Carlo Legaluppi è nato nel 1957 a Manciano, in provincia di Grosseto. Giovanissimo, si è trasferito nel capoluogo, dove risiede tuttora. Lavora a Siena, presso un primario Gruppo Bancario, in qualità di Dirigente Centrale. La morte viene dal passato – Nubi scarlatte è la sua seconda pubblicazione, seguito ideale del romanzo d’esordio La ottava croce celtica – Nulla è come sembra (Alter Ego, 2016), che nel 2017 ha vinto il Premio Speciale della Giuria alla IX edizione del Premio Letterario Internazionale “Città di Cattolica – Pegasus Literary Awards” ed è arrivato finalista al Concorso Nazionale di Narrativa e Poesia “Argentario” noi lo abbiamo intervistato per voi:
Chi è Carlo Legaluppi?
Sono un Dirigente bancario che lavora a Siena e risiede a Grosseto, nel cuore della Maremma toscana, nella cui provincia è ubicato anche il borgo di Manciano che mi ha dato i natali. Sin dall’infanzia ho dedicato molto tempo alla lettura e sono da sempre un acquirente compulsivo di libri (in particolare, thriller, gialli, noir e romanzi storici).
Come nasce la tua passione per la scrittura e come ti sei avvicinato al Thriller?
Come ho accennato, la lettura è sempre stata una delle miei principali passioni e durante l’adolescenza, come molti miei coetanei, componevo poesie incentrate spesso su temi politici e sociali (eravamo nel periodo post ’68). La voglia di scrivere un libro (che, prima o dopo, coinvolge molti appassionati lettori) è rimasto a lungo relegata tra i sogni chiusi nel classico cassetto fino a che, diversi anni fa, ho chiesto a mia figlia maggiore Vanessa di leggere alcuni capitoli di un romanzo di avventure che stavo abbozzando. Il suo incoraggiante giudizio mi ha spinto ad andare avanti e, pur non avendo completato quell’opera (chissà se mai lo farò!), si è fatta strada nella mia mente la trama che ha dato vita al libro che ha inaugurato la mia trilogia di thriller: “La ottava croce celtica – Nulla è come sembra”. Ho scelto di scrivere thriller innanzitutto perché è uno dei generi letterari che amo di più e perché, a mio avviso, è quello nel quale si riesce a coniugare ai principali elementi che lo caratterizzano (azione, tensione, velocità di narrazione, approfondimento delle motivazioni alla base dei delitti), altri aspetti che ritengo centrali nel mio modo di scrivere: l’analisi introspettiva dei personaggi e la messa in luce dei sentimenti che li contraddistinguono.
Che lettore è Carlo Legaluppi?
Mi definisco un lettore con l’illusione dell’immortalità. Leggo infatti moltissimo ma, contemporaneamente, acquisto una quantità considerevolmente superiore di nuove opere, rigorosamente cartacee e, salvo rarissime eccezioni, recandomi in libreria. Cosicché il numero dei libri in giacenza aumenta costantemente ed inesorabilmente, con mio grande cruccio. Ma ormai ritengo che questo processo sia irreversibile.
C’è qualche autore che ha in qualche modo ispirato e condizionato la tua scrittura?
Nessuno in particolare, anche se amo moltissimo i libri di grandi autori di thriller, gialli e noir quali Lee Child, Daniel Silva, Antonio Manzini, Maurizio De Giovanni e Carlo Lucarelli, che hanno creato personaggi seriali di notevole caratura. Non ho tratto ispirazione neppure dal celebre Dan Brown, ideatore del famoso Professor Robert Langdon, al quale è stato più volte paragonato dai media il protagonista delle mie opere, Sir Alexander Martini- Miller (Alex per gli amici).
Come altri grandi autori di thriller hai scritto libri con lo stesso protagonista come mai questa scelta, questa continuazione il tuo personaggio ha ancora molto da dire?
Premesso che non voglio e non posso assolutamente paragonarmi ai grandi maestri del genere, alcuni dei quali ho citato in precedenza, devo dire che la mia idea originaria era quella di scrivere un unico libro incentrato sulla figura di un ex ufficiale del SAS inglese di stanza a Belfast negli anni ’90, nell’ultimo periodo degli scontri tra cattolici e protestanti prima del processo di pace del ’98. Terminata la storia mi sono però reso conto che avevo ancora tante cose da narrare su questo personaggio e sulle varie figure che gli ruotavano intorno e… oggi mi ritrovo a scrivere il quinto libro della serie. Credevo che fosse una fantasiosa leggenda quella dei personaggi che prendono il sopravvento sul loro autore, ma nel mio caso è stato proprio così. Man mano che completavo un’opera mi si sono affacciate alla mente nuove avventure, stimolando ulteriormente la mia fantasia e spingendomi a proseguire. E, ad oggi, le idee sono così tante che non riesco ad immaginare quando e come la serie terminerà.
Parlaci dei tuoi libri ed in particolare dell’ultimo che stai presentando in giro per l’Italia “La morte viene dal passato – Nubi scarlatte”.
I due thriller pubblicati dalla Alter Ego Edizioni costituiscono i primi capitoli di una trilogia focalizzata sul passato irlandese del protagonista. Conseguentemente, l’Irlanda svolge un ruolo fondamentale nelle mie storie e resta sullo sfondo anche quando le vicende si svolgono altrove. Il primo libro “La ottava croce celtica – Nulla è come sembra” ruota intorno ad un complotto volto a sovvertire l’esito delle ultime elezioni presidenziali statunitensi, del quale Alex viene informato in maniera rocambolesca da un suo ex commilitone del SAS. Ci tengo a dire che, pur avendo scritto questa opera circa quattro anni prima dello svolgimento di tali elezioni, alcuni dei fatti narrati si sono rivelati premonitori rispetto a quando è poi effettivamente accaduto. All’uscita nel 2016 di quest’opera ha fatto seguito lo scorso anno la pubblicazione de “La morte viene dal passato – Nubi Scarlatte”. In questo libro si comprendono le ragioni, accennate nella storia precedente, che avevano spinto Alex a lasciare il SAS ed il servizio attivo poco dopo essere stato promosso capitano e nominato Sir, per dedicarsi a rilanciare un’industria d’informatica a Milano. Nel capoluogo lombardo Alex trascorre un’esistenza molto positiva e piena di soddisfazioni sul piano professionale, ma travagliata dal punto di vista degli affetti, in particolare dopo la rottura traumatica della relazione con la donna che ama (Melissa Rodonò), determinata da un tragico malinteso, i cui motivi si esplicitano in questo secondo thriller. Il complesso passato del protagonista (un quarantenne affascinante e prestante) è però in agguato e, come nella prima opera, lo precipita in una spirale di sangue, mettendo a rischio la sua vita e quella delle persone che gli sono care. Alex viene infatti convocato urgentemente dalla polizia in Irlanda, dove sono stati rinvenuti, tra Dublino e Belfast, i cadaveri orrendamente mutilati di quattro uomini del suo ex plotone del SAS e sono spariti altri due suoi ex commilitoni. Qui giunto, si trova a fare i conti con eventi terrificanti che considerava ormai dimenticati e sepolti. Misteriosi legami con la sua vita personale lo proiettano al centro di un allucinante piano di vendetta, che gira intorno alla figura di un miliziano repubblicano rimasto ucciso negli scontri del 1998.
Oggi gli scrittori emergenti usano molto il web ed i blog per promuoversi. Tu che rapporto hai con questo strumento e cosa ne pensi?
Come autore dedico particolare attenzione all’attività promozionale, utilizzando tutti i canali disponibili e ricercando anche formule innovative. In questa logica sono molto attivo su Facebook e, in misura minore, su Instagram e Youtube. Ho costanti contatti con il mondo dei blog e delle web radio che si occupano di libri e letteratura, in quanto lo ritengo molto efficace per far conoscere le mie opere al pubblico dei lettori. A tutto ciò affianco continui contatti con i mezzi di comunicazione più tradizionali (giornali, Tv locali…) e tanti momenti di confronto diretto con il pubblico. A questo proposito, ho già preso parte ad oltre cinquanta presentazioni/rassegne, dislocate su tutto il territorio nazionale ed organizzate in collaborazione con librerie, biblioteche, centri culturali, talora con la partecipazione di altri scrittori, poeti, attori e musicisti, in un’armonica fusione di generi e di esperienze culturali diverse. Prendo inoltre parte, in maniera piuttosto selettiva, a premi letterari ed in tre di questi (di cui due internazionali) le mie opere hanno ricevuto importanti riconoscimenti. Tutto questo ha anche positive refluenze sotto il profilo benefico, considerato che devolvo la metà dei miei diritti d’autore a “La Farfalla” Associazione Cure Palliative Loretta Borzi di Grosseto, che assiste gratuitamente, anche sotto il profilo psicologico, i malati oncologici gravi e terminali e le loro famiglie.
Perché dovremmo leggere il tuo libro?
Una domanda alla quale non è facile rispondere senza rischiare di cadere nell’autocelebrazione. La prima cosa che mi sento di dire a questo proposito può apparire scontata, ma credo che non lo sia: io che sono un appassionato del genere li leggerei. Come d’altra parte stanno già facendo moltissime persone amanti (e non) dei thriller, che stanno apprezzando la velocità della narrazione, che non si disperde in particolari marginali a vantaggio dell’azione tambureggiante e della suspense, senza però trascurare gli aspetti introspettivi e sentimentali che connotano i vari personaggi. Si tratta inoltre di storie caratterizzate da marcati aspetti scenografici, tant’è che in più occasioni le mie opere sono state definite “libri che si leggono come film”.
Ci sono anche film che hanno ispirato la tua fantasia? Se si, quali?
Uno in particolare. Il bellissimo film di Ken Loach “Il vento che accarezza l’erba”, ambientato durante la guerra d’indipendenza irlandese (protrattasi dal 1919 al 1921) e la successiva guerra civile. Vedendo quelle tragiche immagini e scorrendo le notizie riguardanti la situazione pregressa ed attuale di quella bellissima terra mi sono convinto che, quasi cento anni dopo i fatti narrati nel film, la questione nordirlandese fosse ancora attuale. Ho quindi individuato alcuni episodi accaduti negli anni ’90 durante gli scontri tra cattolici e protestanti, costruendo poi intorno ad essi storie inventate ma dai contorni realistici.
Hai scritto due libri: a quale dei due sei maggiormente legato e perché?
Sono legato ed apprezzo nella stessa misura tutti i libri che scrivo e non pubblicherei mai qualcosa della quale non fossi completamente convinto. Posso solo dire, parafrasando un noto adagio sull’amore, “il primo libro non si scorda mai”.
Qual è stata l’esperienza più emozionante legata alla stesura e alla presentazione dei tuoi romanzi?
Impossibile per me indicarne solo una. Circoscrivendo al massimo direi: la prima dedica che ho firmato; le tante sale gremite di gente attenta e partecipe; le premiazioni; il contatto con le persone che mi descrivono le sensazioni provate leggendo le mie opere; il recentissimo inserimento dei miei due thriller nel catalogo del “Libro parlato” dell’U.I.C.I. – Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Quanto c’è di Carlo nei tuoi libri?
Molto poco. Direi solamente alcuni pensieri e ragionamenti che il protagonista e qualche personaggio esplicitano in materia religiosa o relativamente a talune situazioni che sfuggono alla sfera razionale.
Perché hai scelto l’Irlanda come scenario?
L’Irlanda è una terra che mi ha sempre affascinato ed intrigato. Il film che ho citato di Ken Loach ha risvegliato in me l’attenzione per quell’isola ed il resto è avvenuto in maniera quasi scontata. Aggiungo che mi piace scrivere di luoghi che non conosco per far vagare liberamente la fantasia, come faceva il mitico Salgari. E, anche sotto questo aspetto, l’Irlanda rispondeva alle mie esigenze. Mi sono comunque ripromesso di visitarla, magari ripercorrendo le principali tappe dei viaggi di Alex.
Hai già in programma qualcos’altro?
Ho già completato il libro che chiuderà la trilogia ed un quarto thriller del quale è ancora protagonista il personaggio principale delle tre storie precedenti. Una quinta storia è in stesura. Con mia figlia Vanessa abbiamo anche realizzato il “numero zero” di una collana di gialli per ragazzi, che ha già riscosso interesse nel mondo editoriale. Al contempo, sto organizzando eventi e presentando libri di altri autori, con l’obiettivo di ampliare le mie conoscenze ed esperienze sotto il profilo culturale.
Carlo, ti ringraziamo di essere stati con noi ed auguri per il futuro.
Io ringrazio voi per l’attenzione e lo spazio riservatomi. Colgo anche l’occasione per salutare, oltre a voi, tutti i lettori del Blog.