Genny ha sedici anni e fa il barista a via Toledo. Sua madre, che ha subito un trapianto di cuore e non dovrebbe fumare, lo fa di nascosto mentre cuce gli orli ai jeans, china sulla macchina da cucire. Ottanta euro per 20 paia, mentre alla radio passa Gigi D’Alessio e lei canticchia.
Tania ha quindici anni e va a scuola, ma non oggi che è sabato, e con la sua amica Fabrizia si da appuntamento al Vomero per comprare un vestitino per la festa di stasera. Sua madre è poliziotta e, tranne che con lei, è dura e intransigente. Chissà quale dolore o delusione si porta dentro.
Due esistenze disposte a croce quelle dei due ragazzi, che per uno scherzo del destino finiscono con l’incontrarsi all’incrocio tra via Cimarosa e via Mattia Preti in un caldo sabato mattina di maggio.
Un incontro scontro che si concluderà tragicamente il loro e che darà origine ad una serie di accadimenti, per certi versi inevitabili, ma in qualche modo catartici e compensativi.
Una storia che si legge tutta d’un fiato L’altra madre, che non vorresti lasciare, pur sapendo che l’epilogo sarà tragico, perché l’autore lo annuncia più volte, qua e là, sin dalle prime pagine. Eppure un senso di dolcezza, consolatorio, affiora nelle ultime righe. E’ la vittoria della vita sulla morte, è la vita che continua nonostante il dolore, che è capace di trasformare i sentimenti e che trova nuove ed impensate strade per restituire sotto altre forme ciò che è stato sottratto.
Una scrittura scarna, asciutta, affilata come una lama, vera come i personaggi cui da vita quella di Andrej Longo. Sorprendentemente moderna, che sta dentro le cose di tutti i giorni e le guarda con occhi carichi di umanità e di verità. Un romanzo sorprendente, da leggere assolutamente.
Donatella Schisa
Titolo: L’altra madre
Autore : Andrej Longo
Editore : Adelphi
Prezzo : € 12,75
Il nome Andrej gli è stato dato dal padre, in omaggio a Guerra e pace di Tolstoj.
Laureatosi in lettere al DAMS di Bologna, dopo aver lavorato come bagnino, cameriere e pizzaiolo, Longo inizia la sua attività letteraria collaborando come autore di opere teatrali, radiofoniche e cinematografiche.
Nel 2002 pubblica la raccolta di racconti Più o meno alle tre. L’anno successivo pubblica il romanzo Adelante (Vincitore ad ex aequo Sezione Narrativa Premio Nazionale Letterario Pisa). Nel 2007 pubblica Dieci, una raccolta di racconti ambientati a Napoli ed ispirati ai dieci comandamenti, per il quale Longo viene insignito del premio Bagutta, del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo e del premio Piero Chiara.
Nel 2011 un suo testo è apparso nell’antologia Meridione d’inchiostro. Racconti inediti di scrittori del Sud (Stilo Editrice).
La trama
Genny ha sedici anni e lavora in un bar dalle parti di via Toledo; gli piace giocare a pallone e fare il buffone sul motorino. Perché, dicono gli amici, come lo porta lui, il mezzo, non lo porta nessuno. Tania di anni ne ha quindici, va ancora a scuola e dorme in una stanza che «tiene il soffitto pittato di stelle»; le piacciono le scarpe da ginnastica rosa e i bastoncini di merluzzo. La madre di Genny «ha quarant’anni, forse pure qualcuno in meno, ma il viso è segnato da certe occhiaie scure che la fanno sembrare più vecchia»; passa le giornate a fare gli orli ai jeans: venti orli ottanta euro; ogni tanto si interrompe, prende le carte e fa i tarocchi; e ogni tanto, quando non riesce a respirare, si attacca all’ossigeno. La madre di Tania fa la poliziotta, ha un corpo asciutto, muscoloso, e vicino all’ombelico «la cicatrice tonda di quando l’hanno sparata»; ed è una che se qualcosa va storto non esita a tirare fuori la pistola. Un sabato pomeriggio, in una strada del Vomero, le vite di Genny e di Tania si incrociano in modo tragico: e una madre decide di fare giustizia. A modo suo. Come già in Dieci, con quella scrittura spigolosa e incalzante che riesce, è stato scritto, «a riattivare ciò che giace inerte nel linguaggio collettivo e privato», Andrej Longo ci racconta una certa Napoli, e gli uomini e le donne che la abitano: protervi e feriti, crudeli e generosi.