La storia romanzata di Margot Wolk la donna tedesca che solo a novant’anni ha ammesso di essere stata una delle assaggiatrici di Hitler, coloro che dovevano preservare Hitler dal pericolo di avvelenamento.
Voce narrante è Rosa Sauer una delle dieci assaggiatrici di Hitler, dieci donne che ogni giorno rischiavano la vita ; tre volte al giorno dovevano assaggiare le prelibatezze preparate per il Fuhrer , e questo provoca in loro anche un forte senso di colpa in un periodo storico in cui la gente moriva di fame. Che non abbiano avuto scelta non ha importanza, che fosse una prigionia a tutti gli effetti nemmeno. Rosa e le sue compagne sentono forte il senso di colpa e di vergogna di essere considerate poco meno di un tubo digerente.
Entrammo una alla volta. Dopo ore di attesa, in piedi nel corridoio, avevamo bisogno di sederci. La stanza era grande, le pareti bianche. Al centro, un lungo tavolo di legno su cui avevano già apparecchiato per noi. Ci fecero cenno di prendere posto.
Mi sedetti e rimasi così, le mani intrecciate sulla pancia. Davanti a me, un piatto di ceramica bianca. Avevo fame.
Le altre donne si erano sistemate senza far rumore. Eravamo in dieci. Alcune stavano dritte e compite, i capelli tirati in uno chignon. Altre si guardavano intorno. La ragazza di fronte a me strappava pellicine con i denti e le triturava sotto gli incisivi. Aveva guance morbide chiazzate di couperose. Aveva fame.
Alle undici del mattino eravamo già affamate. Non dipendeva dall’aria di campagna, dal viaggio in pulmino. Quel buco nello stomaco era paura. Da anni avevamo fame e paura. E quando il profumo delle portate fu sotto il nostro naso, il battito cardiaco picchiò sulle tempie, la bocca si riempì di saliva. Guardai la ragazza con la couperose. Aveva la mia stessa voglia.
Il nazismo e la guerra questa volta vista dalla parte dalle donne tedesche, quelle rimaste a casa ad aspettare, perché le donne muoiono in guerra ma in sordina , non muoiono da eroi , le donne muoiono in silenzio.
Tutti i giorni le dieci le ragazze erano prelevate da un pulmino che le portava in una mensa per assaggiare, giorno dopo giorno all’iniziale indifferenza e quasi senso di sospetto si creavano dei rapporti a volte di amicizia a volte di semplice cameratismo, quello delle persone che vivono le stesse esperienze.
La paura , la colpa ma anche la fame che continua anche dopo aver mangiato , ma non è fame è paura, la paura che ti contorce le viscere e nei 60 minuti dopo aver ingerito il cibo non puoi impedirti di essere terrorizzata, ma tuttavia con il passare dei giorni ci si abitua a tutto anche alla paura, ma al senso di colpa di essere pagati dai nazisti non puoi abituarti, tuttavia la voglia di vivere è più forte, l’istinto naturale di sopravvivenza esce fuori e ti aggrappi a tutto vuoi vivere.
La Postorino riesce a tracciare un profilo dei personaggi intensi , cupi e soprattutto realistici.
Rosa Bauer è una berlinese che dopo la morte dei suoi genitori e la perdita della casa si trasferisce in campagna dai suoi suoceri, dove il sindaco del paese la segnala alle SS per il compito di assaggiatrici , in fondo è solo una straniera.. Rosa non è mai stata nazista né lei né la sua famiglia ma deve adeguarsi , in fondo ci si abitua a tutto e con il passar dei giorni lei considera il suo compito quasi un lavoro. E la sua voglia di vivere, di sopravvivere all’orrore della guerra è evidente nella relazione notturna con il comandante Ziegler, una ragazza che cerca l’abbraccio di un uomo dopo aver saputo che suo marito Gregor è disperso.
L’autrice riesce a raccontare questo spaccato di vita creando ambienti, situazioni ed atmosfere assolutamente perfette, sembra di vederle le dieci ragazze sedute una accanto all’altra che devono mangiare controllate a vista dai nazisti, il malore di alcune di loro dopo aver mangiato un dolce con del miele guasto ma non avvelenato mostra nettamente quanto le ragazze erano considerate alla stregue di cose, di cavie , di tubi digerenti.
Un libro bellissimo lo leggi e dopo l’ultima pagina ti mancano già i suoi personaggi che hai imparato ad amare nel corso della lettura. Rosa Bauer la ami , la comprendi anche se le sue scelte sono forse azzardate e fai il tifo per lei , in fondo è solo una donna che vuole sopravvivere alla guerra.
Titolo: Le assaggiatrici
Autore :Rosella Postorino
Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Prezzo:€17
Rosella Postorino (Reggio Calabria, 1978) è cresciuta in provincia di Imperia, vive e lavora a Roma. Ha esordito con il racconto In una capsula, incluso nell’antologia Ragazze che dovresti conoscere (Einaudi Stile Libero, 2004). Ha pubblicato i romanzi La stanza di sopra(Neri Pozza, 2007; Premio Rapallo Carige Opera Prima), L’estate che perdemmo Dio (Einaudi Stile Libero, 2009; Premio Benedetto Croce e Premio speciale della giuria Cesare De Lollis) e Il corpo docile(Einaudi Stile Libero, 2013; Premio Penne), la pièce teatrale Tu (non) sei il tuo lavoro (in Working for Paradise, Bompiani, 2009), Il mare in salita (Laterza, 2011) e Le assaggiatrici (Feltrinelli, 2018). È fra gli autori di Undici per la Liguria (Einaudi, 2015).
La trama
“Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi circolava nel sangue. Hitler era salvo. Io avevo di nuovo fame.” Fino a dove è lecito spingersi per sopravvivere? A cosa affidarsi, a chi, se il boccone che ti nutre potrebbe ucciderti, se colui che ha deciso di sacrificarti ti sta nello stesso tempo salvando?
La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. “Da anni avevamo fame e paura,” dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato.
Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti – come una sorta di divinità che non compare mai – incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.
Rosella Postorino non teme di addentrarsi nell’ambiguità delle pulsioni e delle relazioni umane, per chiedersi che cosa significhi essere, e rimanere, umani. Ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf), racconta la vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della Storia, forte dei desideri della giovinezza. Come lei, i lettori si trovano in bilico sul crinale della collusione con il Male, della colpa accidentale, protratta per l’istinto – spesso antieroico – di sopravvivere. Di sentirsi, nonostante tutto, ancora vivi.