Le fragili attese è un romanzo del 2015 edito da Marsilio. Nel leggerlo è andata rafforzandosi in me la convinzione, peraltro presente da sempre, che per poter scrivere, e bene, si debba prima leggere, e molto. E anche l’altra convinzione per la quale gli autori incontrati lasciano su di noi tracce indelebili, anche quando non ce ne rendiamo conto. Leggendo questo libro, che, lo dico chiaramente, ho trovato bellissimo, mi sono tornati alla mente il Murakami di Kafka sulla spiaggia e insieme il Baricco di Oceano mare e di Novecento.
Si, perché protagonista della vicenda è Italo, un signore di ottant’anni, proprietario dal 1952 della Pensione Palomar, un vecchio edificio di due piani, schiacciato dal mare di cemento che ha inghiottito Milano. Italo ha deciso di chiudere, è stanco e vorrebbe un po’ vivere, cosa che non ha avuto il tempo di fare, impegnato com’era in quel lavoro che l’ha assorbito completamente, al punto da farlo vivere solo attraverso il racconto dei suoi ospiti; è esclusivamente per il tramite dei loro occhi che Italo ha, dunque, visto il mondo, viaggiato, fatto esperienze. Palomar risulta essere in qualche modo una stazione, ferma e uguale a se stessa, intorno alla quale si muove il mondo e si muovono le vite degli altri. Il romanzo narra gli ultimi giorni della Pensione e l’attesa prima della sua chiusura, e insieme racconta dei suoi ultimi ospiti, ciascuno dei quali, attraversato da un diverso dolore, vive la propria, personale, fragile attesa. Tanti microcosmi che s’incrociano per caso, si sovrappongono e s’intrecciano attraverso una narrazione fitta e densa, che non vorresti più lasciare. Indimenticabili e struggenti tutti i personaggi, mirabilmente tratteggiati. La scrittura di Mattia Signorini parte sottotono, è minimale, come solo le cose vere o verosimili sanno essere, e risulta avvincente senza inutili sfoggi di penna o accadimenti roboanti. Ti mette dinanzi alla vita, al suo dolore, alla difficoltà di stare al mondo, ma suggerisce anche la speranza di poter restare in piedi e salvarsi, magari non da soli. Perché nessun uomo è un’isola, ma solo il proprio silenzio, quello che porta dentro di sé.
Qualcuno, però, lo si potrà incontrare, qualcuno che abbia voglia di ascoltarlo quel silenzio, se solo si riesce a restare umani.
Consigliato? Assolutamente si.
Donatella Schisa
Titolo : Le fragile attese
Autore : Mattia Signorini
Editore : Marsilio editore
EAN: 9788831720892
Prezzo : € 17
Mattia Signoriniè nato a Rovigo nel 1980. Ha pubblicato Lontano da ogni cosa (2007) La sinfonia del tempo breve (2009; Premio Tropea) e Ora (Marsilio 2013; finalista Premio Stresa). È tradotto in Europa, Sud America e Israele.
La descrizione
Questa è la storia della Pensione Palomar, una vecchio stabile a due piani nel quartiere periferico di una grande città. Osservandola dalla strada, incastrata tra due palazzi, sembra appartenere a un tempo che non è più. È la storia di Italo, il proprietario, che a quasi ottant’anni ha deciso di chiudere per sempre. Osserva passare gli ultimi giorni seduto dietro al bancone, mentre rilegge vecchie lettere d’amore scritte da una ragazza negli anni Cinquanta. È anche la storia dei suoi ultimi ospiti: Guido, un professore d’inglese che deve insegnare a parlare a una bambina muta; Lucio Ormea, un uomo alla ricerca del padre che non vede da quando era piccolo; Il generale in pensione Adolfo Trento, convinto che la soluzione di ogni pace stia nella guerra; Ingrid, un’arpista con il polso spezzato che lavora come cassiera al supermercato e di notte si accompagna a uomini conosciuti per caso; e infine la domestica Emma, che ha fatto della Pensione Palomar la sua casa da ormai troppo tempo. Sono tutte persone ferme ai margini di un mondo che corre troppo veloce, in attesa che arrivi qualcosa, forse un treno che li porti via, verso una direzione qualsiasi, prima che sia troppo tardi. Mattia Signorini ci regala un delicato e intenso romanzo sulle attese in cui, tra speranze e delusioni, capita che la nostra vita si incagli. Attese spesso lunghe, fragili, a volte senza fine.