La regola dell’equilibrio di Gianrico Carofiglio

La regola dell’equilibrio

Gianrico Carofiglio
Un eroe restio. Un dubbio morale assoluto.
È una primavera strana, indecisa, come l’umore di Guido Guerrieri. Messo all’angolo da una vicenda personale che lo spinge a riflettere sulla propria esistenza, Guido pare chiudersi in sé stesso. Come interlocutore preferito ha il sacco da boxe che pende dal soffitto del suo soggiorno. A smuovere la situazione arriva un cliente fuori del comune: un giudice nel pieno di una folgorante carriera, suo ex compagno di università, sempre primo negli studi e nei concorsi. Si rivolge a lui perché lo difenda dall’accusa di corruzione, la peggiore che possa ricadere su un magistrato. Quasi suo malgrado, Guerrieri si lascia coinvolgere dal caso e a poco a poco perde lucidità, lacerato dalla tensione fra regole formali e coscienza individuale. In un susseguirsi di accadimenti drammatici e squarci comici, ad aiutarlo saranno l’amico poliziotto, Carmelo Tancredi, e un investigatore privato, un personaggio difficile da decifrare: se non altro perché è donna, è bella, è ambigua, e gira con una mazza da baseball.
«Quando chiudemmo il verbale e l’udienza, lo spiacevole sentore della parola calunnia aleggiava sul procedimento. Tutti sapevamo che in qualche modo sarebbe rimasto lí, e tutti sapevamo che la procura avrebbe dovuto trovare qualcosa di molto solido, se non voleva che quel fascicolo finisse nella discarica delle archiviazioni o dei proscioglimenti».

Introduzione

“La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”, recita l’art. 24 della Costituzione ed è quello che muove l’avv. Guido Guerrieri nello svolgimento della sua professione, a prescindere dall’innocenza dei suoi assistiti.
Ma fino a che punto questo principio può continuare a essere rispettato, quando confligge con il principio stesso di giustizia?

Recensione

Gianrico Carofiglio, ormai personaggio televisivo, quando nel 2014 diede vita al romanzo “ La regola dell’equilibrio”, era essenzialmente un uomo di legge, un magistrato con lo sguardo attento sul mondo giudiziario che ben conosceva: avvocati costretti a fare compromessi con se stessi per poter svolgere la professione, in un ambiente dove l’offerta è maggiore della domanda, magistrati che esercitano la loro funzione con l’arroganza dell’onnipotenza e in mezzo a loro persone stritolate nelle dinamiche dell’esercizio della sistema della giustizia.
Con grande talento l’autore, magistrato prestato alla letteratura, costruisce una storia forte che vede protagonista Guido Guerrieri, avvocato dalla personalità solitaria e introversa: dopo molti anni, si trova a difendere un ex collega di studi il quale, a differenza di lui, si è sempre distinto per la personalità brillante e per la straordinaria bravura durante gli anni universitari.
Pierluigi Larocca è infatti un magistrato dalla carriera folgorante, una persona sicura di se, ma, nonostante ciò, si trova invischiato in una torbida storia di corruzione, trascinato dalla confessione di un sedicente collaboratore di giustizia.
I due uomini sono molto differenti, ma è proprio la loro diversità il presupposto prioritario della fiducia reciproca: quello che non è uno lo è l’altro.
Un equilibrio così perfetto può esser messo in crisi solo da una donna: Annapaola, affascinante giornalista dedicatasi alle investigazioni, scoperchierà con le sue indagini dinamiche completamente confliggenti con le regole apparentemente vigenti.
Dinnanzi a Guido Guerrieri si apriranno complessi scenari, dove la ragione sociale non riesce a trovare facilmente una convergenza, dove il dovere precipuo dell’avvocato di garantire una giusta difesa al cittadino richiedente si scontra con le logiche dei palazzi del potere.

Conclusioni

Il romanzo “La regola dell’equilibrio” viene, a mio avviso, annoverato in modo troppo approssimativo fra la letteratura di tipo “giallista”, ma è molto molto di più.
La costruzione di una trama intensa, la lettura in chiave psicologica ma mai psicoanalitica dei personaggi, il dosaggio in modo ben congeniato delle dinamiche psicologiche e l’appassionante scenario del mondo dei tribunali in cui si svolge, rendono tale opera un romanzo a tutto tondo, fruibile con grande godibilità da tutti coloro che vogliono leggere un bel libro.
Dunque #Restiamoacasa#…e dedichiamoci a una buona lettura!

Citazioni

Sembrava passata una vita dalla mattina della nostra chiacchierata al sole, appoggiati al muro del tribunale. E forse era così, perché la vera unità di misura del tempo non sono i giorni, le settimane, i mesi, gli anni. La vera unità di misura del tempo sono gli accadimenti inattesi, quelli che cambiano tutto e ti fanno capire che tante cose, prima, sono successe e non te ne eri accorto, e avresti dovuto; e tante cose che davi per scontate non succedono più.”

Recensione di Rita Scarpelli

Pubblicato da Rita Scarpelli

Sono Rita Scarpelli e vivo a Napoli, una città complessa ma, allo stesso tempo, quasi surreale con i suoi mille volti e le sue molteplici sfaccettature. Anche forse grazie a questa magia, da quando ero bambina ho amato la lettura e la scrittura . Nonostante gli studi in Economia e Commercio mi abbiano condotta verso altri saperi e altre esperienze professionali, il mio mondo interiore è sempre stato popolato dai personaggi e dalle storie dei libri che leggevo e ancora oggi credo fortemente che leggere sia un’esperienza meravigliosa. Parafrasando Umberto Eco, “Chi non legge avrà vissuto una sola vita, la propria, mentre chi legge avrà vissuto 5000 anni…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Lo scorso anno ho vissuto l’esperienza incredibile di pubblicare il mio romanzo di esordio “ E’ PASSATO”, nato dalla sinergia dell’ amore per la scrittura con la mia seconda grande passione che è la psicologia. E poiché non c’è niente di più bello di condividere quello che ama con gli altri, eccomi qui insieme a voi!

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