Intervista ad Andrea Pasquale

Le tribolazioni di un italiano in Cina, Andrea Pasquale

Andrea Pasquale nasce all’inizio degli anni Ottanta in Molise. Fin da bambino dimostra scarsa propensione per lo sport e una passione sfrenata per il mondo nerd, che ben gli valgono l’attenzione dei bulletti e il soffocamento di ogni speranza di contatto con il mondo femminile. Nel 2001 si iscrive a Relazioni Internazionali. Nel 2006 vince la borsa di studio Erasmus e fa festa a Granada per dieci mesi. Qui, tra cocktail mefistofelici e donne di facile seduzione, impazzisce e dall’anno seguente comincia a prendere più aerei che autobus. Si ritrova così ad essere guida turistica in Francia, muratore in Spagna, cameriere in Giappone, studente in Scozia, stagista in Uruguay e Belgio e turista incallito. Nel frattempo, trova anche il modo di regalare qualche migliaio di euro a un costoso quanto inutile Master fighetto. Nel 2010 vola in Cina e, dopo un turbolento periodo iniziale di adattamento, trova finalmente qualcuno disposto a pagarlo non in buoni pasto. Correntemente prosegue il suo lavoro come insegnante di italiano, spagnolo e inglese presso varie scuole e università cinesi e continua imperterrito a viaggiare per il mondo.

Abbiamo letto il suo libro “Le tribolazioni di un italiano in Cina” Qui la recensione

Ci siamo messi in contatto con lui e ci rilasciato questa bellissima intervista.

Ciao Andrea benvenuto nel nostro blog

Ciao Elisa e un saluto a tutti gli utenti del tuo bellissimo blog. Prima di iniziare, lasciami dire che è un onore sia essere ospite qui da te che averti potuto “conoscere” online. Dalle nostre brevi chiacchierate, ho potuto percepire la passione con cui gestisci questo blog e la tua apertura mentale nella lettura. Quindi… complimenti e grazie per l’ospitalità!

Il tuo libro “ Le tribolazioni di un italiano in Cina” è esilarante ma profondo, un’ironia intelligente a mio avviso , vuole essere anche una critica non troppo velata alla situazione lavorativa italiana?

Beccato, eh eh. “Le tribolazioni di un italiano in Cina” narra di fatti realmente avvenuti, compreso il prologo nel quale racconto di colloqui andati male e della frustrazione di non sapere dove sbattere la testa per trovare un impiego nell’Italia di ormai dieci anni fa e che oggi pare non sia affatto cambiata. Ti dirò anzi che “Le tribolazioni” è soprattutto questo. Più che una bonaria presa in giro di abitudini e persone per noi strane e di guai ai limiti dell’umana sopportazione, è una dura condanna al mercato del lavoro italiano che umilia da almeno due decadi le nostre generazioni nell’indifferenza completa della politica.

Come mai hai sentito l’esigenza di raccontare la tua storia, ricordo che il libro è autobiografico come spieghi nella post prefazione.

Sì, ricordi bene. Credo che abbia sentito l’esigenza di raccontare questa storia per vari motivi. Innanzitutto, è una vicenda oggettivamente divertente e ogni volta che la raccontavo la gente mi pregava di metterla su carta. “Dovresti scriverci un libro”, è la frase fatta che si dice sempre, no? Beh, contro ogni previsione io l’ho messa in pratica. In secondo luogo, ero un po’ stanco delle banalizzazioni che si fanno sull’italiano che emigra all’estero e sul giovane che non trova lavoro. Ci hanno chiamati  viziati, bambocci, mammoni e perfino codardi poiché lasciamo il nostro Paese al suo destino. In realtà, emigrare comporta sacrifici, lontananza dagli affetti più cari, spirito d’iniziativa e una bella dose di coraggio. E non sempre si ha la fortuna di sfondare, anzi. Infine, credo che l’esigenza di far conoscere la mia storia derivi dal fatto che sto diventando vecchio, ah ah ah (Elisa, qui è la parte giusta in cui mi devi dire “Ma no, che dici, sei giovanissimo!”).

E’ stato difficile rendere pubblica in un libro la tua vita?

No, affatto. Non mi vergogno di (quasi) nulla quello che è accaduto. Inoltre, dare al protagonista un nome diverso dal mio in questo senso mi ha aiutato: era come se quella non fosse la mia storia, ma la sua.

Un racconto di viaggio che ha come fine il raccontare e mettere in evidenza l’apertura mentale verso nuove culture e del “ diverso”, raccontaci la tua esperienza come viaggiatore del mondo.

Guarda, ho viaggiato e lavorato in moltissimi posti, facendo di tutto. Sono stato cameriere, muratore, stagista, insegnante e guida turistica. Non c’è un singolo Paese che non mi abbia lasciato esperienze magnifiche e ricordi indelebili dentro. Viaggiare mi ha aperto la mente e credo mi abbia reso una persona migliore. Come scrivo anche nel libro, ormai il viaggio è la mia personale forma di preghiera, mi rende umile e felice allo stesso tempo. E pensa che fino a vent’anni avevo paura dell’aereo e non parlavo nessuna lingua straniera. Furono una persona in particolare e poi l’Erasmus a farmi capire che c’era vita che pulsava oltre la mia città di provincia.

La Cina nella sua vastità, con i suoi grandi chiaroscuri ed abitudini di vita completamente opposte alle nostre occidentali, come sei riuscito ad inserirti ?

Come avrai capito leggendo il libro, non è stata certo una passeggiata, ma neanche è stato così complicato come si potrebbe pensare. L’immagine che abbiamo dei cinesi è spesso fuorviata dall’informazione e dai nostri stereotipi. In realtà, il cinese medio è molto curioso nei confronti dello straniero, lo accoglie come un ospite d’onore ed è disposto ad aiutarlo in modi che forse noi abbiamo perso. Non è un popolo privo di difetti ed hanno davanti delle sfide ambientali niente male, ma quello che si percepisce da qui è che loro stanno spiegando le ali verso l’alto, mentre noi invece stiamo tornando indietro, forse troppo. Molte volte mi sono sentito più straniero in Italia che in Cina, soprattutto ultimamente con le strombazzate dei social e della nostra imbarazzante TV.

Peter , la Sisnedu una fantomatica azienda cinese che si scopre truffaldina; ci racconti realmente come hai fatto ad uscirne e comunque riuscire ad apprezzare i cinesi onesti, alla fine attualmente vivi in Cina.

Ne sono uscito nel modo “tribolato” descritto nel libro e che non ti dico qui per non spoilerare il finale. Tornato in Italia, c’è stata un’attenta indagine della polizia sulla questione, ma poi nulla più. Non ho avuto più notizie della Sisnedu e dei suoi accoliti. Credo di essere riuscito ad apprezzare le persone che mi hanno dato una mano, che sono state tante, più che a odiare quelli che mi hanno truffato. Alla fine, i poco di buono sono una categoria presente ovunque e non hanno niente a che fare con confini e nazionalità.

Quando hai deciso di mettere su carta la tua storia , qual era  il messaggio che volevi lanciare?

Volevo scrivere un inno al viaggio che desse l’impressione di essere stato scritto dal tuo migliore amico. Avevo bisogno di una ventata d’aria fresca che spazzasse via i discorsi razzisti e xenofobi che ci dobbiamo sorbire ad ogni minuto della giornata. Non meno importante, volevo denunciare il sistema Italia. Un Paese che polverizza due generazioni con cotanta indifferenza non è neanche più sull’orlo del baratro, sta già cadendo, e prima o poi il fondo si toccherà e ci si farà male.

Chi è Andrea Pasquale uomo e chi è Andrea Pasquale scrittore.

Andrea Pasquale uomo è un sognatore, un nerd coi fiocchi, un banalizzatore nato, è costantemente in ritardo e si ritrova sempre nelle metà sbagliate dell’umanità. Lo scrittore non c’è, nel senso che non ho la presunzione di definirmi tale dopo un solo libro. Diciamo che sono un lettore avido a cui piace raccontare storielle, ed in questo caso l’uomo e l’autore combaciano perfettamente.

In poche parole perché dovremmo leggere il tuo libro?

Dovreste leggerlo qualora voleste passare qualche ora in compagnia di un libro leggero che vi faccia sorridere ed anche nel caso in cui voleste scoprire un punto di vista della Cina alternativo, meno da “guida turistica”. Fidatevi, dopo le mie tribolazioni le vostre acquisteranno tutt’altro sapore, ah ah.

Andrea ti ringrazio di essere stato con noi.

Grazie a voi e a presto!

 

 

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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