più valida di tanti testi self-help che si trovano in commercio (senza nulla togliere a tanti di questi che io personalmente ho letto). È l’anima di chi la scrive, e lascia sempre un messaggio ben preciso e riflessivo a tutti, senza distinzione di sesso o di età. Certo, leggere un romanzo può essere una buona distrazione, anche lì possiamo trovare tanto su cui riflettere, ma la poesia è vita allo stato puro incisa su carta.

Quali poeti classici e moderni sono nel tuo cuore? Perché?

Il primo per me è stato Giacomo Leopardi, come ho scritto prima, dai banchi di scuola me lo sono portato dietro fino a oggi; ho sempre trovato in lui quella sorta di tristezza di base che, però, dava al finale a una lieve e piacevole gioia interiore, la stessa che prevaleva nel suo essere.

Mi ha colpita molto anche Pascoli, diciamo che mi sono rivista molto nella sua storia di vita tra le difficoltà economiche e gli ostacoli da superare, sempre solo, e con un solco profondo nel suo animo che influì sul suo carattere e conseguentemente sulla sua poesia, in sintesi un po’ il mio riflesso, ma di tutto questo ne ho fatto la mia forza.

Una contemporanea che adoro è Alda Merini, non solo per il suo stile, ma per quello che è riuscita a trasformare in positivo nella sua vita, che ha poi riversato in poesia; ecco, questo è un esempio di poesia che consiglio a chi invece non l’apprezza o non la ama.

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