THE GOLDEN STATE KILLER-DA POLIZIOTTO AD ASSASSINO
Sabato rosso: gli omicidi terribili della storia
“Chi ha ucciso una volta, quasi sempre ricade nel delitto; non fosse che per tentare di assicurarsi l’impunità.”
Agatha Christie
Vicini irreprensibili, laureati magari con il massimo dei voti e con lavori di tutto rispetto, con famiglie e figli, attivi nella comunità, che si prestano a svariati tipi di volontariato, socievoli, disponibili, a modo e sorridenti. Quante volte ci siamo imbattuti nelle storie di criminali che corrispondono a questa descrizione? Tante, forse troppe… Persone che hanno una vita apparentemente perfetta, di cui non si potrebbe mai sospettare, sono in realtà artefici di azioni delittuose inimmaginabili e indicibili.
Alla categoria degli insospettabili appartiene anche Joseph James DeAngelo, conosciuto nel corso del tempo anche come “East Area Rapist”, “Original Night stalker” e infine “The Golden State Killer”, che per decenni ha terrorizzato i cittadini di alcune zone di Sacramento, in California.
Ma andiamo per gradi.
Joseph nasce a Bath, nello stato di New York, l’8 novembre 1945. Dal 1964, per quasi due anni, presta servizio nella Marina militare durante la guerra in Vietnam. Si laurea con il massimo dei voti in scienza della polizia e comincia a lavorare come agente dell’unità di furto con scasso. Questa attitudine gli tornerà poi, macabramente utile.
A partire dal 1976 l’area di Sacramento comincia ad assumere aspetti sinistri: furti e stupri prendono a dilagare. Il colpevole è introvabile…
Nel marzo del 1977 lo sceriffo della contea di Sacramento riceve una serie di chiamate da parte di un uomo che si dichiara essere lo stupratore della East Side. Nell’ultima l’interlocutore dice:
“Sono lo stupratore dell’East Side e ho già inseguito la mia prossima vittima e voi ragazzi non riuscirete a prendermi.”
Millantatore o reo confesso, anche se anonimo? Gli inquirenti non sono in grado di stabilirlo.
Il 2 dicembre di quello stesso anno arriva un’altra telefonata allo sceriffo:
“Non mi prenderete mai, stupidi bastardi. Farò sesso di nuovo questa sera. State attenti.”
Effettivamente, un altro stupro si consuma. Il carnefice, evidentemente, si sente un vincente, inattaccabile, introvabile. L’idea lo eccita fortemente, è pervaso dal senso di dominio, di potere, di controllo. Ma non è più appagante come quando ha cominciato la sua folle opera, e allora decide di andare oltre. Dalle donne single passa alle coppie. Si intrufola nelle case, con il volto coperto da un passamontagna e armato di coltello, lega le vittime e stupra la donna davanti al suo compagno. Non solo: arriva a mangiare nei loro piatti, a bere il loro vino, a guardare la loro TV. Umiliarli lo diverte e gli conferisce un senso di onnipotenza. Ma anche questo, dopo un po’, non gli basta più. Adesso vuole sbarazzarsi delle sue vittime. Letteralmente.
I primi a cadere sotto il fuoco della sua pistola sono Robert Offerman, 44 anni, e Alexandra Manning, 35 anni. Tocca poi a Charlene e Lyman Smith, uccisi a bastonate a Ventura e dopo a Keith e Patrice Harrington, appena sposati. È sola in casa, invece, Manuela Witthuhn, quando viene aggredita, stuprata e uccisa. Colpi di pistola anche per Cheri Domingo e Gregory Sanchez. Janelle Cruz, invece, è massacrata a colpi di chiave inglese. Con lei pare chiudersi la stagione sanguinaria. È il 1986.
L’FBI si adopera per stilare un identikit psicologico preciso e dettagliato, eppure questo carnefice intelligente, scaltro, ben vestito e avvezzo ai metodi investigativi resta un fantasma.
Ma a distanza di circa quarant’anni la svolta inaspettata: grazie anche alla pubblicazione di un libro della giornalista Michelle McNamara, viene rivalutata la possibilità di approfondire le ricerche attraverso il DNA. Grazie a questo esame, il 24 aprile 2018 DeAngelo è tratto in arresto. Per evitare la pena di morte, il serial killer si dichiara colpevole di 13 capi d’accusa di omicidio di primo grado e rapimento, nonché autore di oltre 50 stupri e almeno 120 rapine, compiuti nell’arco temporale che va dal 1974 al 1986. È stato condannato a dodici ergastoli senza condizionale e attualmente sta scontando la sua pena presso il California State Prison a Corcoran.
Per oltre trent’anni DeAngelo è riuscito a raggirare e a sfuggire alle autorità, prendendosi beffa di loro e delle vittime innocenti.
L’assassino abitava a poca distanza dai luoghi in cui sono stati commessi i delitti, e questo denota il fatto che i criminali agiscono preferibilmente nelle aree a loro familiari. L’escalation delinquenziale, anche in questo caso, rappresenta un aspetto comune dei soggetti inclini al crimine: partendo da reati di entità più modeste, si passa con l’alzare l’asticella, per assecondare un istinto irrefrenabile di andare sempre oltre, fino ad arrivare all’eliminazione letterale della vittima.
La follia perversa è, purtroppo, sempre in agguato e spesso non la si individua in tempo…