Lo storia partenopea è magicamente intrisa di leggende tramandate oralmente, una di queste è la storia di Nisida e Posillipo raccontata da Matilde Serao nel suo libro ” Leggende napoletane”.
Vi fu una volta un giovanetto leggiadro e gentile, nel cui volto si accoppiava il gaio sorriso dell’anima innocente al malinconico riflesso di un cuore sensibile; egli era nel medesimo tempo festevole senza chiasso e serio senza durezza. Chi lo vedeva lo amava; e la gente accorreva a lui come ad amico, per allietarsi della sua compagnia. Ma il bel giovanetto fu molto infelice, molto infelice; gli entrò nell’anima un amore ardente, la cui fiamma, che saliva al cielo, non valse ad incendiare il cuore della donna che egli amava. Era costei una donna di campagna, cui era stato dato in dono la bellezza del corpo, ma a cui era stata negata quella dell’anima: ella era una di quelle donne incantatrici, fredde e sprezzose che non possono né godere, né soffrire.
Paiono fatte di pietra, di una pietra levigata, dura e glaciale; vanno in pezzi ma non si ammolliscono; cadono fulminate ma non muoiono. Tale era Nisida, colei che fu invano amata dal giovanetto, poiché nulla valse a vincerla. Allora lui che si chiamava Posillipo, amando invano la bella donna che viveva di faccia a lui, per sfuggire a quella vista che era il suo tormento e la sua seduzione, decise di precipitarsi nel mare e finire così la sua misera vita. Decisero però diversamente i Fati e rimasto a mezz’acqua il bel giovanetto, vollero lui mutato in poggio che si bagna nel mare e lei in uno scoglio che gli è dirimpetto: lui poggio bellissimo dove accorrono le gioconde brigate, in lui dilettandosi, lei destinata ad albergare gli omicidi ed i ladri che gli uomini condannano alla eterna prigionia – così eterno il premio, così eterno il castigo.
Da leggende napoletane di Matilde Serao
Nisida attualmente è una piccola isola dell’arcipelago flegreo non accessibile al turismo , in quanto sede dell’ istituto Penale minorile di Napoli, e Nisida è ancora intrisa di leggenda ed anche il cantautore Edordo Bennato gli ha dedicato una canzone sulla sua condizione di isola non isola . Dice ” Nisida è un’isola e nessuno Lo sa “.
Anche i poeti hanno raccontato la leggenda di Nisida come Bernardino Rota
Spiega, e rivolge all’onda pura, e fresca
Pausillipo, ch’ancora piange, e sospira,
E grida. Ahi quanto invan Nisida amasti,
o Pausillipo, un tempo: ahi come spesso,
Mentre ella era a seuir le fere intenta,
Con le tue voci i suoi piacer turbasti.
Ah misero, ah dolente, a che te stesso
Cerchi perder seguendo? Indarno tenta
Ella da te fuggire: or bassoo, or’alto
Corre per tutto il colle e non è valla,
Né sì riposto speco, ove non entre,
Sol per campare dall’amoroso assalto.
Dovunque torce il piè, par ch’alle spalle
Ad ora ad or le sopraggiunga; e mentre
Crede lontan da te correr secura
Ogni fronde, ogni fior, che move il vento,
La fa volger’indietro; e ciò che intende,
Ciò che vede, l’apporta ombra e paura;
E quanto fugge più, tanto più lento
Le pare il corso, e se stessa riprende.
Ahi troppo incauto, ahi troppo fiero, e crudo,
Tu segui chi non fugge? Ove ne vai?
Nisida è giunta al mar, come non vedi
Nisida tua già scoglio orrido e nudo?
Ne fugge più, né più teme omai,
E pur’oltra la segui, e sì nol credi?”
E’ come se la vecchia maledizione fosse ancora viva, Nisida è come un’isola fantasma, condannata all’esilio della sua solitudine; mentre Posilippo è da sempre il simbolo della bellezza di Napoli che attira turisti ed innamorati di ogni luogo.