Pier Tulip si è laureato in Fisica a Napoli e ha insegnato questa materia nelle scuole superiori. Da diverso tempo si occupa di ricerche su argomenti di tipo esoterico. Ha pubblicato tre libri: RUM MOLH, KRST e IL CODICE DI MARMO, oltre ad altre piccole opere, racconti e saggi.
Noi gli abbiamo rivolto qualche domanda per conoscerlo meglio.
Ciao Pier, benvenuto nel nostro blog.
Ciao a tutti, e grazie a te, per questa intervista.
Chi è Pier Tulip? Immagino che Pier Tulip sia uno pseudonimo. C’è un motivo legato al libro per cui hai scelto di non esporti?
Uno pseudonimo adottato per stare tranquillo nel mio privato, in quanto ho un carattere riservato e sono anche abbastanza avanti in età. Ho adottato questo pseudonimo dal mio primo libro, “Rum Molh”, che già presentava delle deduzioni non canoniche.
Com’è nata l’idea di scrivere “Il codice di marmo”?
Dopo aver scritto due saggi, anche se “Rum Molh” è anche una biografia romanzata, ed aver operato su Internet per far conoscere le mie tesi, mi sono accorto che una trattazione scientifica era difficile da recepire, per cui ho pensato di narrarle in forma romanzata tramite un dialogo. Nel libro ho, quindi, usato uno schema di scoperta in cui ci si pongono delle domande e si cercano delle risposte, mettendomi principalmente nei panni di un interlocutore, nel caso specifico una giovane bibliotecaria, che non ha nessuna nozione degli argomenti oggetto della ricerca. La giovane ha una parte attiva anche nel proporre deduzioni, e spero che possa impersonare il lettore tipo e renderlo partecipe.
Un libro che già al momento della stesura rappresentava una provocazione. È stato effettivamente così?
In effetti si. Il libro nasceva da una provocazione già pubblicata in forma di saggio, “KRST – Gesù un mito solare”, in cui si sovvertivano le normali credenze sul Cristianesimo. Sostituirei, però, la parola “provocazione” con “convinzione”, perché ho pubblicato le mie idee in quanto convinto che fossero sufficientemente accettabili e degne di essere esaminate.
Cosa ha portato un professore di fisica ad approfondire i miti egizi, il mitraismo e il culto di Serapide?
È stata la naturale evoluzione di un’indagine partita su suggerimento di Raimondo di Sangro, il protagonista del mio primo libro, il quale, nella sua lettera cifrata, prospettava una commistione fra il cristianesimo e il mito egizio. Naturalmente non è stato facile, ma le letture di “Iside e Osiride” di Plutarco, la prima parte dello “Zeitgeist” di Acharya S, e “L’Origine di tutti i culti” di Dupuis, di cui ho tradotto, commentato e pubblicato un estratto di quattro capitoli, insieme ad una lunga bibliografia accumulata nel corso degli anni e che potete trovare sulla pagina FB del “Codice”, mi hanno indicato la strada, giù aperta col mio saggio “KRST” in cui avevo decodificato in chiave allegorica un gruppo di frasi ed espressioni dei Vangeli canonici.
Cos’è per te la religione?
Da quaranta anni avevo la convinzione che fosse una superstizione, e gli ultimi approfondimenti me ne hanno data la conferma. Nel racconto evangelico vi erano troppi elementi che la mia formazione scientifica mi impediva di accettare.
Il titolo del tuo libro “Il codice di marmo” riporta alla mente quello di Dan Brown, “Il codice Da Vinci”. Ti è capitato di sentirti associato allo scrittore statunitense?
Ho seguito Dan Brown dal suo primo libro e sono rimasto affascinato dal “Codice da Vinci” e da “Angeli e demoni”. Purtroppo ho dovuto constatare che la sua ipotesi, peraltro già espressa da altri autori, cioè che Gesù avesse per compagna, se non addirittura per moglie, la Maddalena rappresentata nel “Cenacolo” di Leonardo, non reggeva. Una mia analisi del “Cenacolo”, riportata anche nel “Codice di Marmo”, la confuta presentando una spiegazione alternativa su base mitica. In verità, il titolo del mio libro non si rifà tanto al suo, ma ad un altro “Codice”, quello di Raimondo di Sangro scolpito nel marmo delle statue della Cappella Sansevero.
Le tue ricerche sui miti egizi continueranno ancora?
Penso di no. Reputo che quanto ho riportato nel “Codice di Marmo” sia definitivo; la decodifica del mito egizio era funzionale a capire il mito cristiano. Questi anni di confronto con i miei interlocutori sul web (Ho una pagina per Pier Tulip e una per ogni mio libro su Facebook e ho partecipato a diversi Forum di discussione) mi hanno sempre più permesso di affinare la mia tesi.
Ritieni che il Cristo della Cappella Sansevero sia velato perché nasconde un segreto. Molto sinteticamente, puoi dirci qual’è?
Non solo il Cristo velato nasconde un segreto, ma ben altre dodici opere della Cappella Sansevero: l’altare, Cecco sulla porta d’ingresso, le statue ai pilastri. Il segreto del Cristo velato è certo, proprio perché velato, ed è racchiuso in questa frase: “Non piangete. Sono unico, della stessa natura di mio padre e torno a mia madre col mio due volte volto. Or son degno d’Iram”. Non è chiara? Basta aggiungere che Raimondo di Sangro identifica la madre con Iside e il padre con Osiride. Chiaramente Raimondo non parla in modo letterale, ci vuole solo mandare un messaggio massonico e alchemico, e questo messaggio viene da me analizzato e sviluppato negli ultimi capitoli del “Codice di Marmo”.
Il mondo dei social può rappresentare una grande opportunità per gli scrittori emergenti. Lo è anche per te?
Ho contattato i maggiori editori senza ricevere nessuna risposta. Farti conoscere sui social però è difficile perché i tuoi interlocutori sono diffidenti. Inoltre sei combattuto, da una parte, dalla necessità di far conoscere la tua tesi e, dall’altra, dalla necessità di non renderla completamente pubblica in modo da suscitare curiosità per scoprire il messaggio completo. Per essere accettati è fondamentale avere delle recensioni positive per cui sto cercando recensori nei vari gruppi di lettura sul web.
Perché dovremmo leggere il tuo libro?
Perché non è banale. Presenta elementi originali di indagine e di scoperta. E le scoperte sono così incredibili che potevano essere comunicate solo in modo romanzato.
Desideri aggiungere qualche altra cosa?
Si. Grazie per l’interesse che hai mostrato per le mie opere. Spero di essere stato esauriente nelle risposte e di aver destato interesse anche nei lettori.
Ti ringraziamo per essere stato con noi.