“L’ Ultimo giorno – Versi dell’Aldilà”, di Stefano Fortelli

L’Ultimo Giorno – Versi dell’Aldilà

Stefano Fortelli

Stefano Fortelli, napoletano sui generis, solo in tempi recenti (2014) comincia a usare la “penna” per fissare su carta le sue meditazioni. Le sue riflessioni sempre più profonde e amare sul mondo che ci circonda e sulla caducità del tutto, lo portano a sviluppare la tesi della “assenza del presente” e maturare l’idea di pubblicare una raccolta di poesie che sviluppi il tema dell’aldilà in senso più ampio. Comuni denominatori delle composizioni di questa raccolta sono il fluire del tempo e della vita, il rimpianto, la disillusione, la coscienza, l’incertezza e i tanti quesiti irrisolti che ci portiamo dentro. Il titolo si riferisce a quello che potrebbe essere un qualsiasi ultimo giorno: di vita, di amore, di libertà, di una amicizia o qualsivoglia altro sentimento, di un ideale o di una condizione, sia essa concreta o spirituale. L’autore, consapevole di come quest’ultimo giorno si stia ineluttabilmente approssimando, ci guida nei risvolti, emotivi o razionali, di chi già si sente aldilà di quel momento che decreta una fine. Le immagini disegnate sono crude, dirette, a volte disturbanti. Ci obbligano a confrontarci con pensieri che siamo portati a rimuovere, temi che rifuggiamo, ma con i quali, gioco forza, verrà il momento di dover fare i conti.

Introduzione

“Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre”. (Gandhi)

Aneddoti personali

È questa la prima frase che mi è venuta in mente appena terminata la lettura di questa silloge poetica. 

Recensione

L’Ultimo Giorno – Versi dell’aldilà , è una silloge auto-pubblicata, dell’autore partenopeo Stefano Fortelli, autore emergente ma non troppo … Fortelli infatti, è un nome noto nell’ambiente artistico napoletano.  La raccolta consta di ben 57 liriche dal contenuto universale.  Trait d’union lo scorrere del tempo, inesorabile, la quasi totale assenza di una realtà presente, ma un’ampia prospettiva su un al di là (o aldilà?) in senso lato. Un tempo in bilico tra passato remoto ma non troppo, e futuro incerto. Rimpianti, rimorsi, delusione, coscienza, dolore, ciclicità e concatenarsi degli eventi,vita e morte … queste le tematiche che il nostro autore abbraccia con un velo di malinconia.  Versi colmi di sentimenti a 360°. Dall’inquietudine per il tempo che passa senza chiedere il permesso e senza fare sconti a nessuno, all’invito a prendersi cura di sé stessi nonostante o forse a causa, delle avversità quotidiane, di un destino pre-ordinato e di un modus vivendi intriso di stereotipi e convenzioni sociali. Dalla mancanza di coraggio e alla paura di vivere appieno, attendendo non si sa cosa, fino al momento in cui ci si accorge che il tempo è scaduto, il treno è giunto al capolinea e noi non siamo altro che ladri di attimi fugaci che non si ripeteranno più …  Passeggeri attoniti davanti a treni persi o incapaci di afferrarli al volo anche a rischio di cadere …   
Rabbia, lacrime, dolore, solitudine, paura del mondo esterno e l’eterna ricerca di un bozzolo ovattato in cui rifugiarsi; i tentativi di risollevarsi dopo periodi nefasti ma anche la mancata accettazione della morte contrapposta a quella vita che si è incapaci di vivere … eterno dualismo di insoddisfazione umana.  Interessante l’utilizzo di metafore per parlare della morte, condizione appartenente a ogni nascituro; metafore per rappresentare attraverso lo scorrere delle stagioni con le loro caratteristiche, la fine di un amore; lo svanire dei sogni al risveglio, utilizzato anch’esso come metafora per descrivere ciò che alla fine di ogni giorno ci lasciamo alle spalle.  Il tutto per giungere alla conclusione che, non occorre altro che accettare che tutto va semplicemente come deve andare, perché mai nulla avviene per caso. 
Si tratta di una silloge che va a contrastare il concetto di poesia come genere letterario di nicchia; è un segnale innovativo nel mare magnum, spesso inquinato,  della poesia moderna.  Versi estremamente riflessivi, profondi e in grado di risvegliare sensazioni e pensieri tenuti molte volte a bada  da timori infondati; vittime di giudizi sovente espressi da quanti per partito preso sentono il bisogno, non a ragion veduta , di mostrarsi maestri nel comprendere gli abissi della mente umana.
Una bella raccolta di liriche in verso libero, che raccontano la realtà del male di vivere quotidiano e nelle quali il lettore difficilmente stenterà a riconoscersi. Ne verrà scosso nel profondo dell’anima, vedrà riaffiorare cicatrici passate e ferite, forse, non totalmente rimarginate. Si leggono d’un fiato, ma su alcune occorre fermarsi, ritornare indietro, rileggere lentamente per cogliere ogni sfumatura, assorbire e metabolizzare ogni parola. Il linguaggio è forbito, colto, ricercato, spirituale quasi, ma scorrevole, semplice e di effetto immediato. Originale nello stile a tratti sibillino, evocativo e capace di proiettare la parola scritta all’interno della mente, i cui meandri divengono una sorta di labirinto tappezzato di specchi ove non ci si può esimere dal guardarsi dentro per trovare la via d’uscita … perché la via d’uscita è sempre all’interno di ognuno di noi …

PERSUASO
Non mi pento
di aver camminato al tuo fianco
in questo autunno infinito
di aver cercato tra mille indugi
la tiepida luce di primavera
Foglie morte di noi
abbiamo lasciato lungo il cammino
una luce incerta
illumina ora la nostra via
Calerà presto il gelido inverno
e nel buio che ci attende
la mia mano sfiorerà
il confuso ricordo

Conclusioni

Complimenti a Stefano, alla sua scrittura e alla sua capacità di far rimbombare come un mantra frasi ricche di pennellate di colore degne di un “art nouveau” in senso lato.  Lettura consigliata.

Teresa Anania

Voto

5/5

Citazioni

Recensione di Teresa Anania

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

Una risposta a ““L’ Ultimo giorno – Versi dell’Aldilà”, di Stefano Fortelli”

  1. Stefano, oltre ad essere una persona meravigliosa è anche un bravissimo autore! Ti auguro un futuro meraviglioso ricco di soddisfazioni e successi! Sii felice e soprattutto vola alto!

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