Io uccido, Giorgio Faletti. La nave di Teseo
“In quest’aspro mondo trai il tuo respiro per narrare la mia storia.”
Shakespeare, Amleto
Montecarlo. Scintillante, magica, snob, lussuosa. Tutta lustrini e griffes, lastricata d’oro e di indifferenza, sede di eventi mondani e patria di ben quattro Casinò, è la perla della Costa Azzurra, un piccolo paradiso dove il lusso e lo sfarzo rappresentano la normalità. Ville sontuose si affacciano sul mare che ospita imbarcazioni da capogiro. Un posto sostanzialmente tranquillo, dove gli uomini possono arricchirsi o rovinarsi, ma senza incappare nel giro della malavita, lì praticamente inesistente.
Eppure, all’insaputa di tutti, qualcosa sta per cambiare…
Un’anima travagliata da anni di soprusi e violenze fisiche e psicologiche ha attuato un piano demoniaco. I tempi sono maturi per metterlo in pratica. La sua sete di sangue è ormai implacabile…
In una tranquilla serata di maggio, arriva una chiamata alquanto strana all’emittente radiofonica Radio Montecarlo. Al microfono c’è Jean-Loup Verdier, speaker talentuoso, a condurre il programma intitolato “Voices”, che consente agli ascoltatori la possibilità di raccontarsi. L’interlocutore appare misterioso e tutto sembra uno scherzo di cattivo gusto.
“Io sono uno e nessuno (…). L’unica cosa che conta è che è arrivato il momento di parlarci, anche se questo vuol dire che dopo né tu né io saremo più gli stessi. Io sarò presto un uomo inseguito e tu starai dalla parte dei cani abbaianti che daranno la caccia alle ombre. È un peccato, perché adesso, in questo preciso momento, tu e io siamo uguali, siamo la stessa cosa. Per il mondo siamo tutti e due una voce senza volto, da ascoltare con gli occhi chiusi, immaginando. Là fuori è pieno di gente occupata solo a procurarsi una faccia da mostrare con orgoglio, a costruirsene una che sia diversa da tutte le altre, senza nessuna preoccupazione all’infuori di quello. È il momento di uscire e andare a vedere cosa c’è dietro (…). Io sono solo. Tutti siamo chiusi in una prigione. La mia me la sono costruita da solo ma per questo è più facile uscirne (…). L’unica cosa che ci fa differenti è che tu quando hai finito di parlare con loro (le persone), hai la possibilità di sentirti stanco. Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia. Io no. Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa mai (…). Io uccido…”
Tutti restano basiti, sconvolti e attoniti: la prima idea è che si tratti di un mitomane, ma ben presto, l’atroce verità salta fuori. Jochen Welder, due volte campione del mondo di Formula Uno, e Arijane Parker, grande scacchista, vengono ritrovati non solo privi di vita, ma i loro corpi sono stati terribilmente sfregiati.
“…Il commissario si costrinse a guardare i volti dei due cadaveri. La loro faccia non esisteva più. L’assassino aveva completamente asportato la pelle dalla testa, capelli compresi, esattamente come si scuoia un animale da pelliccia.”
Non solo: sul tavolo della camera della barca dove vengono rinvenuti i due poveri corpi martoriati, c’è una scritta raccapricciante, la firma dello spietato killer.
Io uccido…
Le forze dell’ordine si mettono subito al lavoro, anche se hanno pochi indizi su cui lavorare e da cui partire, tranne che un evidente accenno ad una inclinazione naturale per la musica, manifestata fin da subito. Si traccia un ipotetico profilo…
“È un uomo che non va sottovalutato. Lo si capisce dal fatto che lui non sottovaluta noi. Ci sfida ma non ci sottovaluta (…). È un uomo intelligente, probabilmente di cultura superiore alla media. E sa che noi brancoliamo nel buio, perché ci manca l’elemento che è la chiave principale della soluzione di qualsiasi delitto (…). Ci è assolutamente sconosciuto il movente. Non sappiamo qual è la molla che ha spinto quest’uomo a uccidere e successivamente a fare quello che ha fatto. C’è solo un rituale che per lui ha un significato preciso, anche se non lo conosciamo. La sua pazzia da sola non ci può fornire una traccia perché non è evidente. Quest’uomo vive in mezzo a noi, come una persona normale, fa cose che tutte le persone normali fanno: beve l’aperitivo, compra il giornale, va al ristorante, ascolta musica. Lui cerca un aiuto che non vuole avere (…). Odia il mondo e probabilmente nei confronti del mondo si ritiene in credito. Deve aver subito delle umiliazioni terribili, almeno dal suo punto di vista. La musica deve essere stata una delle poche isole felici nella sua esistenza (…). È una sfida ma è anche una preghiera inconscia. In pratica ci chiede di fermarlo se riusciamo, perché lui da solo non si fermerà mai…”
Ma i barbari omicidi non si arrestano. La cittadina vive nel terrore, mentre gli inquirenti lavorano senza sosta…
“L’uomo sa quello che deve fare. L’ha già fatto e lo farà ancora, finché sarà necessario. Ci sono tante maschere là fuori, portate in giro da persone che non meritano né quella né altre apparenze.”
Le ricerche proseguono, e inducono i detective a fare un inaspettato salto indietro nel tempo: una circostanza tanto paradossale quanto aberrante, a poco a poco, emerge dal passato, lasciando tutti esterrefatti. Forse, la chiave di lettura per quegli omicidi spietati e incomprensibili sta proprio lì…
“Molti anni fa, in Provenza, un fatto di sangue aveva sconvolto un’intera famiglia che era andata distrutta. Una delle vittime aveva il volto sfigurato esattamente come le vittime di Nessuno (…). Cos’era successo in quella casa? Chi aveva trafugato il corpo sfigurato di Daniel Legrand? Che cosa collegava un dramma di dieci anni prima con un feroce assassino che deturpava le sue vittime nello stesso identico modo?”
Quanto incidono i traumi infantili sullo sviluppo e sulle azioni degli adulti? Perché per molti individui l’unico modo di riscattarsi dal male subito è quello di perpetrarlo a loro volta, deliberatamente, sui propri simili spesso sconosciuti? E perché, non di rado, questi soggetti che attuano certi tipi di follie riescono a camuffarsi abilmente dietro una facciata di normalità se non addirittura di altruismo e generosità? Quanto è difficile riconoscerli?
Queste sono solo alcune delle tematiche trattate magistralmente in questo romanzo che toglie il fiato, accappona la pelle e crea un pathos indescrivibile. Sulle note della musica, è imbastito un intreccio perfetto: trama e ordito sono rappresentati da odio e amore. Amore malato, amore violato, amore abusato. E odio: verso un mondo che all’occorrenza non ha saputo ascoltare le voci di aiuto che si propagavano nel silenzio,; verso coloro che avrebbero dovuto rappresentare un porto sicuro e invece si sono rivelati aguzzini spietati; verso loro stessi, che nell’incapacità oggettiva di difendersi, non sono riusciti a sottrarsi a quel male che gli ha divorato l’anima fino a renderla praticamente inesistente. Ed è così che un individuo diventa nessuno. Nessuno perché non prova più pietà, empatia, rispetto per la persona in quanto tale. Nessuno perché tutta la parte migliore di se che avrebbe potuto avere, è finita risucchiata in un vortice della follia di altri. Nessuno perché a nessuno dovrebbero capitare eventi tanto devastanti in grado di cambiare l’essenza della psiche…
“Questa è la vera pazzia, la capacità di nutrirsi di se stessa per generare solo e sempre altra pazzia.”
Un dee-jay di Radio Monte Carlo riceve, durante la sua trasmissione notturna, una telefonata delirante. Uno sconosciuto, dalla voce artefatta, rivela di essere un assassino. Il fatto viene archiviato come uno scherzo di pessimo gusto. Il giorno dopo un pilota di Formula Uno e la sua compagna vengono trovati morti e orrendamente mutilati sulla loro barca. Inizia così una serie di delitti, preceduti ogni volta da una telefonata a Radio Monte Carlo con un indizio “musicale” sulla prossima vittima, e ogni volta sottolineati da una scritta tracciata col sangue, che è nello stesso tempo una firma e una provocazione: “Io uccido”. Per Frank Ottobre, agente dell’FBI in congedo temporaneo, e Nicolas Hulot, commissario della Sûreté Publique, inizia la caccia a un fantasma inafferrabile. Alle loro spalle una serie di rivelazioni che portano poco per volta a sospettare che, di tutti, il meno colpevole sia forse proprio lui, l’assassino. Di fronte a loro un agghiacciante dato statistico. Non c’è mai stato un serial killer nel Principato di Monaco. Adesso c’è
Giorgio Faletti, artista poliedrico, non ha mai smesso di dare prova della sua capacità di spaziare da un campo artistico all’altro.
Come comico ha lasciato una forte impronta nel panorama della comicità creando una serie di personaggi indimenticabili protagonisti di alcune fortunate serie televisive come Drive In, Emilio e Fantastico 90.
Anche come musicista Giorgio Faletti ha ottenuto negli anni numerosi consensi.
Ha cominciato pubblicando in proprio diversi album di successo.
Nel 1994, con la canzone Signor Tenente, si è aggiudicato il secondo posto e il Premio della Critica al Festival di Sanremo.
Sono nate in seguito le collaborazioni con alcuni grandi artisti della musica leggera italiana: ha scritto canzoni per Mina, Milva, Gigliola Cinquetti e i versi di due album di Angelo Branduardi, Camminando Camminando e Il dito e la luna.
Il 2002 segna l’esordio in campo letterario. Il romanzo Io uccido balza immediatamente al vertice delle classifiche italiane e con oltre 3.500.000 di copie vendute diventa uno dei più clamorosi successi editoriali degli ultimi anni.
Nel 2004 esce Niente di vero tranne gli occhi che ne conferma il talento letterario con oltre tre milioni di copie vendute.
I suoi libri sono tradotti in 25 lingue e pubblicati con grande successo, oltre che in tutti gli stati d’Europa, anche in Sud America, in Cina, in Giappone, in Russia e a partire dal mese di marzo 2007 negli Stati Uniti e nei paesi di lingua anglosassone.
Nel novembre del 2005 Giorgio Faletti ha ricevuto dal Presidente della Repubblica il Premio De Sica per la Letteratura.
Nel frattempo non dimentica di essere un attore. Nel 2006 interpreta il prof. Martinelli in Notte prima degli esami, film campione di incassi con oltre 20 milioni di euro al botteghino. La sua interpretazione è stata premiata dalla critica con la nomination al David di Donatello come migliore attore non protagonista.
Il suo terzo romanzo, Fuori da un evidente destino ha venduto quasi 2 milioni di copie.
Del 2008 la raccolta di racconti Pochi inutili nascondigli (Baldini Castoldi Dalai) e del 2009 l’audiolibro di uno di questi racconti, Una gomma e una matita (Emons audiolibri) letto da Vinicio Marchioni.
Nel 2010 esce Appunti di un venditore di donne (B.C. Dalai editore).
Nel 2011 esce Tre atti e due tempi (Einaudi) e nel 2012 Da quando a ora (Einaudi).
Giorgio Faletti scompare nel 2014, in seguito a una lunga malattia.
In questa pagina sono presenti link di affiliazione che garantiscono a questo sito una piccola quota di ricavi, senza variazione del prezzo per l’acquirente.