Le pentite. Sarò per te veleno e cura. Francesca G. Marone, Les Flàneurs edizioni.
«Qui, tanto tempo fa, c’erano le donne che avevano vissuto una vita da prostitute e poi, a seguito della malattia contratta, la sifilide, venivano in ospedale per curarsi e ci rimanevano. […] Erano le Pentite. Una volta varcata la soglia dell’ospedale, non sarebbero uscite mai più.»
Francesca Marone con il suo libro “Le Pentite: sarò per te veleno e cura” dà voce a chi non l’ha mai avuta: le donne violate nell’anima, tormentate e giudicate solo perché hanno amato.
In un continuo flashback tra passato e presente, l’autrice racconta la storia di Elisa e Albina donne vissute nel Settecento, Federica e Maria ai tempi nostri e Giuseppe medico ispirato alla figura di Giuseppe Moscati. Il tutto sullo sfondo del complesso monumentale degli Incurabili.
Gli Incurabili il più antico ospedale di Napoli, fatto costruire da Maria Lorenza Longo nel lontano 1521 per curare le malattie incurabili come la sifilide. Oggi il complesso degli Incurabili è visitabile, il suo museo e la sua farmacia raccontano il percorso fatto dalla medicina negli anni. E mi piace immaginare che proprio durante una visita al Museo sia nata questa storia dalla penna di Francesca Marone.
L’amore nel senso più largo del termine, l’amore proibito, l’amore tossico, l’amore malato che diventa una droga, il tempo che non scalfisce l’amore, racconta questo intenso romanzo.
Federica è una donna con un difficile passato, da giovane donna è stata irretita dal bello e dannato Armando: il Lupo che aveva bisogno di vittime da distruggere, da sottomettere, la sua mancanza assoluta di cuore lo spingeva a scegliere donna insicure con scarsa autostima da assoggettare fisicamente e moralmente. Le sue vittime erano completamente private della dignità e della loro anima. Federica e Maria condividono lo stesso orrore, lo stesso assoggettamento di volontà, la stessa violenza. E si appoggiano l’una all’altra fino ad amarsi profondamente. Ma il lupo non può permettere questo amore, non può perdere il controllo su di loro, una violenza fisica terribile subisce la giovane Maria che riesce a salvarsi ma mette fine per sempre al gioco perverso. Le due ragazze si allontanarono dal lupo e da tutto ciò che rappresentava compreso il rapporto tra loro.
Ma la vita ha i suoi percorsi, forse casuali, forse destinati. A volte chi ama davvero è destinato a ritrovarsi.
Le due donne si ritrovano, così per caso, in un supermercato, sono ormai donne in avanti con gli anni, ma non c’è una scadenza per l’amore.
Chissà se alcune cose accadono per caso, Federica viene chiamata per una ricerca da fare proprio agli Incurabili e rincontra quel Giuseppe che aveva incontrato con Maria nell’altra vita, ormai anziano e considerato quasi rimbambito. Trascorre le sue giornate accanto al pozzo sito nel cortile degli Incurabili. La leggenda narra che il Mastrogiorgio, nel Settecento usava il pozzo per punire le donne che non ubbidivano alle sue regole.
Due figure violente che violentano in epoche diverse: il Lupo e il Mastrogiorgio. L’amore proibito non accettabile dalla società.
In un continuo raffronto tra le due storie l’autrice racconta la stessa violenza subita da Elisa e Albina nel Settecento e Federica e Maria ai giorni nostri. Unico punto in comune è l’amore che nasce nel dolore, l’amore che cura. L’amore che cerca di lenire il veleno.
Elisa è una delle pentite condannate a vivere, servire e morire all’interno degli Incurabili, Albina una ragazza della nobiltà napoletana internata perché non parlava, il suo dolore lo tirava fuori solo cantando. Albina che subisce la violenza più grande, tradita dalla sua stessa madre che si accompagna al giovane marito della giovane. Elisa e Albina si incontrano e si innamorano. Sono una per l’altra la cura che estirpa il veleno. Ma denunciate dalle altre pentite che nella loro miseria, incattivite, godevano per la punizione inflitta alle due donne: la morte nel pozzo.
I racconti di Ciro, la guida di Federica nella visita agli Incurabili e l’accesso agli archivi storici, portano la donna a decidere di vivere finalmente per se stessa, complice l’incontro fortuito con Maria, che diventa scelta. Federica e Maria finalmente possono camminare con lo stesso passo.
Solo le persone che si amano davvero riescono a camminare con lo stesso passo, non una davanti, l’altra un passo indietro, ma affiancate con le spalle che quasi si toccano.
«Federica, devi vivere per te, non per gli altri. Nemmeno per tua madre. Forse sei ancora in tempo a scegliere»
Una lettura intensa, l’amore che diventa veleno e cura. L’amore che distrugge, l’amore che cura le ferite. La potenza del sentimento che muove il mondo, in contrapposizione con il suo contrario: il male senza redenzione, il male che non si pente mai, nemmeno in punto di morte.
Il lupo è necessario imparare a riconoscerlo, l’amore non è, e non può essere veleno, l’amore non può togliere, l’amore per essere tale deve dare, l’amore deve essere cura, dolcezza, passione e tanto altro. Tutto il resto non appartiene a quel sentimento meraviglioso che muove il mondo: l’amore
Una storia da leggere, la consiglio vivamente. Il potere delle parole che aprono scenari inesplorati.
Federica, studiosa di Storia dell’Arte che non ha avuto fortuna nella carriera accademica, in età ormai matura viene inaspettatamente convocata dall’Università per condurre una ricerca sull’Ospedale degli Incurabili di Napoli, l’antico e misterioso complesso fondato per accogliere i malati cronici, affetti da sifilide e da altri terribili morbi, e dove, alla metà del Settecento, furono rinchiuse Albina ed Elisa, due giovani donne alle quali il Mastrogiorgio, infermiere carceriere, inflisse torture e punizioni crudeli per la sola colpa di essersi amate.
L’incontro con i luoghi della memoria e con Maria, alla quale Federica è legata da una vicenda di dipendenza e sfruttamento, riportano alla mente della donna l’ineluttabilità delle scelte fatte e il peso della sofferenza patita.
Francesca G. Marone. Sociologa, counselor professionista e mediatrice familiare, vive a Napoli. Ha pubblicato racconti e poesie in antologie per Perrone, Nottetempo e Centoautori. Con l’associazione di scrittura femminile “Wewrite” ha partecipato all’antologia Madame Europa (Fusibilia edizioni). Dalla rielaborazione del manoscritto segnalato alla 23a edizione del Premio Calvino con la menzione «per il lacerante scandaglio di un’interiorità femminile» è nato il romanzo Poche rose, tanti baci, edito da Castelvecchi.
Autore: Francesca G. Marone
Editore: Les Flâneurs Edizioni
Collana: Montparnasse
Anno edizione: 2023
In commercio dal: 3 aprile 2023
Pagine: 230 p., Brossura
EAN: 9791254511268
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