La Pazzia di Dio – Il romanzo di una generazione
LUIGI DE PASCALIS
Oltre che scrittore e pittore è stato illustratore, grafico, sindacalista, pubblicista. È oggi uno degli autori italiani di narrativa fantastica più apprezzati negli Stati Uniti; in Italia ha vinto i premi Tolkien e Courmayeur, ed è stato finalista del premio Camaiore di Letteratura Gialla. I suoi racconti sono inclusi in moltissime antologie del fantastico italiane e straniere. Prima di Il mantello di porpora, romanzo storico incentrato sulle gesta di Giuliano l’Apostata, De Pascalis ha pubblicato con La Lepre Edizioni il giallo storico Rosso Velabro, i romanzi La pazzia di Dio (finalista al premio Acqui Storia e al Premio Majella) e Il labirinto dei Sarra, il noir fantascientifico Il Nido della Fenice, la graphic novel Pinocchio (vincitrice del Premio “Pinocchio di Carlo Lorenzini” nel 2012). Sempre per La Lepre, l’autore cura la collana “Fantastico Italiano”. Con altre case editrici ha pubblicato i romanzi La dodicesima Sibilla e Il signore delle furie danzanti (Hobby & Work Publishing, 2009), e La morte si muove nel buio (Mondadori, 2013). Ha inoltre al suo attivo numerosi saggi storici, insegna scrittura creativa ed è fondatore, assieme ad altri sette autori romani di mistery, del gruppo “Delitto Capitale”. Nel 2016 il romanzo Notturno bizantino ha vinto il premio Acqui per il miglior romanzo storico dell’anno.
Introduzione
La pazzia di Dio è inferiore e di tanto alla pazzia degli uomini, che hanno portato il nostro piccolo mondo antico verso la guerra, la morte, il cambiamento di una società contadina che bastava a se stessa. La Grande guerra, il primo vero conflitto di portata abnorme che ci presenta la storia.Recensione
La pazzia di Dio è proprio la storia di una generazione che si ritrova catapultata in un mondo nuovo, di propaganda, falsi miti : la patria, la vittoria, mentre milioni di giovani muoiono in trincea.La storia di una famiglia che diventa la storia di un periodo storico, inizia proprio con la nascita di Andrea Sarra, figlio del padrone di un podere in Abruzzo, il ragazzo cresce, tra giochi di ragazzi e e amicizie importanti, quel figlio naturale del padre, inviso dalla madre, ma per lui un fratello amico.
L’incomunicabilità generazionale con suo padre, segue strade già scritte per lui, fino al collegio dei padri Scarrafoni dove aveva studiato suo padre. Il ragazzo nel collegio scopre l’amicizia con Polpetta, l’ipocrisia e le regole ferree del collegio, ma anche il sesso, l’amicizia e l’indipendenza.
Ma la guerra incombe e lui si trova in trincea, scopre l’orrore della guerra, che non è la stessa della propaganda che riempie di fervore il cuore dei giovani, tanto da offrire volontariamente la propria vita.
De Pascalis percorre un pezzo di storia importante. La fine della prima guerra mondiale apre le porte al fascismo con tutti gli orrori che ha lasciato dietro di sé.
Attraverso al vita di Andrè racconta un pezzo di storia del 900′, raccontando la guerra dall’interno, le conseguenze fisiche e morali, il ragazzo torna dalla guerra completamente cambiato, quello che ha visto non può essere dimenticato rimane sotto la pelle, i veri danni non sono fisici, ma restano nell’anima, modificandone completamente la personalità.
Il rapporto con suo padre sempre distante, finché Andrè non trova una scatola contenente i segreti e l’anima del genitore, e forse finalmente riescono a capirsi da uomini e non più padre e figlio.
L’epidemia di febbre spagnola porta via buona parte del mondo familiare del ragazzo.
In questo momento che stiamo combattendo contro una pandemia ci racconta cose che è bene conoscere.
I tempi erano diversi, le cure non esistevano ,né vaccini , ma a parte gli strumenti rianimator, vaccini e conoscenze mediche, stiamo vivendo la stessa tragedia sanitaria raccontata dall’autore, il Covid ha mietuto e continua a mietere un numero spropositato di vittime in tutto il mondo.
Conclusioni
La pazzia di Dio è un documento storico, ci porta attraverso la vita di una famiglia, nel cuore di eventi che hanno cambiato per sempre il mondo, il modo di vivere , le campagne si sono svuotate, i giovani tornati dalla guerra non hanno più legami viscerali con la terra che li ha generati, vogliono cambiare andare in città a lavorare nelle fabbriche, un mondo che scompare.L’autore ci porta nel pieno dell’orrore ci fa vivere e vedere la morte e la paura nelle trincee, vite sacrificate per nulla, l’epidemia che porta via famiglie intere; in questo momento cos’ difficile per il mondo dal punto di vista sanitario diventa più attuale che mai.
Un libro da leggere assolutamente, per me è uno di quelle storie che ti rimangono dentro, ti arricchiscono e De Pascalis usa la parola scritta in maniera magnifica.
Lo consiglio a tutti , è un libro da leggere e tenere in libreria come un gioiello letterario.