Lorenzo Marone ormai una voce affermata ed apprezzata del nostro patrimonio letterario, dopo le 100.000 copie con ” Magari domani resto” esce con un piccolo gioiello ” Un ragazzo normale”.
Noi abbiamo avuto il privilegio di rivolgergli qualche domanda.
Un ragazzo normale, la recensione Qui
Buongiorno Lorenzo e benvenuto nel nostro blog.
In tutti i suoi libri lei parla di sentimenti a volte imperfetti e quasi sempre all’interno della famiglia, sente particolarmente questa tematica?
Sì, è il mio habitat naturale, parlare di relazioni, di sentimenti, dell’individuo, di rapporti genitori figli. Tutto parte da lì, dalla nostra infanzia, i nostri primi anni influenzano parecchio il nostro percorso successivo.
Nei suoi libri c’è sempre Napoli che spesso da sfondo diventa protagonista ma ciò non le ha impedito di essere letto in tutta Italia secondo lei la gente ha bisogno di storie che lasciano un senso di speranza?
Secondo me c’è bisogno di parlare di una Napoli diversa, non solo del male di questa città, c’è bisogno di speranza e poesia, di raccontare il bello, di dare valore alle piccole cose e alle piccole vite, essere portatori di un messaggio positivo in un contesto come quello attuale fatto di odio, rabbia, sospetti, fake news etc.
Dopo il grande successo di magari domani resto esce con un libro che vuol ricordare attraverso l’amicizia con un ragazzino Giancarlo Siani perché proprio lui?
.Perché volevo parlare del concetto di eroe nella nostra società, di come gli eroi siano in realtà solo persone normali che hanno qualcosa in più degli altri, persone che ci credono di più. Giancarlo è stato un ragazzo normale che credeva in un mondo migliore e faceva del suo meglio per mettere le cose a posto. Quello di cui avremmo bisogno anche oggi, persone normali che compiono gesti eroici per migliorare le cose.
Cosa è cambiato dopo la morte di Siani? E soprattutto è servita a smuovere le coscienze? E Quanti Giancarlo Siani pensa esistano ancora?
Le sue parole restano, resta il suo ricordo, la sua battaglia, resta sopratutto il suo esempio, e quello di altri che, come lui, hanno combattuto e perso la vita perché “ci credevano” appunto. Dopo più di trent’anni, Giancarlo Siani è ancora un esempio, un modello, un eroe al quale il nostro Mimì si ispira.
Cosa vuole raccontare con “un ragazzo normale”? E cosa vuol dire “essere normale”.
Ho risposto sopra, vuol dire avere un qualcosa in più degli altri, credere di poter cambiare le cose, essere più curiosi, capaci di tenere accesa la propria fiamma interiore, di seguire le proprie passioni e i desideri. Gli eroi di oggi sono quelli che non restano inermi, che scalciano per cambiare anche solo il loro piccolo pezzettino di mondo.
Lei ha detto che considera i personaggi dei suoi libri quasi come figli a quale è più legato?
A tutti, sarebbe impossibile il contrario. Cesare è quello a cui devo tutto però.
Lei ha raccontato la Napoli degli anni 80 cosa è cambiato oggi, cosa c’è di fondamentalmente diverso?
.Secondo me nulla, Napoli cambia per non cambiare mai, Siani trent’anni fa parlava di muschilli, oggi si parla di baby-gang, siamo lì. È una città complessa e meravigliosa, nero e bianco. Io cerco di raccontare le vie di mezzo di Napoli.
Io ho letto tutti i suoi libri e racconta una Napoli diversa da quella raccontata da serie di successo come Gomorra, io da napoletana conosco entrambe le facce di questa città. È una scelta precisa o come spesso capita le storie prendono vita quasi da sole?
.È una scelta precisa. Napoli non può essere raccontata da una sola parte.
In base alla sua esperienza cosa si sente di dire ad uno scrittore esordiente
Di scrivere per sé. E di farlo ogni giorno. Scrivere è faticoso, non è solo un piacere. E di farsi le spalle larghe, imparando presto ad accettare le critiche.
La ringrazio di essere stato con noi e le rinnovo i complimenti per il suo ultimo bel libro.
Grazie a voi