La trasparenza del camaleonte
Anita Pulvirenti vive a Catania. Finalista e menzione speciale al concorso per inediti “Fai viaggiare la tua storia” creato da Libromania e Autogrill, La trasparenza del camaleonte è il suo primo romanzo.
Introduzione
“Io conosco le notti che non finiscono mai” scriveva il compianto Ezio Bosso sul suo profilo facebook all’inizio della Pandemia.Ed è proprio questo il fulcro del libro, Carminia si sente sempre al posto sbagliato, ha bisogno dei suoi riti per riuscire ad essere serena con sé stessa, altrimenti esplode si raggomitola in sè stessa e per lei inizia la notte che non finisce mai…
Il camaleonte si adegua all’ambiente circostante per mimetizzarsi e non farsi notare; ed è questo il modo di vivere di chi è affetto dalla sindrome di Asperger, mimetizzarsi il più possibile, non essere toccata nè fissata negli occhi; è la paura degli altri che ti mette in ginocchio, la paura di uscire fuori dal preordinato ti impedisce di vivere come vorresti.Un atteggiamento che ti permette di vivere tra la gente senza farsi scalfire.
Recensione
Carminia vive di riti , ogni mattina gli stessi gesti:“Lunedi mattina la sveglia suona alle sette meno dieci. Come ogni giorno feriale. Carminia apre gli occhi e la prima cosa che vede è il quadro con l’orchidea. La signora Alfonsina è la volta buona che la licenzia! Lo ha lasciato storto, le sembra impensabile non essersene accorta prima. Infila le pantofole, disposte in parallelo l’una all’altra e perpendicolari al bordo dello scendiletto, e si dirige verso il quadro , lo raddrizza e va in bagno. Verifica che la carta igienica sia sistemata in modo da girare in senso orario sul portarotolo, se ne compiace, poi fa una doccia calda e infine va in cucina”.
E così tutti i giorni feriali, lei ha bisogno di riti per sentirsi sicura, una piccola cosa fuori posto può provocare una delle sue crisi, si attorciglia su stessa finchè non passa.
Anita Pulvirenti traccia il profilo di una donna Asperger, vive, esce , lavora , ha diciotto copie dello stesso libro di cui legge sempre il medesimo passo, in casa ha una sola sedia, in fondo nel suo mondo interiore non sarebbe accettata nessuna visita.
Il sentirsi fuori dal mondo, sentirsi assordare per il minimo rumore, ma lei deve vivere nel mondo, quindi vive esattamente come un camaleonte, si adegua all’ambiente in cui si trova.
Un percorso sempre in salita anche nelle piccole cose, che a noi sembrano senza importanza, attraversare la strada, scambiare qualche chiacchiera con i colleghi nei pressi della macchina del caffè, è un mimetizzarsi continuo.
Carminia non lo sa che non è nata sbagliata, non sa che non è colpa sua se la madre l’ha lasciata alla nonna perché non era in grado di gestirla, non sa di avere la sindrome di Asperger, lo scopre solo a quarant’anni e riesce a far pace con se stessa.Finalmente riesce ad accettarsi…
Una storia profonda, che ti porta nel mondo dell’autismo, anche se la sindrome di Asperger ne è una forma diversa e molto più lieve. Ma ci sei nata, puoi vivere normalmente rispettando ed accettando i tuoi limiti. A differenza dell’autismo , l’affettività con le persone di famiglia c’è , nel caso di Carminia ama la sua ruvida nonna , che mai l’ha costretta a dare ciò che non poteva dare.
Sono pagine intense, ma che si leggono con leggerezza, per lo stile di scrittura sapiente dell’autrice, lei racconta una storia , lo fa in terza persona come un’osservatrice esterna, in modo realistico senza minimamente sfiorare il pietismo che spesso compare in libri che raccontano storie difficili. Non si erge a guru che da lezioni di comportamento.
Raccontare una storia con un’unica protagonista, gli altri personaggi sono solo di contorno , diversa al centro della storia c’è la sua patologia è Asperger, con la delicatezza nel raccontare mostra la sua conoscenza dell’animo umano.
Lo stile letterario è semplice ma efficace, sa portarti in un mondo sconosciuto con sapienza e conoscenza dell’argomento, senza però incutere nel lettore quel senso di gravità come capita spesso in libri che trattano argomenti difficili