Intrighi alla Rocca di Angera di Daniele Ossola. Recensione libro a cura di Giovanni Margarone

Intrighi alla Rocca di Angera

Daniele Ossola
Siamo nel Ducato di Milano, nei primi anni del ‘400, sotto l’egida di Filippo Maria Visconti. Ambientato lungo l’asse tra la Rocca di Angera e quella di Somma Lombardo, con puntate nel Monferrato e nei territori dei Gonzaga, il romanzo narra di attriti e ripicche tra il conte di Angera e Somma Lombardo, di amori impossibili e di altre vicende personali che risentono della turbolenza del tempo. È il periodo in cui l’Inquisizione è sempre alla caccia di streghe e dove i Ducati, a suon di soldati di ventura, combattono l’un contro l’altro, creano alleanze tramite matrimoni che hanno alla base momentanei interessi strategici e si dissanguano economicamente. Un vasto affresco storico, con tanti protagonisti e tante vicende che a volte si chiudono con gioia e altre con atroci sofferenze.

Introduzione

Il romanzo è un esilarante affresco storico del ‘400, nell’ epoca dei Visconti. Un tempo a noi lontano, che a fatica riusciamo a immaginare noi, protesi in questo terzo millennio, pronipoti che viviamo in un mondo globale e difficile, a differenza di quegli avi che vivevano in un mondo ristretto e buio, sotto l’egida di una Chiesa più che mai manifestante il suo potere temporale e che condizionava non solo il popolo, povero e ignorante, ma anche i potenti le cui corone dovevano essere benedette.
Il Signore della Rocca di Angera faceva parte di un mondo di Signori, dame e cavalieri di ventura, in cui ducati, che frammentavano la realtà politica della nostra penisola, combattevano fra loro per il predominio, mentre la Chiesa faceva la caccia alle streghe e attuava duramente l’Inquisizione. L’eretico, considerato disseminatore di vergogna perché ritenuto avverso a Dio, veniva perseguitato e condannato al rogo. Le varie nobiltà locali, dai loro castelli, esercitavano il potere e chi del popolo aveva il privilegio di avvicinarsi ai Signori poteva, sebbene restasse servo, vivere un’esistenza diversa da quella dura dei campi di un contado che viveva duramente per un tozzo di pane

Recensione

In questo affresco storico, si muovono diversi personaggi tutti particolari: dal Signore della Rocca di Angera ai cavalieri di ventura, il nobile che si invaghisce di una serva, i mercanti e i conduttori dei barconi. Ho voluto cercare una fotografia di quella Rocca sovrastante il Lago Maggiore e mi ha colpito la sua bellezza. Un teatro, al tempo di cui narra l’autore, fatto di intrighi, imboscate, tradimenti e pergamene nascoste. Tanti personaggi dei quali sono narrate le vicende, a volte curiose, a volte dolorose, in un libro tutto sommato breve, ma di alta densità, in cui sono descritte le contrastanti problematiche, le sofferenze, le gioie, delle due caste principali della società di quell’epoca: i nobili e il popolo, in cui il servo non poteva diventare signore e non erano permessi matrimoni tra queste due caste.

Conclusioni

È un libro bello e curioso. Lo stile è piacevole ed evoca quello degli scrittori del passato. In questo senso l’autore è stato molto abile a calarsi in quella realtà lontana, sia nel raccontarne le storie, sia adottando un linguaggio che potrebbe sembrare superato. Ma nella realtà letteraria attuale, non deve essere considerato disdicevole scrivere in un modo un po’ retrò; perché non è vero che un buon libro è tale solo se è scritto in uno stile moderno, avendo cura di definire cosa significhi moderno. Usare termini ritenuti da alcuni desueti non è un errore, perché significa che lo scrittore vuole tenere in vita ciò che erroneamente si ritiene sia morto. La lingua italiana è ricca, lo è sempre stata e usare tutto il lessico possibile, anche quello di un tempo, è diffondere cultura in un’epoca, la nostra, in cui incombe la pericolosa l’ombra del decadimento culturale.
Consiglio la lettura di questo romanzo, non ve ne pentirete


Sono nato ad Asola (MN) ma ho vissuto per molti anni a Milano, conseguendo la Laurea in Economia e Commercio all’Università Cattolica. Attualmente mi occupo di consulenza aziendale. Ho ricoperto numerosi ruoli in ambito sociale in una ridente cittadina sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, Ranco, luogo dove ora vivo, tra cui Assessore alla Cultura con la direzione, iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Milano, del periodico “Il Gabbiano”.
La grande passione per il teatro amatoriale mi ha portato a fondare e a dirigere, metà anni ’80,“La Cumpagnia del fil da fer” formata da adolescenti e per la quale ho scritto le sceneggiature e curato la regia.
Ho fatto parte della “Compagnia Teatrale Isprese” in qualità di aiuto-regista e attore. Ho coordinato laboratori teatrali di dizione e postura, presso la Scuola Primaria di Ranco, occupandomi delle sceneggiature e della regia.
Ho scritto fiabe e racconti, partecipando con successo a numerosi Concorsi Letterari a livello nazionale, convogliati nella pluripremiata raccolta “STORIE DI TANTI” pubblicata da Book Sprint Edizioni.
Due mie commedie brillanti, “L’INCUBO DI CAPITAN UNCINO” e “CHE SCOPERTA!!!” fanno parte della Collana “Ars Theatralis” de Il Convivio Editore.
Il romanzo thriller “GRIGLIATA PER UN CADAVERE”, già vincitore del Primo Premio sezione Narrativa Inedita al Concorso “Milano International”, è stato pubblicato da Book Sprint Edizioni.
La raccolta di racconti “LA PECHERONZA” fa parte della collana ”Gli Emersi” di Aletti Editore. L’opera è illustrata da tavole dell’artista Elena Cavazzi. La raccolta viene utilizzata quale testo di riferimento in laboratori di Scrittura Creativa e di Lettura Teatrale che coordino presso le classi quarte e quinte nelle Scuole Primarie di Angera e Ranco (VA).
Il romanzo giallo-storico “INTRIGHI ALLA ROCCA DI ANGERA”, ambientato lungo l’asse tra Angera e Somma Lombardo sotto il ducato di Filippo Maria Visconti a cavallo del 1430, è pubblicato da Macchione Editore.
Il romanzo storico “Рублей & £ire (RUBLI & LIRE) – Corruzione senza confini” scritto in collaborazione con Simona Blasutig, ambientato a Milano e a Mosca negli anni ’50, a cavallo della morte di Stalin nel ’53, tra mafia, raggiri e disgregazione sociale nell’Unione Sovietica. Vicende tratte da fatti realmente accaduti.
Docente di Scrittura Creativa nell’anno accademico 2018/2019 all’UNITRE (Università delle Tre Età) di Sesto Calende (VA).

Voto

5/5

Recensione di Giovanni Margarone

Pubblicato da Giovanni Margarone

Sono Giovanni Margarone, sono nato nel 1965 e scrivo narrativa. I miei romanzi rientrano maggiormente in quelli di formazione, per via dell’evoluzione che fanno compiere (innanzitutto interiore e non solo) ai protagonisti (dall’infanzia all’età adulta, risalendo sovente alle origini, scavando nella storia del personaggio). Forte è la componente introspettiva e psicologica, per cui il personaggio resta sempre e comunque l’elemento centrale delle narrazioni, che potrebbero essere quindi ambientate in qualunque luogo. Sono un autore che vuole scrivere per gli altri, perché diversamente la mia sarebbe un’attività monca, fine a se stessa. Interpreto la scrittura come il mezzo più efficace per trasmettere sentimenti, emozioni e per indurre alla meditazione. Questa interpretazione trascendentale della scrittura mi è assai cara, perché ritengo che la spiritualità faccia parte di noi stessi e che lo spirito vada nutrito. Ho finora scritto e pubblicato quattro romanzi: “Note fragili” (2018, seconda edizione), “Le ombre delle verità svelate (2018, seconda edizione), “E ascoltai solo me stesso” (2019, seconda edizione) e “Quella notte senza luna” (2018). Inoltre, nel 2019 un mio racconto “Il segreto del casone” è stato inserito nell’antologia “Friulani per sempre” – con postfazione di Bruno Pizzul - edito da “Edizioni della sera”. Nel novembre 2019 sono stato insignito di una “Benemerenza” dal Comune di San Giovanni al Natisone (UD) (dove risiedo) per meriti letterari. Sono membro della Commissione Cultura del Comune di San Giovanni al Natisone (UD). I miei romanzi hanno ricevuto numerosi premi letterari. Il mio sito ufficiale è https://margaronegiovanni.com/

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