Siamo in Australia, Tom è un reduce decorato della Prima Guerra mondiale, decorato si, ma con tante ferite interiori, incontra Isabel una ragazza solare che lo riporta alla vita. Insieme vanno a vivere al faro, perché lui accetta un lavoro a Janus, come guardiano del faro, nella più totale solitudine, un faro tra due oceani, lontani da tutti, solo il mare e la natura. Ma loro sono felici lo stesso, finché la ragazza non perde tre bambini, lei una donna nata con un senso di maternità fortissimo , il suo sogno era una famiglia con tanti bambini , lì al faro con suo marito Tom.
Ma la vita a volte ti pone davanti a delle scelte difficilissime, subito dopo aver partorito il suo terzo bambino morto, sulla spiaggetta accanto al faro si arena una barchetta con un uomo morto ed una bambina. Isabel convince suo marito a non denunciare l’accaduto alle autorità ed a crescere la piccolina come figlia loro. Ma Tom è un uomo onesto non riesce a vivere con questo senso di colpa, sa che da qualche parte ci deve essere una madre che piange la figlia scomparsa.
E qui inizia la seconda parte del libro più intensa, più difficile, Tom in maniera anonima fa scoprire la verità, atto che la moglie non gli perdonerà. Ma lui sa che Isabel non può andare oltre nel suo dolore, la separazione dalla sua bambina è troppo per lei, prende su di sè tutte le colpe e restituisce la bambina alla madre naturale. L’autrice tratteggia magnificamente la psicologia dei tre personaggi principali Isabel, Hannah e Tom. Non sai decidere, dove sta il giusto, fino a che punto l’amore giustifica delle scelte che causano dolore agli altri. Non c’è né cattiveria né premeditazione, nella scelta di Isabel e di Tom di tenere per loro la bambina, e crescerla come figlia loro, e forse il vivere isolati dal mondo, ha favorito una scelta considerata scellerata in una qualsiasi altra situazione di vivere sociale.
La disperazione della piccola Lucy/Grace che non può capire e disorientata si chiude in sé stessa, cerca Isabel la mamma che l’ha cresciuta con amore, ti sconvolge, la bambina paga colpe non sue.
Una storia di sentimenti, di colpa, di maternità negata e di maternità rubata. Un romanzo intenso, in alcuni punti ti prende alla gola, ti commuove, e continui a divorare pagine su pagine per arrivare all’unico finale possibile.
M.L. Stedman è nata e cresciuta in Australia Occidentale e ora vive a Londra. La luce sugli oceani è il suo primo romanzo.
Titolo: La luce sugli oceani
Autore : M.L. Stedman
Editore : Garzanti
Collana : Super Elefanti Bestseller
Prezzo : € 9,90
Sinossi
Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. E adora le mattine radiose, con l’alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo. Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdersi con lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini. Lì, sull’isola remota e aspra abitata solo da lei e suo marito Tom, il guardiano del faro, Isabel non ha mai avuto paura. Si è abituata ai lunghi silenzi e al rumore assordante del mare. Ma questa mattina un grido sottile come un volo di gabbiani rompe d’improvviso la quiete dell’alba. Quel grido, destinato a cambiare per sempre la loro vita, è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l’oceano le abbia mai fatto. E la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. Decidono di chiamarla Lucy. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d’attenzione diventa la luce della loro vita. Ma ogni luce crea delle ombre. E quell’ombra nasconde un segreto pesante come un macigno, più indomabile di qualunque corrente e tempesta Tom abbia mai dovuto illuminare con la luce del suo faro.