Oggi parliamo del libro finalista al Premio strega 2018 “ La corsara Ritratto di Natalia Ginzburg” edito Neri Pozza.
Sandra Petrignani attraverso la visita dei luoghi dove è vissuta Natalia Ginzburg e seguendone le tracce e spostamenti, ne traccia un ritratto documentato da lettere e racconti da parte di chi l’ha conosciuta personalmente. Non una biografia ma il ritratto di una donna dolce ma risoluta, una donna che non amava mostrarsi, ma feroce nel difendere le sue idee, Nata come la chiamavano i suoi amici più vicini è stata donna fino in fondo in un mondo di uomini, come era l’Einaudi negli anni settanta, era sempre in primo piano ma quasi defilandosi, la sua presunzione era dovuta alla consapevolezza di se. Per tutta la vita nei momenti difficili ha ricordato le parole che erano una specie di testamento del suo primo amato marito Leone Ginzburg, di cui sceglierà di portare per sempre il nome, firmerà tutti i suoi libri ,articoli, commedie e tutte le sue attività pubbliche con Natalia Ginzburg, che continuerà a portare anche quando sposa Baldini con cui ha una vita serena .
“Attraverso la creazione artistica ti libererai delle troppe lacrime che ti fanno groppo dentro; attraverso l’attività sociale, qualunque essa sia, rimarrai vicina al mondo delle altre persone, per il quale io ti ero così spesso l’unico ponte di passaggio”. Poi saluta i figli e le rivolge parole d’amore. “Come ti voglio bene, cara. Se ti perdessi, morirei volentieri […] Ma non voglio perderti, e non voglio che tu ti perda nemmeno se, per qualche caso, mi perderò io […] Ti amo con tutte le fibre dell’essere mio […] Ti bacio ancora e ancora e ancora. Sii coraggiosa”.
L’autrice segue tutte le tappe della vita di Natalia, l’adolescenza quando era solo Natalia Levi , la Nata conosciuta attraverso il suo libro più famoso ” Lessico Famigliare La recensione Qui , l’incontro con Leone Ginzburg antifascista convinto e morto giovanissimo, pur di non tradire le sue idee, la nascita della casa editrice Einaudi da un’idea di Leone e Giulio Einaudi, con un ruolo di gran rilievo di Cesare Pavese e Natalia stessa. Il ritratto di una donna speciale , unica, che mai ha tradito sé stessa, ne le sue idee, è stata madre , ha lavorato indefessamente in casa editrice, facendo traduzioni e leggendo manoscritti, appoggiando autori in cui credeva imponendoli in casa editrice, con un unico cruccio aver bocciato quel “ Se questo è in uomo” di Primo levi divenuto poi un grande successo editoriale, ha scritto commedie tra cui la più famosa ” Ti ho sposato per allegria”, ha collaborato con sue rubriche ai quotidiani più letti a quell’epoca, ha fatto parte di quello stretto giro di intellettuali che dominavano la scena nei anni settanta.
Sandra Petrignani raccontando la storia di Nata ha raccontato un pezzetto di storia della letteratura italiana, Cesare Pavese , Elsa Morante e suo marito Alberto Moravia, Giulio Einaudi padre della omonima casa editrice, Adriano Olivetti, Salvatore Quasimodo, Norberto Bobbio, Cesare Balbo, Italo Calvino e gran parte del mondo culturale dell’epoca. Era un’epoca dove se stroncavi un libro di un tuo amico, continuavi ad essergli amico, non come ora in questo piccolissimo mondo letterario fatto di divi presuntuosi e permalosi, una frase fuori posto può farti odiare per sempre. Era un mondo dove era l’amore per la cultura a muovere i passi dei grandi scrittori del Secondo Novecento.
Sandra Petrignani ha avuto il grande merito di accompagnarci nella vita di Natalia Ginzburg, con classe e passo lieve, ci ha raccontato la donna nella vita privata e la donna di cultura, colei che amava essere chiamata Scrittore non accettava scrittrice perché in quei tempi la scrittrici erano considerate troppo sentimentali, malinconiche e praticamente incapaci di creare scritti di rilievo. La splendida narratrice che racconta la vita, i suoi racconti , i suoi romanzi hanno tutti un leitmotiv la vita di tutti i giorni, uomini e donne che cercano di interpretare la vita , tra gioie e dolori, in fondo negli scritti della Ginzburg non ci sono storie complesse, ma sono libri che ancora si leggono come diceva di lei Italo Calvino : “ Natalia è l’ultima donna rimasta sulla terra. Tutti gli altri sono uomini” , così Calvino apre la recensione al romanzo “ E’ stato così “, Calvino ha una visione di Natalia come una femmina antica, che si muove in un mondo di donne incolori e succubi .
La Ginzburg è nata per scrivere, spesso nei momenti bui della sua vita si è fermata , per poi tornare alla sua penna e foglio bianco, mai ha imparato a scrivere a macchina e creare le sue storie di vita, osservando le vite altrui e mettendoci dentro tanto di sé, in un connubio di fantasia e autobiografia. Ha scritto fino agli ultimi giorni della sua vita, quando confinata in un letto traduceva Maupassant. Una corsara perché sui quotidiani a cui collabora scrive le sue posizioni politiche e sociali senza paura delle conseguenze, parimenti a Pier Paolo Pasolini con i suoi scritti corsari.
Partendo dal presupposto che dopo aver letto Lessico famigliare e I migliori anni della nostra vita di Scurati io sia rimasta affascinata da questa donna d’altri tempi con le sue scarpe maschili , il suo essere ruvido che nasconde un mondo interiore enorme, una donna che ha saputo rimanere donna in un mondo di uomini, io non potevo non leggere questo magnifico libro, che consiglio a tutti gli amanti della letteratura, nella vita della Ginzburg ci passa la storia sociale e letteraria del secondo Novecento. E sicuramente La Petrignani ha avuto il grande merito , di aver scritto un grande libro, sulla figura di una grande donna senza essere autoreferenziale, ma semplicemente accompagnandoci in un percorso di vita.
Elisa Santucci
Titolo : La corsara Ritratto di Natalia Ginzburg
Autore : Sandra Petrigrani
Editore : Neri Pozza
Collana : I narratori delle Tavole
Prezzo : € 18
Sandra Petrignani è nata a Piacenza. Vive a Roma e nella campagna umbra. Con Neri Pozza ha pubblicato: La scrittrice abita qui (2011), pellegrinaggio nelle case di grandi scrittrici del Novecento; i racconti di fantasmi Care presenze (2004); il libro di viaggio Ultima India(2006); il romanzo-documento Addio a Roma (2013) e la biografia romanzata di Duras, Marguerite (2014). Da Beat è stato recentemente riproposto il suo secondo libro, del 1988, Il catalogo dei giocattoli.
La descrizione del libro
appunto, Giulio Einaudi e Cesare Pavese, Elsa Morante e Alberto Moravia, Adriano Olivetti e Cesare Garboli, Carlo Levi e Lalla Romano e tanti altri. Perché la Ginzburg non è solo l’autrice di un libro-mito o la voce – corsara quanto quella di Pasolini – di tanti appassionati articoli che facevano opinione e suscitavano furibonde polemiche. Narratrice, saggista, commediografa, infine parlamentare, Natalia è una “costellazione” e la sua vicenda s’intreccia alla storia del nostro paese (dalla grande Torino antifascista dove quasi per caso, in un sottotetto, nacque la casa editrice Einaudi, fino al progressivo sgretolarsi dei valori resistenziali e della sinistra).
Un destino romanzesco e appassionante il suo: unica donna in un universo maschile a condividere un potere editoriale e culturale che in Italia escludeva completamente la parte femminile. E donna vulnerabile, e innamorata di uomini problematici. A cominciare dai due mariti: l’eroe e cofondatore della Einaudi, Leone Ginzburg, che sacrificò la vita per la patria, lasciandola vedova con tre figli in una Roma ancora invasa dai tedeschi, e l’affascinante, spiritoso anglista e melomane Gabriele Baldini che la traghettò verso una brillante mondanità: uomini fuori dall’ordinario ai quali ha dedicato nei suoi libri indimenticabili ritratti.