La memoria del corpo di Carlo Deffenu edito Alter Ego Edizioni è il romanzo della libertà, della forza, dell’ingiustizia, del dolore.
Un romanzo potente che affronta un argomento spinosissimo, in questa nostra epoca ancora così lontana dalla giustizia sociale e dalla libertà di vivere la propria sessualità o meglio omosessualità alla luce del giorno , perché l’amore è amore , che sia etero o omosessuale.
L’autore racconta la storia di Sebastiano attraverso i ricordi , scritti su un quadernetto, di sua madre Elsa durante un viaggio in corriera che la porta lontano dal suo mondo ormai andato a pezzi.
Elsa sentiva il sudore scendere lento e fastidioso lungo le gambe e la schiena; indossava un abito leggero di colore verde chiaro, delle scarpe basse senza tacco e una collana di perle. Il giorno prima si era schiarita i capelli dalla parrucchiera e quella mattina, prima di uscire di casa, si era truccata come non faceva più da molti mesi.
Un anno. Un anno esatto.
Con Elsa e Sebastiano percorriamo le tappe più importanti della nostra storia recente: il G8 con la violenza scatenata su ragazzi inermi , che probabilmente ignoravano a cosa andavano incontro , erano solo giovani che avevano delle idee e volevano partecipare alla storia; i primi movimenti a difesa degli omosessuali ed il riconoscimento dei loro diritti di essere umani , liberi di amare secondo la loro indole sessuale; l’attentato alle Torri Gemelle.
Sebastiano già dalla tenera età di sette anni annuncia ad un’allibita madre di essere gay, Elsa rimane impietrita e negli anni a venire continuerà a pensarci, perché Sebastiano crescendo ama riamato Filippo un ragazzo come lui , ha sentimenti puliti che difende con coraggio in questa società omofoba, si mette in gioco , in prima linea, è la sua essenza, il suo modo di essere non teme niente e nessuno. Vuole soltanto essere libero di amare.
Elsa pian piano vede la sua famiglia andare a pezzi, Valerio suo marito si allontana sempre più, il continuo terrore che possa succedere il peggio al suo Sebastiano, giorno dopo giorno il suo mondo perfetto, si trasforma in un dolore sordo che non potrà mai abbandonarla.
Il suo ragazzo compie le sue scelte, le vive intensamente, è sempre pieno di entusiasmo , coraggioso non la teme questa società che lo rifiuta, per lui l’amore è solo amore.
Elsa cerca continuamente un punto di contatto con suo figlio , per capirlo, appoggiarlo , ma allo stesso tempo lasciarlo libero di vivere la sua vita.
Sebastiano appoggiò la testa sulla spalla di Filippo e in pochi minuti si addormentò coccolato dal rollio dell’automobile. In questo, il mio piccolo uomo, non era cambiato di una virgola.
Filippo lo seguì subito dopo chiudendo quello che restava dei suoi bellissimi occhi verdi.
Passò qualche minuto di silenzio prima che Giuliana mi guardasse e con un sorriso complice risvegliasse la mia attenzione: «Quando vedi due persone che si amano come si amano questi due ragazzi… dico: come puoi pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in tutto questo?».
Mi voltai anche io per cercare nel suo sguardo una conferma e per un attimo persi il controllo dello sterzo. Fu davvero un attimo, una frazione di secondo che deviò la macchina verso il ciglio della strada.
Giuliana non si rese conto dell’espressione attonita del mio viso, perché continuò a parlare di altre cose come se niente fosse cambiato nello spazio angusto di quell’abitacolo arroventato dal sole di luglio.
Rimessa la macchina in carreggiata, cercai nervosa il mio sguardo nello specchietto retrovisore e inciampai sul volto di mio figlio.
Era impossibile ignorarlo.
Sorrideva felice vicino al suo Brandon: quello che mi aveva rivelato di voler sposare all’età di sette anni.
Quando lo racconto, non mi crede nessuno.
Impossibile, mi dicono. Un bambino così piccolo non può dire certe cose.
Ma l’omofobia è una serpe strisciante , comincia con le scritte fuori casa prontamente cancellate da Elsa, continua con il doversi nascondere , ed è sempre più famelico , prende la vita, l’essenza , la gioia di vivere di chi conduce una vita diversa dalla massa. Il diverso fa paura, si deve distruggere , annientare.
Essere omosessuale e vivere in città cosmopolita e grande è una cosa. Ma esserlo in un piccolo paese della Sardegna ma potrebbe essere un piccolo centro ovunque nel nostro piccolo e provinciale paese, è ben altro. La scelta è nascondersi oppure rischiare la derisione , la violenza , l’esclusione dalla società
Ma Sebastiano è forte , determinato , si impegna in prima persona per tentar di cambiare le cose ,diventa counselor del telefono amico gay, si impegna a scrivere un libro sull’argomento, si fa fotografare insieme al suo ragazzo in un bacio inequivocabile. Non si vergogna ed aiuta i ragazzi in crisi ad uscire allo scoperto , a non vivere il loro essere come una malattia da curare e nascondere.
La storia è raccontata con naturalezza, ci parla di vita, di amore, di dolore , il dolore di una madre che teme sempre per la vita di suo figlio ,quel dolore lancinante e dilaniante che può accompagnare per sempre solo il cuore di una madre davanti alla perdita più grande che può subire. Il dolore lo senti addosso , lo vivi in prima persona , non puoi fare a meno di pensare e se fossi io Elsa cosa farei? Come potrei vivere con questa ingiustizia e questa anima tagliata a pezzetti, ed in questo l’autore è molto bravo riesce a creare nel lettore empatia totale fino alla commozione , alle lacrime, l’angoscia ti prende alla gola . Carlo Deffanu fa un’analisi perfetta delle problematiche che un ragazzo gay deve subire per essere sé stesso alla luce del giorno, e soprattutto entra nell’anima di chi gli vive accanto, dei genitori , gli amici , il mondo affettivo. La famiglia che si disgrega in seguito ad un dolore così enorme. La società ferma nei propri pregiudizi che uniti all’ignoranza portano a violenze ingiuste ed assolutamente immotivate.
Un romanzo a sfondo sociale, contro ogni forma di pregiudizio e violenza, esplora la vita di un ragazzo omosessuale , facendo conoscere la normalità nella vita, nei sentimenti , nel mènage di coppia che si viene a creare, i gay non sono dei diversi , hanno solo attrazione sessuale verso una persona dello stesso sesso, e l’amore è amore , il cuore non li conosce i pregiudizi sociali, che alcune volte possono diventare non solo lesivi alla dignità umana ma anche in veri e propri agguati che possono portare alla morte prematura di chi si è macchiato di una sola colpa: innamorarsi di una persona al di fuori delle convenzioni sociali , e questo purtroppo ce lo racconta la cronaca.
Elisa Santucci
Titolo : La memoria del corpo
Autore : Carlo Deffenu
Editore : Alter Ego Edizioni
Collana : Specchi
ISBN: 978-88-9333-106-7
Prezzo : € 14
Carlo Deffenu è nato a Sassari e vive ad Alghero, dove lavora nel ramo della ristorazione. Nel 2013 è uscito per la Farnesi Editore il suo primo romanzo Domani sarà un giorno perfetto, nel 2015 Il clan dei cari estinti e nel 2016 La maledizione del cuore fantasma per la Watson Edizioni, quindi la raccolta di racconti Uno sputo di cielo, di venticinque autori e dodici artisti. Il clan dei cari estinti è stato tradotto in spagnolo e pubblicato dalla Meracovia Editorial con il titolo Sad y el clan de los medio muertos (2016).
La descrizione del libro
L’estate è alle porte e una donna di quarantasette anni sale su una corriera con uno zaino in spalla per raggiungere un paese che non conosce. Porta con sé un quaderno dove ha raccontato la storia del figlio Sebastiano. Il memoriale parte da una fredda mattina del 1992, quando Sebastiano le rivela di essere gay, e termina nella primavera del 2011, quando il figlio scompare. In mezzo c’è tutta una vita: l’impegno politico e sociale di Sebastiano, il suo lavoro in radio, l’amore per Filippo, il G8 di Genova, il trasferimento a Cagliari, la stesura di un libro. E parallelamente c’è la storia di Elsa: la crisi del suo matrimonio, l’arrivo di un amore violento e carnale, i sensi di colpa, la fuga, l’annientamento e la dolorosa resurrezione dopo un momento difficile. La memoria del corpo è un romanzo intenso, avvolgente e carnale, con più piani narrativi, dalla forma diaristica alla narrazione tradizionale. Come nelle migliori tragedie greche, Carlo Deffenu ci conduce negli abissi dell’anima, seguendo le memorie incise sulla pelle, e soprattutto in quegli occhi “pieni di parole, che chiedono a gran voce qualcosa”.L