“La gabbia d’oro – l’enigma dell’anoressia mentale”, di Hilde Bruch

Titolo:

Autore: Hilde Bruch

Editore: Feltrinelli

Collana: Universale Economica-Saggi

Anno: 2003 (I ed. 1983)

Pagg: 162-brossura

Prezzo: €. 7,50

….” Io voglio che qualcuno mi dica che aumentare di peso non metterà a posto ogni cosa – voglio qualcuno che mi aiuti con la mia depressione, ma nessuno mi ascolta”…

…”Mi diceva sempre: “Mangia”!, come se guadagnare cinque chili potesse essere la soluzione dei miei problemi. Non lo è.  E’ risolvere i miei problemi che mi farà mangiare.”……

…”Mi facevano aumentare di peso, ma non facevano nulla per cambiare la mia mente.”….

Ho la presunzione di credere che sia tutto concentrato in queste frasi il nocciolo della questione.  Questo non è un romanzo, ma un saggio sull’anoressia mentale, e un saggio non è semplice da recensire.   Hilde Bruch, psichiatra morta nel 1984, è considerata uno dei massimi esperti di tale patologia, e descrive in questo saggio del 1978, una serie di casi clinici per delineare cause ed effetti dell’anoressia mentale, le cui vittime sono per la stragrande maggioranza dei casi, ragazze adolescenti di ceto medio-alto.  Anoressia, per antonomasia, significa assenza di appetito, ma qui le vittime di tale disagio sono, contrariamente a quanto si possa pensare, assillate dal pensiero della fame e rifiutare il cibo le fa sentire potenti perché in grado di dominare il proprio corpo. Sono orgogliose del loro modo di essere e pur avvertendo i morsi della fame non percepiscono alcuna sofferenza. Ciò che accomuna queste ragazze è il rifiuto del proprio corpo, il non voler crescere per non vedersi sottrarre le attenzioni dell’essere bambine; non a caso il problema inizia a presentarsi nel periodo della pubertà, quando il corpo inizia a cambiare mettendo in evidenza gli albori di quelle sinuosità di una donna in divenire.  Ma ciò che salta inevitabilmente all’occhio, nel corso della lettura, è il bisogno di compiacere e non deludere i genitori e le loro aspettative.

….”Una ragazza ricordava di aver scoperto una scatola con un bellissimo copricapo indiano e di avere tratto l’esatta conclusione che questo dovesse essere il suo regalo di Natale. Le cose indiane non l’interessavano più a quel momento e l’imbarazzava l’idea di doversi mettere quella cosa in testa, ma ricominciò a parlare dei pellirossa, perché la cosa importante era che la madre sentisse di aver scelto il regalo giusto.  [….] … Era convinta che compito dei figli fosse quello di far sentire ai genitori che le loro scelte erano giuste, e di essere grati e di buon animo, anche se in realtà avrebbero preferito tutt’altra cosa; dirlo sarebbe stato segno di ingratitudine o avrebbe potuto essere una delusione per i genitori”…..

E’ una vera e propria malattia dell’anima che affonda le radici nella famiglia; famiglia che spesso non si accorge, sottovaluta o addirittura nega l’esistenza di problematiche più o meno evidenti. A volte sono le stesse madri delle ragazze anoressiche le prime vittime di se stesse ed essendo ossessionate da pseudo difetti fisici, finiscono col trasferire inconsapevolmente alle figlie, le loro ansie e le loro paure. La mancata presa di coscienza, l’ostinato rifiuto, l’atteggiamento di sfida, e la non accettazione da parte dei genitori  non solo di essere la causa principale della malattia delle figlie ma che le figlie siano malate, non fa che aumentare il protrarsi di una situazione che se non opportunamente trattata e affrontata può diventare anche irreversibile.  Il libro, pur esaminando un’argomentazione delicata, presenta una narrazione fluida, scorrevole e di facile comprensione.  E’ una lettura che consiglio di fare ma non a cuor leggero; prestando la giusta attenzione può essere un valido aiuto nel cogliere dei segnali ancor prima della loro manifestazione e a sentire quel silenzioso e talvolta disperato grido di aiuto, che alcune ragazze non sanno o non possono chiedere in altro modo.

Teresa Anania

Hilde Bruch

Hilde Bruch (1904-1984), medico, professoressa emerita di psichiatria al Baylor College of Medicine di Houston, è considerata una delle massime autorità in campo mondiale negli studi sull’anoressia mentale. Ha scritto numerosissime pubblicazioni sulle anomalie del comportamento alimentare e alcune monografie sul tema. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: Apprendere la psicoterapia (Boringhieri, 1979), La gabbia d’oro (Feltrinelli, 1983; UE, 2003), Anoressia: casi clinici (Cortina, 1988), Patologia del comportamento alimentare. Obesità, anoressia mentale e personalità(Feltrinelli, 1989).

TRAMA:

Le vittime dell’anoressia sono, spesso, ragazze adolescenti o preadolescenti, figlie modello di “buona famiglia” che si sentono spesso imprigionate da mete irraggiungibili e aspettative irrealizzabili. Sembrano chiuse in una “gabbia d’oro” di privilegi nella quale sentono di non essere al proprio posto e di non poter sopravvivere. La manifestazione principale della malattia è sconvolgente e comporta perdite di peso catastrofiche; la terapia è difficile e la guarigione incerta; i meccanismi di formazione della patologia non sono ancora definiti. Hilde Bruch, utilizzando numerosi esempi della propria casistica, disegna un quadro delle cause, degli effetti e della possibile terapia che, per essere efficace, necessita di una diagnosi precoce.

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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