La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante

la vita bugiarda degli adulti

La vita bugiarda degli adulti
La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante

Elena Ferrante
«Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell’appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto – gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole – è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione».
Il bel viso della bambina Giovanna si è trasformato, sta diventando quello di una brutta malvagia adolescente. Ma le cose stanno proprio così? E in quale specchio bisogna guardare per ritrovarsi e salvarsi? La ricerca di un nuovo volto, dopo quello felice dell’infanzia, oscilla tra due Napoli consanguinee che però si temono e si detestano: la Napoli di sopra, che s’è attribuita una maschera fine, e quella di sotto, che si finge smodata, triviale. Giovanna oscilla tra alto e basso, ora precipitando ora inerpicandosi, disorientata dal fatto che, su o giù, la città pare senza risposta e senza scampo.
Scrittrice italiana.
È nata a Napoli, città che ha abbandonato presto per vivere a lungo all’estero. Dal suo primo romanzo, L’amore molesto, è stato tratto l’omonimo film di Mario Martone; dal romanzo successivo, I giorni dell’abbandono, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza.
L’elusività che circonda l’autrice ha alimentato un piccolo, ma tenace mistero nella comunità letteraria. Nel corso del tempo Ferrante è infatti stata identificata con Goffredo Fofi, autore delle sole due interviste che le siano state fatte; con Domenico Starnone, scrittore napoletano, soprattutto a seguito delle analogie che alcuni critici hanno ravvisato fra L’amore molesto e un romanzo dello stesso Starnone, Via Gemito; infine di Ferrante si è vociferato che altri non fosse che Anita Raja, moglie di Starnone, traduttrice dal tedesco e redattrice in forze presso E/O, casa editrice che pubblica l’opera della scrittrice.
Nessuna fra queste ipotesi ha trovato sino ad oggi conferma.
Ferrante si produce poi in un’operazione ambiziosa, che riscuoterà molto successo: L’amica geniale è il titolo di un ciclo romanzesco dedicato all’amicizia fra due donne, composto di quattro libri usciti fra il 2011 e il 2014 (L’amica geniale, Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta, Storia della bambina perduta).
Grazie a L’amica geniale, Ferrante entra nella cinquina dei finalisti del Premio Strega, edizione 2015.

Introduzione

Dopo il grande successo mondiale della seria ” L’amica geniale”, Elena Ferrante torna con ” La vita bugiarda degli adulti”. La prima cosa che colpisce è l’incipit che già mostra la forza narrativa dell’autrice.
Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta.

Recensione

Da queste poche parole si dipana la storia di crescita di Giovanna che vede cadere tutto d’un colpo il mito di suo padre, l’uomo perfetto, colui che l’aveva sempre fatta sentire speciale. Poi quando aggiunge ” Sta facendo la faccia di Vittoria” a Giovanna cade il mondo addosso, zia Vittoria in casa loro è descritta come un essere del male, colei che sporca qualsiasi cosa tocchi.
La Ferrante ci porta in due Napoli fortemente distinte e diverse : il rione Alto dove vive Giovanna con la sua famiglia e la zona industriale dove vive la terribile zia Vittoria, e da dove chiaramente proviene suo padre. Una ragazzina di solo tredici anni vissuta sempre in un ambiente bene, protetta, all’improvviso sente il bisogno di creare un contatto con l’Innominabile zia Vittoria.
Anche in questo romanzo, l’autrice porta per mano il lettore, nella sua malia letteraria, niente è semplice , niente è lasciato all’immaginazione. il confronto di due mondi senza nessun punto di congiunzione. La casa di Giovanna dove si legge, si discute, genitori comunisti che si celano dietro il perbenismo per nascondere la loro vita bugiarda; mentre dall’altra parte c’è zia Vittoria sboccata, senza filtri, usa termini scurrili che Giovanna mai aveva udito in vita sua, si pone con sua nipote in maniera tribale, un mondo sconosciuto dove la bruttezza morale, l’attacco violento sono normalità. Giovanna cresce dividendosi tra i due mondi paralleli che mai si toccheranno, ma il punto di intersezione esiste : sono le origini triviali di suo padre, che con lo studio, è riuscito ad affrancarsi da quel quartiere povero e volgare, per salire nella Napoli bene di S. Giacomo dei Capri, ma le origini sono dentro di te, anche se cerchi di sfuggirle a tutti i costi.
La firma della Ferrante si nota in ogni parola , in ogni frase, graffia, usa parole dure , immagini dure senza filtri, senza scalfire l’armonia dei suoi scritti. Lei che ha fatto del mistero sulla sua identità la sua carta vincente, si slega completamente dal genere, non si sa se a scrivere è una penna femminile o maschile, non si sa da dove proviene, dalla Napoli Bene o da quella triviale che racconta con dovizia di particolari, non si conosce il motivo per cui ella tenda sempre a raccontare la Napoli popolare con grande brutalità, come se la plebe fosse sempre brutta, sporca e cattiva. Ignorando del tutto l’ipotesi che anche in una zona popolare, possano viverci anche persone perbene che non possono permettersi altro. Ma l’argomento centrale della vita bugiarda degli adulti è l’immagine dietro cui si nasconde chi è riuscito ad affrancarsi dalla parte di città brutta , sporca e cattiva.
La storia inizia con Giovanna tredicenne e si conclude ai sedici anni, si forma scoprendo il sesso come qualcosa di sporco completamente slegato dall’amore. Voi penserete che la colpa è di zia Vittoria ed il braccialetto che passa da persona a persona, mettendo davanti alla sua vita bugiarda suo fratello, invece no ciò che sporca gli anni di crescita di una ragazzina vissuta sempre in un mondo perfetto è la scoperta della vita bugiarda degli adulti : i suoi genitori.
Ancora una volta Elena ferrante fregandosene dello snobismo della critica letteraria e dei lettori snob, riesce a confezionare una storia di formazione che il lettore sente sua. Il suo rapporto con i suoi lettori è viscerale, nonostante non abbia né volto né identità, lei riesce ad entrare nell’animo di chi legge, svelando le bugie, i compromessi, i luoghi bui dove nascondono i loro scheletri nell’armadio indicibili anche a sé stessi. Questa è la sua grande forza e motivo del suo grande successo.

Conclusioni

Un libro da leggere senza aspettarsi un qualsiasi punto in comune con Lila ed Elena dell’amica geniale. Una storia forte che avvince, come in tutti i suoi libri anche questa volta tira fuori i coni d’ombra che si nascondono dietro vite apparentemente perfette.

Voto

5/5

Citazioni

Bastava guardare anche solo per un attimo chi aveva il privilegio di una bella faccia fine e si scopriva che nascondeva inferni non diversi da quelli espressi da facce brutte e grezze. Lo splendore di un viso, arricchito tra l’altro dalla gentilezza, covava e prometteva dolore ancor più di un volto opaco.

Recensione di Elisa Santucci

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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