La bellissima leggenda di Cristalda e Pizzomunno, sconosciuta ai più, è tornata alla ribalta ultimamente, grazie alla canzone che Max Gazzé ha presentato al 68° Festival della Canzone Italiana:
“E allora dal mare salirono insieme alle spiagge Di Vieste malvagie Sirene… Qualcuno le ha viste portare nel fondo Cristalda in catene e quando le urla raggiunsero il cielo, lui impazzì davvero provando a salvarla, perché più non c’era… E quell’ira accecante lo fermò per sempre e così la gente lo ammira da allora Gigante di bianco calcare che aspetta tutt’ora Il suo amore rapito e mai più tornato!”
Le leggende, così come i miti e le fiabe, fanno parte del patrimonio culturale popolare dove i fatti raccontati non sono mai totalmente inventati ma contengono sempre una parte di realtà che, tramandati oralmente aggiungono o tolgono informazioni in base all’oratore di turno, mescolando appunto brillantemente fantasia e realtà. le leggende, si rivolgono sempre alla collettività con lo scopo di proporre a volte modelli da seguire soprattutto per tentare di tenere uniti i legami di una comunità. Ma così come ogni leggenda ha sempre un fondo di verità allo stesso modo, di ogni leggenda esistono varie versioni; anche di questa. Quella più nota racconta una storia d’amore romantica ma dal finale tragico, ambientata nella città di Vieste sul litorale garganico. Qui, si racconta, che due giovani del posto,Pizzomunno, un bellissimo pescatore che quotidianamente solcava il cristallino mare Adriatico, fosse follemente innamorato della bella Cristalda, giovane fanciulla dai lunghi capelli colore del sole. Pizzomunno veniva continuamente vessato dalle Sirene che tentavano in ogni modo di ammaliarlo promettendogli di incoronarlo loro re se le avesse seguite in fondo al mare. Non dimentichiamoci che non siamo molto distanti da Itaca, dove la stessa sorte toccò ad Ulisse il quale sappiamo si fece legare all’albero della nave pur di non cadere in tentazione.
Le Sirene, creature mitologiche acquatiche dal corpo metà pesce e metà donna, miravano ad attirare con i loro canti ammaliatori ignari giovani illudendoli con inviti lussuriosi, quando l’unico obiettivo finale era accaparrarsene le loro vite.
Pizzomunno non fu esente da tale destino! Sempre più innamorato di Cristalda, non cedette alle loro vane promesse rifiutando ogni invito da parte delle Sirene. Queste, profondamente offese dal comportamento di Pizzomunno, approfittando di un momento di tenerezza tra i due innamorati, emersero dalle acque trascinando Cristalda negli abissi. Il corpo di Pizzomunno, distrutto dal dolore, si pietrificò trasformandosi in un enorme monolite presente sulla spiaggia di Vieste.
Un monolite alto 25 metri, chiamato appunto Pizzomunno, che si erge all’inizio della costiera che da Vieste conduce a Mattinata.
La leggenda narra anche che il sortilegio che colpì i due giovani innamorati, si sciolga ogni 100 anni per una sola notte, il 15 di agosto, quando Pizzomunno recupera le sembianze umane e può unirsi a Cristalda che riemerge dal mare.
Altre versioni della leggenda narrano che il nome della ragazza non fosse Cristalda ma Vesta o Vieste, da cui il nome alla città, che fosse una Sirena innamorata di Pizzomunno e che le sorelle di lei, gelose di questo amore, lo trasformarono in una roccia. In ogni versione comunque, a rimanere invariato è sempre il finale. Si racconta anche che girando attorno al grosso monolite ed esprimendo un desiderio, questo si avveri.
Qualunque sia la versione originale, ciò che viene messo in risalto è sempre la forza e il potere sovrumano dell’Amore che è capace di vincere ogni avversità fronteggiando anche la morte.
Teresa Anania
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