Autore: Luis Sepùlveda
Titolo: Jacaré – Hot Line
Editore: Guanda
Collana: I Narratori della Fenice
Anno: 1999
Pagg. : 110-brossura
Due racconti brevi raccolti in un volumetto di poco più di cento pagine, “Jacaré” e “Hot Line”, nei quali Sepùlveda sintetizza due problematiche socio-politico-ambientale, con una atmosfera noir poliziesca dallo stile essenziale e minimalista ma ridondante di sottile ironia.
“Jacaré” è ambientato a Milano e narra di una serie di omicidi incatenati tra loro che vedono coinvolti alcuni esponenti di una nota pelletteria del capoluogo meneghino intricata nel commercio illegale di pelle di jacaré, caimani della famiglia degli alligatori, endemici delle zone tropicali del sud america.
“Hot Line” è un noir di denuncia razziale all’interno della polizia sudamericana, dove è ambientato, e nel quale un ispettore di polizia indaga su un reato sessuale apparentemente banale.
Due storie investigative con scenari differenti e con due diversi modi di fare giustizia. La lettura è scorrevole e lo stile schietto, diretto ed essenziale, privo di fronzoli ma poco avvincenti dal punto di vista emotivo. Si arriva troppo velocemente alla conclusione, belle le trame di entrambi i racconti ma avrebbero dovuto essere, a mio avviso, sviluppate meglio e meno frettolosamente. Nel complesso, una scrittura poco impegnativa il cui interesse si presta al personale gusto interpretativo.
Teresa Anania
Luis Sepùlveda Scrittore cileno. Militante di Unità popolare, fu costretto a lasciare il paese in seguito al colpo di stato che mise fine al governo di Allende. Il suo impegno di militante ecologista lo ha spinto a partecipare a diverse missioni dell’organizzazione ambientalista «Greenpeace». Ha esordito nella narrativa con la raccolta di racconti Cronache di Pietro Nessuno (1969), cui sono seguiti Le paure, le vite, le morti e altre allucinazioni (1986) e Taccuino di viaggi (1987). Si è imposto definitivamente con il romanzo Il vecchio che leggeva romanzi d’amore(1989), cui hanno fatto seguito Il mondo alla fine del mondo (1989), Un nome da torero (1994), storia di spionaggio ambientata fra la Patagonia e la Germania, La frontiera scomparsa (1994), l’originale libro di viaggi Patagonia Express (1995) e la favola-parabola Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare(1996). Il piacere di narrare e l’impegno politico e ambientalista s’intrecciano nelle opere successive: Incontro d’amore in un paese in guerra (1997), Diario di un killer sentimentale (1998), Cronache dal cono sud (2006), che dall’opposizione di principio a qualunque guerra estrae una riflessione amara e lucida sui primi anni del millennio e il libro di racconti La lampada di Aladino (2008). Tra gli ultimi romanzi ricordiamo: Ritratto di gruppo con assenza (2010), Ultime notizie dal sud (2011), Tutti i racconti (2012), Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico (2012), Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza (2013) e L’avventurosa storia dell’uzbeko muto (2015), Storia di un cane e del bambino a cui insegnò la fedeltà (2015), La fine della storia (2016), Storie ribelli (2017). L’editore italiano di riferimento di Luis Sepúlveda è Guanda.
TRAMA
Dany Contreras, esule cileno ed ex poliziotto, lascia il suo ufficio svizzero per andare a Milano ad indagare sulla morte di Vittorio Bruni, magnate delle omonime pelletterie. Si muoverà tra avidi soci d’affari e stregoni amazzonici, tra attraenti ereditiere e misteriosi cacciatori indios, riuscendo infine a svelare le ragioni che hanno portato a quella morte e i loschi traffici che si celano dietro lussuose valigette in pelle. George Washington Caucaman, cileno di sangue Mapuche e ispettore di polizia, viene trasferito per punizione a Santiago, e qui comincia a investigare su alcune telefonate che nascondono una sinistra vicenda, legata alla realtà politica del suo paese. Nel volume è presentato anche il racconto “Hot Line”.