Autore: Luis Sepùlveda
Titolo: Le Rose di Atacama
Editore: Guanda
Edizione: 2016
Pagg. : 172-Brossura
Prezzo: € 10,00
Romanzo del 2010. Una serie di racconti brevi, trentacinque per l’esattezza, brillantemente narrate, il cui trait-d’union è il viaggio inteso come fatto e occasione irripetibile. Storie di uomini semplici quelli che hanno una loro “storia” ma che nessuno conosce, non sono “famosi”, non sono “importanti”, non vengono citati dai mass media. Storie di vita, vissuti personali e non solo, dolore, angoscia, rabbia, paura, romanticismo, sogni infranti. Storie commoventi, profonde e struggenti. Si ha l’impressione di compiere un viaggio all’interno di un album fotografico familiare dove però ad essere coinvolto è il mondo intero. Sepùlveda racconta il tutto partendo sempre dalle proprie esperienze di condivisione politica con i suoi connazionali, prestando sempre particolare attenzione alle “periferie mondiali”. Storie marginali che si fanno leggere d’un fiato e ognuna delle quali colpisce in maniera particolare. Gente che lotta per i propri ideali e i propri valori. Storie che portano alla ribalta il lato peggiore dell’umanità , proiettando il lettore in Russia, in Africa, in Germania, in America del Sud, in Spagna, in Italia…. Il romanzo spazia in campi vastissimi infondendo sentimenti che vanno dalla serenità all’angoscia, al coraggio, alla speranza. Ed è proprio questo il messaggio predominante, la speranza di poter emergere dall’oblio provando a modificare le sorti di un destino a volte avverso e la ferma volontà di non sottomettersi a qualunque genere di prepotenza umana. Interessante la similitudine col titolo, storie “anonime” di gente “sconosciuta”, cui dando luce con la lettura fioriscono per un solo giorno e una sola volta all’anno, come le rose del deserto, le rose di Atacama appunto. Teresa Anania
Luis Sepùlveda Scrittore cileno. Militante di Unità popolare, fu costretto a lasciare il paese in seguito al colpo di stato che mise fine al governo di Allende. Il suo impegno di militante ecologista lo ha spinto a partecipare a diverse missioni dell’organizzazione ambientalista «Greenpeace». Ha esordito nella narrativa con la raccolta di racconti Cronache di Pietro Nessuno (1969), cui sono seguiti Le paure, le vite, le morti e altre allucinazioni (1986) e Taccuino di viaggi (1987). Si è imposto definitivamente con il romanzo Il vecchio che leggeva romanzi d’amore(1989), cui hanno fatto seguito Il mondo alla fine del mondo (1989), Un nome da torero (1994), storia di spionaggio ambientata fra la Patagonia e la Germania, La frontiera scomparsa (1994), l’originale libro di viaggi Patagonia Express (1995) e la favola-parabola Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare(1996). Il piacere di narrare e l’impegno politico e ambientalista s’intrecciano nelle opere successive: Incontro d’amore in un paese in guerra (1997), Diario di un killer sentimentale (1998), Cronache dal cono sud (2006), che dall’opposizione di principio a qualunque guerra estrae una riflessione amara e lucida sui primi anni del millennio e il libro di racconti La lampada di Aladino (2008). Tra gli ultimi romanzi ricordiamo: Ritratto di gruppo con assenza (2010), Ultime notizie dal sud (2011), Tutti i racconti (2012), Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico (2012), Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza (2013) e L’avventurosa storia dell’uzbeko muto (2015), Storia di un cane e del bambino a cui insegnò la fedeltà (2015), La fine della storia (2016), Storie ribelli (2017). L’editore italiano di riferimento di Luis Sepúlveda è Guanda.
TRAMA:
Il viaggio, il vagabondaggio per il mondo, è qui che si collocano le storie raccolte in questo libro. Lo scrittore narra le vicende di personaggi anonimi e marginali incontrati per il mondo, uomini e donne che hanno in comune l’aver fatto della propria vita una forma di resistenza. Un amico cileno che ha diretto la rivista Analisis, prima barricata della lotta contro Pinochet. Un cantante che ha partecipato alla Primavera di Praga. Un cameraman olandese ucciso dall’esercito del Salvador. Uomini che non hanno mai sperato di uscire dai margini, ma che per una volta sono affiorati, con le loro storie, dal buio dell’oblio. Come le rose che, in un solo giorno dell’anno, ricoprono il deserto di Atacama.