La misura del tempo di Gianrico Carofiglio

La misura del tempo

Gianrico Carofiglio
Un romanzo magistrale. Una scrittura inesorabile e piena di compassione, in equilibrio fra il racconto giudiziario – distillato purissimo della vicenda umana – e le note dolenti del tempo che trascorre e si consuma.
«Se non fosse colpevole di quell’omicidio, e non riesco a immaginare come sia possibile, sarebbe un tale concorso di circostanze sfortunate da mettere i brividi»
Tanti anni prima Lorenza era una ragazza bella e insopportabile, dal fascino abbagliante. La donna che un pomeriggio di fine inverno Guido Guerrieri si trova di fronte nello studio non le assomiglia. Non ha nulla della lucentezza di allora, è diventata una donna opaca. Gli anni hanno infierito su di lei e, come se non bastasse, il figlio Iacopo è in carcere per omicidio volontario. Guido è tutt’altro che convinto, ma accetta lo stesso il caso; forse anche per rendere un malinconico omaggio ai fantasmi, ai privilegi perduti della giovinezza. Comincia cosí, quasi controvoglia, una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali.
Magistrato dal 1986, ha lavorato come pretore a Prato, Pubblico Ministero a Foggia e come Sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. È stato eletto senatore per il Partito Democratico nel 2008. Il suo primo romanzo è del 2002, Testimone inconsapevole, edito da Sellerio. Con quest’opera Carofiglio ha inaugurato il legal thriller italiano. Il romanzo, che introduce il personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri, ottiene vari riconoscimenti riservati alle opere prime, tra cui il Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”, il premio Rhegium Iulii, il premio Città di Cuneo e il Premio Città di Chiavari. Sempre con protagonista Guerrieri, da Sellerio seguono nel 2003 Ad occhi chiusi (premio Lido di Camaiore, premio delle Biblioteche di Roma e “miglior noir internazionale dell’anno” 2007 in Germania secondo una giuria di librai e giornalisti) e nel 2006 Ragionevoli dubbi, premio Fregene e premio Viadana nel 2007, premio Tropea nel 2008. Tra i suoi numerosi libri ricordiamo Il passato è una terra straniera (Rizzoli, 2004), premio Bancarella 2005, da cui è tratto l’omonimo film prodotto da Fandango nel 2008; con il fratello Francesco la graphic novel Cacciatori nelle tenebre (Rizzoli 2007), premio Martoglio; L’arte del dubbio (Sellerio 2007); Né qui né altrove (Laterza 2008); Il paradosso del poliziotto (Nottetempo 2009); Le perfezioni provvisorie (Sellerio 2010); Il silenzio dell’onda (Rizzoli 2011), Il bordo vertiginoso delle cose (Rizzoli 2013), La casa nel bosco (scritto con il fratello Francesco, 2014). Tra le più recenti pubblicazioni Einaudi si ricordano: Una mutevole verità (2014) e la nuova indagine di Guido Guerrieri La regola dell’equilibrio, Passeggeri notturni e L’estate fredda (2016); Alle tre del mattino (2017) e La misura del tempo (2019). Premio Speciale alla carriera della XXVII edizione del premio letterario Castelfiorentino di Poesia e Narrativa 2016.

Introduzione

Ritorna dopo anni l’avvocato Guerrieri questa volte sarà alle prese con un caso di omicidio che lo riporta ai ricordi di quanto era giovane e precisamente alla primavera del 1987.
Nel romanzo il tempo cristallizza i pensieri e le riflessioni del protagonista, infatti è il tempo la chiave del caso poliziesco narrato.
Insomma una lettura non facile per i diversi dettagli legali descritti, ma un romanzo di ottima qualità che lascia un retrogusto di speranza grazie al connubio tra moralità e giustizia.

Aneddoti personali

Racconta spesso Carofiglio nelle sue interviste che ha nostalgia del lavoro di magistrato e in particolare del lavoro di investigatore per tale motivo spesso scrive romanzi in cui vi è un’indagine. Spesso infatti risponde a chi glielo domanda che fare il magistrato è stata una stagione appassionante della sua vita, in un certo senso entusiasmante, ma ormai è finita per tale motivo nei suoi romanzi continua a fare giustizia

Recensione

Gianrico Carofiglio finalmente torna in libreria con un nuovo caso dell’avvocato Guerrieri con il romanzo intitolato La misura del tempo.
Una sera l’avvocato Guerrieri mentre sta per chiudere lo studio riceve una telefonata da una certa Lorenza Delle Foglie che gli richiede con urgenza una sua consulenza. L’avvocato è molto scettico visto che tanti anni prima aveva avuto una relazione con una donna molto più grande di lui, che si chiamava proprio come la donna che lo aveva contattato. L’avvocato Guerrieri con il suo fiuto da segugio sente odore di guai imminenti e Infatti non appena fa entrare la donna si rende conto che nonostante sia passato tanto tempo è proprio quella che aveva immaginato che fosse.
La donna conoscendo la bravura dell’avvocato gli chiede di assumere la difesa del proprio figlio che si trova in carcere perché accusato dell’omicidio di uno spacciatore suo fornitore di droga. Il ragazzo è già stato condannato in primo grado e quindi adesso occorre preparare un’adeguata difesa per affrontare l’appello. L’avvocato accetta l’incarico e Incomincia così “Una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali.”
Il libro, infatti, è dotto quanto fascinoso visto che racconta pari passo l’iter giudiziale, spesso di difficile comprensione per chi non è un addetto ai lavori. Molte pagine sono descrizioni di strategie processuali, spiegazioni di cavilli poco comprensibili a chi non ha a che fare con i tribunali. Tanto è vero che a mio modesto parere non è veramente un giallo, ma la spiegazione di come si costruisce e si mette in pratica una difesa. Quindi per me che sono una giurista lo ritengo un romanzo istruttivo e geniale.
Molto interessante invece ho trovato la parte dedicata al tempo e alla vecchiaia, tematiche che tutti nella vita almeno una volta affrontiamo. Così: “L’invecchiamento non è un processo lineare. Così come il tempo non è un’entità lineare. Non è un’entità comprensibile. Nessuno lo capisce davvero. Nessuno è capace di definirlo. Provate a parlare del tempo senza usare alcuna metafora, dice un famoso linguista. Vi ritroverete a mani vuote. Il tempo sarebbe ancora tempo, per noi, se non potessimo sprecarlo o programmarlo? Possiamo solo dire qualcosa sul fatto che va grosso modo in una direzione e che la destinazione finale è nota.”
Quindi un romanzo con una duplice valenza, da leggere con cautela perché ha uno stile di comunicazione colto e perfetto nel campo della giustizia.

Conclusioni

Consigliato a chi ritrova pezzi del suo passato per ritrovarsi del tutto invecchiato ma con tanta bella saggezza e a chi è sempre attanagliato da ragionevoli dubbi.

Voto

5/5

Citazioni

”Quando incontri dopo tanto tempo una persona con la quale hai condiviso un pezzo di vita, della quale hai addirittura creduto di essere innamorato, è inevitabile che ti sembra diversa. È cambiata, come cambiamo tutti, e questo ti appare normale. Poi, a volte, se osservi con attenzione, se non distogli lo sguardo, ti rendi conto con sgomento che quella persona non è diversa. È la stessa, almeno nei tratti sostanziali. Era nel passato in cui vi eravate incrociati, che ti era sembrata diversa. Proiettavi su di lei i tuoi desideri, le tue aspirazioni e i tuoi bisogni. In un certo senso te l’eri inventata, l’avevi creata, ti eri raccontato una bugia complessa, articolata e difficile, molto difficile da svelare.”

”Se vuoi capire il lato oscuro che è dentro ognuno di noi, rileggi le fiabe classiche. Subito sotto la superficie troverai cose che ti lasceranno sgomento. L’ambiguità dell’amore, per esempio, che non è mai puro, ma sempre intrecciato alla collera, al rancore, anche all’odio. Pensa a tutte le storie in cui la mamma non c’è piú e il suo posto è stato preso da una matrigna cattiva su cui il bimbo può scaricare la rabbia senza l’ansia di distruggere l’oggetto d’amore. Pensa alle fiabe che raccontano di bambini abbandonati. Pollicino, o La piccola fiammiferaia, per me la piú terribile. Parlano di miseria, di malattia, di morte. Altro che racconti per bambini. Leggi le fiabe e troverai la chiave piú potente per capire la natura del male e della paura racchiusi nell’animo umano.”

Recensione di Grace Di Mauro

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