La Mantella Rossa di Domitilla Calamai e Marco Calamai de Mesa

La mantella rossa

La mantella Rossa

Domitilla Calamai e Marco Calami De Mesa
Il romanzo, scritto a quattro mani da padre e figlia, è ambientato alla fine del XV secolo. I Re Cattolici, Isabella e Ferdinando, hanno conquistato il Regno di Granada ponendo fine a otto secoli di presenza araba nella Penisola iberica. Poche settimane dopo gli ebrei sono obbligati per decreto reale a scegliere tra convertirsi al cristianesimo o lasciare per sempre il paese.
L’Inquisizione condanna migliaia di presunti eretici. Nell’ottobre dello stesso anno Cristoforo Colombo scopre l’America. In quel clima teso ed euforico in Andalusia ha inizio la storia d’amore tra i giovanissimi Clara Fonseca, figlia di un noto medico converso di origine ebraica, e Diego de Mesa, di nobile e antica famiglia cristiana. Pochi mesi dopo Diego diventa capitano di cavalleria nella conquista di Tenerife, l’ultima delle Canarie ancora nelle mani degli indigeni.
Da quel momento le vite di Clara e Diego entrano con forza nella Storia, tra la fuga verso la Roma dei Borgia e la conquista di un mondo sconosciuto. Una narrazione avvincente, che alterna l’amore contrastato tra i protagonisti con la tensione epica degli eventi storici narrati.

Introduzione

Capire la propria identità implica fare i conti con le origini, origini delle quali non siamo consapevoli fino a quando non decidiamo di cercarle.”
(Tratto dalla prefazione de “La Mantella Rossa”)

Recensione

Siamo alla fine del 1400. Cristoforo Colombo parte per le Indias. Nuovi scenari si aprono per l’umanità, intrisi di entusiasmo, esaltazione e curiosità. Ma, come ogni medaglia, anche questo periodo storico presenta un rovescio complesso, fatto di timori, incertezze e paura. Infatti, dopo la conquista di Granada, i Re Cattolici Isabel e Ferdinando, avallano l’opera dell’Inquisizione in Spagna. Dopo l’eliminazione degli arabi nella penisola iberica, per unificare il paese sotto un ideale universale politico e religioso, diventa necessario sbarazzarsi anche egli ebrei. Con ogni mezzo.

“Gli ebrei avevano sofferto vessazioni e angherie già molto prima della nascita di Cristo, e quando il cristianesimo era diventato religione ufficiale erano stati ovunque oggetto di violenze.”

In tanti erano stati costretti a convertirsi al cristianesimo, sperando così di poter evitare ritorsioni da parte dei governanti e dei “cristianos viejos”. Ma anche quella che inizialmente poteva sembrare una soluzione risolutiva, si rivelò ben presto non solo una costrizione dolorosa e difficile, ma addirittura un’azione effimera e senza vie di scampo.

“In Andalusia l’Inquisizione operava contro i “conversos” dall’inizio del 1480; da allora nella sola Siviglia circa mille persone erano state mandate al rogo e altre migliaia condannate a pene minori. Un clima di crescente ostilità circondava le comunità ebraiche della regione. I Re Cattolici volevano in tal modo indebolire, una volta per sempre, l’influenza politica ed economica dei “conversos”, portando a compimento il processo avviato con i terribili pogrom del 1391. All’epoca quattromila ebrei erano stati massacrati dal popolino urlante che li incolpava della peste e della carestia, e ora la persecuzione ricominciava…”

In questo clima complesso, a tratti surreale e incomprensibile, sboccia un amore appassionato e sincero tra due giovani: lui, Diego de Mesa, appartiene a una nobile famiglia cristiana, sarà chiamato a partecipare a una nuova crociata, che ha lo scopo di conquistare Tenerife, l’ultima isola delle Canarie ancora in mano agli infedeli; lei, Clara Fonseca, figlia di un noto medico converso di origine ebraica, sarà costretta a scappare dalla sua amata Jerez insieme alla sua famiglia per scampare alle persecuzioni dell’Inquisizione, che non lesina a condannare e torturare numerosi eretici o presunti tali.

“La tortura è in primo luogo una terribile umiliazione: ti spogliano, ti degradano, ti privano della tua dignità. Diventi un oggetto nelle loro mani. All’inizio il dolore è sopportabile: sperano che il terrore di ciò che verrà in seguito ti spinga a confessare quello che fino a quel momento hai taciuto. (…) Hanno cominciato con i carboni accesi, avvicinandoli sempre di più alle piante dei piedi. La pelle si gonfia, si rompe, sanguina. È una sofferenza spaventosa. (…) Hanno usato il potro: sdraiato nudo su un tavolaccio, mi hanno legato polsi e caviglie, e hanno cominciato a tirarmi gli arti con catene avvitate a ruote. (…) Il tormento dell’acqua: ti fanno sdraiare sulla schiena, ti legano e ti mettono uno straccio in bocca, poi cominciano a versare l’acqua con una sorta di imbuto, molto lentamente. Arrivi al punto di pensare alla morte come unica via di salvezza, e la desideri, la invochi, preghi che giunga in fretta.”

In questo tipo di assetto politico, sociale e culturale, riusciranno i due innamorati a realizzare il loro sogno? E quel sentimento puro e sincero che li accomuna, sarà veramente così forte da riuscire a superare tutti gli ostacoli che il corso della storia ha frapposto tra loro?
La lettura di questo romanzo è particolarmente emozionante e dettagliata. Nulla viene lasciato al caso: la descrizione degli stati d’animo, dei sentimenti, delle innumerevoli sensazioni, così come quella dei luoghi e dei personaggi si intreccia perfettamente e in maniera direttamente proporzionale agli eventi storici del periodo, in un continuo crescendo che appassiona, coinvolge, infiamma. E riporta tutti a porsi una serie di domande tanto semplici quanto atroci e attuali: perché questo odio viscerale e millenario nei confronti del popolo ebraico? Da cosa e quando nasce questa avversione e questa repulsione verso i nostri simili, che di diverso hanno solo un credo religioso? Erano questi gli insegnamenti del Dio dei cattolici ed era questo ciò che Gesù Cristo avrebbe voluto che la Chiesa romana, che ha sempre, dice, operato in suo nome, venisse fatto a milioni di uomini, donne e bambini? E ancora: può essere ritenuto giusto massacrare, violentare e umiliare migliaia di indigeni che si oppongono agli invasori stranieri, avidi di conquiste e desiderosi di potere? Gli spunti di riflessioni diventato innumerevoli…

Conclusioni

La storia mi ha sempre particolarmente affascinata e attratta. E dunque non potevo evitare di farmi letteralmente stregare da questo bellissimo romanzo storico, scritto a quattro mani, che mi ha dato l’opportunità di catapultarmi indietro nel tempo: uno strepitoso viaggio, tra i colori, i profumi e le usanze delle Isole Canarie, passando per la Roma dei potenti Borgia e la Firenze protagonista della barbara morte inflitta a Girolamo Savonarola. Ma sono rimasta incantata, allo stesso tempo, dalla storia d’amore complessa e straordinaria dei due protagonisti, Diego e Clara, ostacolati dagli eventi che si evolvono a loro discapito. Una lettura profonda, intensa, appassionante, che suggerisco non solo agli amanti del genere, ma anche a chi, come me, riesce ancora a sperare e a credere nella bellezza dei sogni e nella forza dell’amore.
OMNIA VINCIT AMOR.

Recensione di Fabiana Manna

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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