Intervista ad Andrea Giostra

Andrea Giostra è un uomo dalla personalità poliedrica, laureato in psicologia clinica, appassionato di arte, cinema e di cultura.  I suoi articoli di Cinema e di Cultura vengono pubblicati da magazine online e giornali della carta stampata tra i quali: “La Repubblica-Palermo” Inserto Cultura. Con le sue Novelle presenta uno spaccato culturale siciliano di tutto rispetto. Noi lo abbiamo incontrato per saperne di più.

Novelle brevi di Sicilia la recensione

Ciao Andrea e benvenuto nel nostro Blog.

Parliamo delle tue Novelle. Piccole storie di vita quotidiana. Come nascono?

È una storia un po’ strana e inusuale quella che ha dato vita a queste piccole immagini letterarie, come le chiamo io. Nel senso che non sono dei racconti, ma forse non sono neanche delle novelle, ma solo delle piccole scene di vita quotidiana che ho vissuto direttamente o delle quali sono stato testimone diretto. Sono piccole immagini nelle quali molti di coloro che le hanno lette riescono a identificarsi con estrema facilità. Come nascono? Nascono con il mio vecchio Nokia E90. Nel mio lavoro mi capitavano spesso momenti di attesa prima di iniziare una riunione, prima di iniziare un incontro, prima che arrivasse la persona che aspettavo in un hotel, in un bar, in un ufficio. Oppure, durante la mia partecipazione a convegni o a conferenze… stavo lì ad ascoltare persone che qualche volta non dicono nulla di interessante, e allora con questo Nokia E90 mi mettevo a scrivere o a prendere appunti su cose che avevo vissuto o che stavo osservando in quel preciso momento. Scrivevo le mie impressioni in due-tre minuti. Poi le rileggevo, e se mi piacevano, diventavano queste piccolissime storie che condividevo con un MMS a pochi amici che sapevo si sarebbero divertiti a leggere quelle poche righe. Sette dieci anni fa, quando ho scritto le Novelle, l’MMS era un messaggio inviato col cellulare che poteva contenere molti caratteri… allora non c’era WhatsApp né Messenger di uso così diffuso

Ciò che emerge dalla lettura è il forte senso di appartenenza dei personaggi alla propria Terra. È così anche per te?

È qualcosa che mi hanno detto o scritto in molti di quelli che hanno letto le Novelle brevi di Sicilia. Se devo essere sincero, io quando le ho scritte non avevo in mente nessun messaggio o meta-messaggio. Erano delle piccole scene da immortalare per me e con le quali far sorridere qualcuno dei miei amici. Nulla di più. Non ho mai pensato, né allora pensai, di pubblicarle e di farle leggere ad un pubblico che poi nel tempo è diventato così ampio, con mio grandissimo stupore e meraviglia, se consideriamo che dal mio Blog le hanno lette quasi dieci mila persone. Sono delle storie di siciliani, di palermitani, questo sicuramente. Personaggi che si caratterizzano per un attaccamento viscerale alla loro terra, alle loro tradizioni, che trasmettono in modo forte e viscerale i loro costumi, la parlata con la cadenza tipica del siciliano, per la cultura… un attaccamento che tutti possono vedere e osservare se, per esempio, si addentrano nei quartieri del centro storico di Palermo o nei suoi mercati popolari come Ballarò. Sono questi i personaggi… veri e reali. Non c’è nulla di inventato. Solo raccontato con il mio modo di scrivere che alterna l’italiano al dialetto siciliano, con una struttura narrativa, con una armonia e cadenza sonora più dialettale che dell’italiano ortodosso. È forse anche per questo mio modo di scrivere così atipico, stanno piacendo così tanto… non lo so!

La Sicilia è una Terra ricca di cultura a 360° e, da “siciliana adottata”, non ho potuto che “visualizzare” ogni parola descritta nelle Novelle. Perché secondo te è così facile amare questa Regione?

La Sicilia è una terra che trasuda cultura, storia, tradizioni da ogni sasso, da ogni edificio, da ogni pietanza, dalla lingua dialettale parlata della quale per molti anni la piccola e media borghesia siciliana si è vergognata di utilizzare. La Sicilia, negli ultimi duemila e cinquecento anni, ha avuto sedici dominazioni, ognuna delle quali ha lasciato segni profondi che sono stati poi contaminati dalla dominazione che l’ha sostituita. Tutto questo lo puoi vedere benissimo nell’architettura, nella lingua e soprattutto nei cibi. Ecco, i cibi siciliani hanno una varietà che non trovi in nessun’altra regione del mondo, proprio perché le sedici dominazioni che si sono succedute negli ultimi duemila e cinquecento anni hanno lasciato anche questo interessante elemento, la varietà culinaria. È ovvio, a questo punto,rimanere folgorati e affascinati dalla Sicilia e da tutto quello che possiede anche in termini di natura. I siciliani sono portatori inconsapevoli di tutto questo, di questa cultura millenaria. Non lo sanno perché ne fanno parte sin dalla nascita. Lo capiscono quando emigrano all’estero per studio o per lavoro, e si rendono conto di avere una marcia in più rispetto a tutti coloro che incontrano nella loro vita fuori dalla Sicilia. Tutto questo non può che catturare chiunque e conquistarlo inesorabilmente.

Chi è Andrea Giostra?

Chi sono? Questa è una bella domanda alla quale ho sempre avuto molta difficoltà a rispondere. Faccio tantissime cose e mi appassiono ad altrettante tantissime cose, scusa il bisticcio di parole. Restringerei il campo ad una delle mie passioni, la lettura e la scrittura, per dirti che sono sempre stato appassionato alla conoscenza e al sapere. Per me questo percorso è sempre avvenuto attraverso la lettura di saggi, monografie, fumetti, racconti, romanzi… iniziato alle elementari e poi alle medie con letture adatte ai bambini ovviamente. Ho letto veramente tantissimo, ma ci sono stati alcuni autori che mi hanno folgorato e che certamente mi hanno segnato dal punto di vista della mia crescita culturale e analitica se vogliamo. Al liceo ho iniziato a leggere Pirandello e Dostoevskij, e questo è stato certamente un primo importante tassello per comprendere le dinamiche dell’animo umano e la profondità delle nostre emozioni. All’università ho dovuto studiare Sigmund Freud che mi ha letteralmente catturato, dopo la prima fase di necessaria incomprensione dei suoi modelli interpretativi e delle sue teorie psicodinamiche. Potremmo dire questo per presentarmi: una persona che prima di iniziare a scrivere, o meglio a condividere quello che scrive, ha letto tantissimo e di letture non certamente leggere.

Come è nato il tuo amore per la scrittura e quali sono state le letture e gli autori che hanno influenzato il tuo stile?

Il mio stile di scrittura, se possiamo chiamarlo così, come dicevo prima, è un po’ atipico. Non ha nulla a che vedere con gli autori che mi hanno appassionato e che ho letto con curiosità ed interesse. Il mio modo di scrivere è quello del linguaggio delle strade di Palermo o della Sicilia, con le sue cadenze, con la sua armonia, con i suoi ritmi, con le frasi buttate qua e là in dialetto siciliano che danno significato e pregnanza culturale a quello che sto raccontando. È il dialetto che si parla nelle case, nelle strade, nei mercati. Credo che il mio modo di scrivere sia stato molto influenzato dalla cultura popolare palermitane e siciliana, che è la mia cultura, della quale sono orgoglioso e ne vado fiero. Se poi vogliamo parlare dei miei autori preferiti… il discorso diventerebbe complicato perché ce ne sono davvero tantissimi e rischierei di fare un elenco lunghissimo che non avrebbe molto senso in questa nostra chiacchierata. Ma detto questo, quelli che sicuramente hanno lasciato un segno profondo nel mio modo di pensare e di vedere le cose, potrei restringerli a tre… e rispetto alle letture che ho fatto da adolescente prima e da giovane universitario poi,sono Pirandello, Dostoevskij e Sigmund Freud. Come tutti sanno, sono grandissimi personaggi della scienza e della letteratura, e mi hanno dato gli strumenti per comprendere quello che accade dentro l’animo umano, o come si direbbe in psicologia clinica, leggere quelli che sono i moti pulsionali, i conflitti interiori, le dinamiche intrapsichiche, i meccanismi di difesa, le nevrosi e le psicosi che ogni essere umano vive nella sua vita quotidiana. Quelle dinamiche che Sigmund Freud, in un suo bellissimo saggio psicoanalitico ha definito “Psicopatologia della vita quotidiana”. È chiaro a tutti che Freud non è un romanziere, non è un novellista, e secondo me, alla luce dei miei studi, non è un autore che si può leggere come si legge un romanzo o un saggio qualsiasi. Non è un autore per tutti insomma. Il passaggio da Pirandello e Dostoevskij a Freud è notevole, romanzieri i primi due giganti, il più grande teorico della psicologia clinica il secondo. Le letture dei romanzi e dei racconti di Pirandello e Dostoevskij, e lo studio approfondito della psicoanalisi freudiana che ho fatto con l’aiuto del mio famoso professore di psicologia clinica di allora, lo psicoanalista Lucio Sarno, mi hanno fornito gli strumenti clinici e interpretativi per comprendere e leggere meglio l’animo umano, l’intimità delle persone, capire cosa succede dentro quando c’è un agito di un certo tipo, un comportamento apparentemente incomprensibile ai più, cose di questo tipo insomma. È chiaro però che Pirandello, Dostoevskij e Freud hanno in comune soltanto l’oggetto dei loro scritti, il profondo dell’animo umano, l’inconscio se vogliamo dirla in psicoanalisi, con tutto quello che genera nella vita relazionale, sociale e quotidiana. Ma mentre i primi due nei loro romanzi e racconti lo descrivono, Freud cerca di comprenderne la struttura e le dinamiche per poi intervenire clinicamente per modificare lo stato psichico delle persone in cura perché stiano meglio, perché guariscano dai loro traumi, perché risolvano i loro conflitti interiori. Sono due approcci di studio e di osservazione completamente diversi, ma certamente complementari.

Su alcune cose solo la lingua locale può renderne efficace il vero significato. Pensi ci sia ancora chi storca il naso davanti a frasi dialettali riportate sui romanzi in genere, o è un “problema” ormai sdoganato?

A Palermo sicuramente sì. La piccola e media borghesia palermitana, per esempio, aborra il dialetto siciliano come se parlarlo li costringesse a ritornare ad un livello socio-culturale che non sentono più proprio, che non li appartiene, dal quale disperatamente vogliono stare distanti, quello popolare appunto. Ai loro figli, infatti, parlano il loro italiano e li obbligano a non parlare il dialetto siciliano. Ma è un italiano che è la traduzione letterale del dialetto siciliano. E quindi, alla fine, spesso non riescono a parlare bene né l’italiano né il dialetto siciliano. Una vera e propria frittata culturale.  Cosa molto diversa è per gli intellettuali veri, per le persone di cultura, per l’alta borghesia e la nobiltà palermitana che a Palermo mantiene ancora un ruolo molto importante dal punto di vista culturale e sociale. Per loro il dialetto siciliano è un elemento di identità culturale molto forte e all’occorrenza esibire, del quale andare fieri. Parlano benissimo la lingua italiana, ovviamente, ma sanno parlare benissimo anche il dialetto siciliano. Alternano sapientemente, rispetto ai contesti nei quali si trovano in quel particolare momento, la lingua italiana o il dialetto siciliano. Questa è la prospettiva che a me piace molto e che pratico anche io nella mia quotidianità. E sono davvero contento che l’attuale governo regionale, qualche giorno fa, abbia approvato una legge perché,dal prossimo anno scolastico 2018-2019, la storia della Sicilia e il suo dialetto vengano insegnati nelle scuole medie e medie superiori della regione. Speriamo però che gli insegnanti siano all’altezza! (sorride)

Un colore, un profumo, e una canzone per descrivere le Novelle. Quali, e perché?

I colori, i profumi e i suoni della mia terra, della Sicilia, della sua bellissima natura, del suo mare, del suo sole. Non mi viene in mente altro. Sono così densi e pregnanti di sensazioni e di emozioni, che riescono a generare in modo naturale in chi li vive abitando la nostra isola, anche da semplice viaggiatore, che non hanno bisogno che venga aggiunto altro.

Quanto è importante, secondo te, mantenere vive le tradizioni popolari?

Sarò un tradizionalista, non lo so, ma credo che le radici in ogni essere vivente siano la cosa più importante per la sua identità e per il suo modo di vivere la vita. Se non ci sono radici, non c’è identità, e se non c’è identità, allora l’equilibrio è sempre molto precario, instabile e disorientante. L’uomo e la donna, per vivere appieno la loro vita e le loro emozioni, hanno bisogno di sapere chi sono e da dove vengono. Qual è la loro famiglia, la loro cultura, le loro tradizioni, i costumi e il modo sano di relazionarsi con il prossimo. Tutte queste cose fanno parte dell’identità culturale e sociale di una persona. Non riesco ad immaginare un essere umano senza alcuna identità. Non saprei definirlo. È per questo che tutte le tradizioni sono molto importanti, proprio per sapere chi siamo e da dove veniamo. Ricordarle periodicamente non può che far bene a tutti noi. E le tradizioni della Sicilia sono davvero tante, peculiari e bellissime, con una potenza culturale che non trovi da nessun’altra parte del mondo.

Progetti per il futuro prossimo?

La pubblicazione del mio prossimo libro. Pochi mesi fa ho infatti terminato di scrivere “Mastr’Antria e altri racconti”. È un libro ancora inedito. Mi piace moltissimo e lo sento particolarmente mio perché gli otto corposi racconti che fanno parte della raccolta, hanno tutti a che fare con mie dirette esperienze di vita, a partire dall’infanzia. Un paio sono racconti che vedono protagonisti i miei nonni paterni, Mastr’Antria, mio nonno, e mia nonna Vita della quale ho già raccontato nelle Novelle brevi di Sicilia. Sono storie legate ad un periodo felice e spensierato della mia infanzia, ma anche di educazione e di apprendimento che mi venivano trasmessi con le narrazioni e soprattutto con l’esempio di vita quotidiana dalla mia famiglia. Poi ci sono alcuni racconti che parlano di sentimenti, di passioni, di amore vissuto, doloroso e a tratti spensierato. Li hanno letti pochissime persone, i miei lettori di fiducia, una ventina di persone in tutto. Una di loro, Daniela Cavallini, giornalista e scrittrice monzese, dopo aver letto il libro in anteprima, ha pensato di fare una rubrica settimanale su “La Voce” di Milano, un magazine lombardo molto letto in quella regione, con articoli settimanali che prendono spunto dai racconti. Questo imprevedibile risvolto, per me è stato molto piacevole e interessante.Il lettore che fossecurioso di leggerli, potrà trovarli qui: https://www.lavoce.online/2018/05/19/dai-racconti-di-andrea-martina-una-donna-che-ama-troppo/

C’è qualcosa che vuoi aggiungere prima di salutarci?

Se qualcuno dei tuoi lettori fosse curioso di leggere le Novelle brevi di Sicilia, potrà cliccare qui e le leggerà gratuitamente online:

https://andreagiostrafilm.blogspot.it/2017/09/novelle-brevi-di-sicilia-mia-nonna-vita.html

Se invece volesse sapere qualcosa di più della raccolta “Mastr’Antria e altri racconti”, potrà visitare la pagina ufficiale Facebook di lancio del libro, che è questa:

https://www.facebook.com/MastrAntria/

Le mie pagine social sono invece queste:

https://andreagiostrafilm.blogspot.it

https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/

Ti ringraziamo di averci dedicato un po’ di tempo e a presto.

Ringrazio te per avermi ospitato nel Blog, e buone letture a tutti i tuoi follower.

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

2 Risposte a “Intervista ad Andrea Giostra”

  1. Ringrazio pubblicamente Teresa Anania per l’attenzione che ha posto alla lettura delle Novelle brevi di Sicilia, alla recensione che ha scritto sul Blog “Il mondo incantato dei libri” dopo averle lette, e all’intervista che mi ha molto onorato, con domande intelligenti che concentrano l’attenzione sulla sicilianità della cultura e della scrittura. Intervista che oggi Teresa ha pubblicato sul suo interessante Blog “Il mondo incantato dei libri”.
    Ringrazio Elisa Santucci, autore e creatore del Blog “Il mondo incantato dei libri”, che onorandomi mi ha ospitato nel suo bellissimo e interessante Blog che si occupa di lettura e scrittura con grande passione e oculata competenza… elementi molto difficili da trovare oggi… soprattutto nei social …
    Grazie a voi tutti e buon lavoro… Andrea Giostra

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