Mi chiamo Mathilde Kschessinska e sono stata la più grande ballerina russa nei teatri dell’impero. Ma il mondo in cui sono nata, il mondo nel quale sono cresciuta, è scomparso, così come sono scomparsi i suoi protagonisti: morti, uccisi, esiliati, ridotti a fantasmi ambulanti. Io sono uno di quei fantasmi. Oggi, nell’Unione Sovietica, è proibito pronunciare il mio nome. Le autorità lo hanno cancellato dalla storia del teatro. A novantanove anni, sono una vecchia signora con i capelli avvolti in una retina e le labbra sottili e vizze, eppure mi temono ancora.
Queste sono le prime battute di questo meraviglioso romanzo di Adrienne Sharp. Una Biografia romanzata della ballerina imperiale , amante dell’ultimo zar Nicola II. Una stupenda epopea della Russia ai tempi dell’ultimo zar ucciso dai bolscevichii con tutta la sua famiglia.
Un romanzo d’amore, di potere, ingordigia, mero calcolo opportunistico . L’opulenza della corte in contrasto con l’assolutà povertà del popolo , un popolo che chiamava babuska padre lo zar.
Giungevo a malapena il metro e cinquanta (porto il trentacinque di scarpe), ma ora non sono più in grado né di stare in piedi, né di camminare. Passo il tempo seduta con gli occhi chiusi nella mia casa di Parigi, dove abito da cinquant’anni, e vivo nel passato, circondata dai ricordi della mia vecchia vita a San Pietroburgo: le fotografie color seppia della famiglia imperiale e di mio figlio, l’icona di Nostra Signora di Czestochowa appartenuta a mio padre, insieme al suo anello con il blasone del conte Krassinskij, e una medaglia che aveva decorato la vecchia giubba delle Guardie a cavallo di mio marito. Come tutti questi oggetti, io stessa sono una reliquia
Mathilde chiamata dagli amici Mala era una ballerina del teatro imperiale, dove la corte imperiale andava a cercarsi le amanti. Dai notabili dell’epoca erano considerate niente di più che un giardino pieno di splendidi fiori da cogliere a piacimento.
Mala non si sottrae a questa consuetudine ma punta troppo in alto con il figlio dello zar che diventerà ben presto Nicola II, ne diviene l’amante ben sapendo che mai avrebbe potuto arrivare alla corte come lei dirà nel romanzo “ io per la corte sono sempre stata una scarpa sotto il letto”. Il suo Niki è innamorato di Alix di Renania che diventerà la zarina Alessandra, superstiziosa e dedita ai santoni ed indovini , ma anche madre attaccata ai suoi figli e perfino al figlio che suo marito ha avuto dalla sua concubina, ma il suo attaccamento a Rasputin decreterà la fine dell’impero zarista.
Mala conduce una vita dorata con case principesche e gioielli , è da tutti considerata la concubina dello zar ed anche dopo la sua tragica caduta ne diventa il simbolo da colpire. Una donna opportunista e troppo ambiziosa che vivrà la sua vita in Russia sperando sempre che il suo Vova erediti la corona al posto del malaticcio Alekjei figlio degli zar.
Ma lei conosce l’amore , soltanto non sa riconoscerlo fino alla fine quando tutto crolla e si rende conto di essere innamorata di Sergej Michajlovič Romanov cugino dello zar, che insieme a lei ha cresciuto il piccolo Vova, anche se poi sposa Andrej Vladimirovič Romanov una volta a Parigi che da anche il nome a suo figlio.
Un racconto fantastico dall’interno dei palazzi imperiali, della corte e delle faide familiari, lei la piccola Mala non una bellezza eccezionale riesce ad essere protagonista assoluta del teatro e della vita sociale dell’epoca, è sempre protetta da Sergej e di conseguenza dallo zar.
La storia è raccontata in prima persona , ma proprio come un racconto senza dialoghi e prese dirette, semplicemente un racconto, in un continuo rimbalzo temporale , parte della storia viene raccontata dal suo esilio volontario a Parigi dove quasi centenaria muore. Parla di sé stessa e di personaggi reali ormai appartenenti alla storia senza farsi e fare sconti di benevolenza ai protagonisti che non ci sono più .
Un capolavoro di scrittura , entri nella storia ed in maniera vivida vivi l’opulenza della vita imperiale ed in seguito l’assoluta tragedia per la famiglia reale di essere trucidati senza processo , la stessa Mala viene offesa con la depredazione della sua casa ed è costretta a vivere di nascosto in casa di suo fratello , fino all’ultima menzogna per riuscire a salpare e raggiungere Parigi e la salvezza con suo figlio.
Sì, è arrivato il momento di raccontare tutto ciò che non ho potuto raccontare nel 1954, quando ho scritto le mie prime memorie, piene di menzogne e invenzioni. Stavolta scriverò per mio figlio, e queste saranno le mie vere memorie. Gliele detterò, e lui metterà per iscritto le mie parole. Ora è convinto di non avere nulla, ma fra un istante aprirò gli occhi e gli darò tutto. Gli racconterò una storia. Comincerà così: «Sono stata l’amante di due granduchi, l’amante dello zar. L’ultimo zar. Mi chiamava piccola K».
Protagonista è ovviamente Mala ma nelle pagine scritte da Adrienne Sharp , trasuda un forte senso di protagonismo alla Russia stessa, in quelle vicende terribili che ancora oggi fanno pensare ed indignare. Una Russia ormai morta e presente solo nei ricordi di chi l’ha vissuta , con le sue grandi tragedie ed ingiustizie che alla fine della rivoluzione d’ottobre ha stretto la nazione in una morsa ancora più crudele, i liberatori che diventano aguzzini.
La lettura avvince leggi con emozione e grande coinvolgimento di cose che già la storia ci ha raccontato, grazie alla sapiente penna dell’autrice. Assolutamente consigliato da leggere assolutamente.
Titolo: La ballerina dello zar
Autore : Adrienne Sharp
Editore : Neri Pozza
Collana : I narratori delle Tavole
Prezzo: € 17,50
Adrienne Sharp ha studiato danza all’Harkness Ballet di New York. Insegna presso il Centro delle Arti Creative dell’Università della Virginia e vive in California con il marito e i due figli. Tra le sue opere si segnalano White Swan, Black Swan e Sleeping Beauty.
La trama
È il 23 marzo 1890 a San Pietroburgo e, nell’ampio corridoio del teatro Mariinskij, è in corso una delle sfilate più emozionanti che sia dato vedere nella splendida città affacciata sul golfo di Finlandia. La famiglia reale è accorsa al gran completo per il saggio finale delle giovani allieve del corpo di ballo. Gli zar Romanov sono i finanziatori di buona parte dei Teatri imperiali e non mancano mai alle occasioni in cui è possibile scorgere le prime esibizioni delle future étoiles.
Lungo il corridoio, l’imperatore Alessandro III avanza a grandi passi, più alto di tutti, il torace robusto e la fronte massiccia, seguito dall’imperatrice gracile e minuta. Più indietro ancora lo zarevicˇ Nicola, detto Niki, un fauno, piccolo, esile nella sua uniforme, le guance morbide e graziose, i lineamenti fini.
Raggiunta la tavola allestita per la sobria cena della scuola, l’imperatore fa sedere alla sua sinistra Nicola e, accanto a lui, la ragazza che più di tutte promette di essere una stella del Mariinskij: Mathilde Kschessinska, la figlia più giovane del grande Felix Kschessinsky, che ha danzato per i Romanov per quasi quarant’anni. Una diciassettenne piccola, gli occhi luminosi e i capelli scuri e ondulati, una cascata di riccioli davanti alle orecchie.
L’intento di Alessandro III è palese: fare in modo che il figlio renda onore a una lunga tradizione che vuole imperatori, granduchi, conti e ufficiali scegliere le loro amanti tra le ballerine di danza classica, quell’arte che ai loro occhi è innanzi tutto «una parata di belle donne, un’aiuola dalla quale tutti possono raccogliere i fiori del piacere».
Per Mathilde Kschessinska è l’occasione di puntare dritta al cielo, un premio inaspettato al suo talento. Dinanzi alla flemma e alla timidezza dello zarevicˇ, la giovane ballerina non si dà per vinta. Solo qualche settimana dopo è lungo la prospettiva Nevskij, impaziente di reincontrare Niki durante la sua solenne passeggiata pomeridiana. E qualche mese dopo è a Krasnoe Selo per l’appuntamento dei Romanov coi loro reggimenti.
Lì dove l’élite di San Pietroburgo accorre per la grande Rivista, e le donne indossano splendidi abiti bianchi e i ministri della corte il frac e la tuba, in una calda serata d’agosto, Niki l’invita a fare un giro sulla sua troica. Una corsa folle e selvaggia, senza mai staccare gli occhi sfavillanti dai cavalli e dalla strada gialla e polverosa, attraversando la piazza d’armi, piccoli villaggi, viuzze deserte, terre e città che appartengono a lui e soltanto a lui e che, nel giro soltanto di qualche decennio, saranno di altri.
Basato sulla storia vera di Mathilde Kschessinska, ultima grande danzatrice dei Teatri imperiali russi, La ballerina dello zar è uno di quei rari libri che, attraverso lo sguardo di una donna che si ritrova suo malgrado a vivere alcuni dei più tragici eventi della Storia – la rivoluzione d’Ottobre, l’abdicazione dello zar, la prigionia di Nicola II insieme con Aleksej, il figlio legittimo, la drammatica fuga dalla Russia – narra magnificamente di un mondo i cui protagonisti si trasformano all’improvviso in fantasmi ambulanti e la cui bellezza sopravvive soltanto in qualche polverosa reliquia.