Le ultime voci – L’Impero Romano prima del tramonto, Gerlando Fabio Sorrentino, edito Porto Seguro
“La guerra di religione: in pratica vi state uccidendo per decidere chi abbia l’amico immaginario migliore.”
Richard Jeni
390 d. C. L’Impero Romano, potente ed incontrastato fino ad allora, si avvia verso una lenta e inarrestabile decadenza. L’imperatore Teodosio il Grande riceve un messaggio dal vescovo di Mediolanum, Aurelio Ambrogio di Treviri, destinato a passare alla storia come Sant’Ambrogio, che lo accusa, senza possibilità di replica, di aver trucidato barbaramente settemila anime di Tessalonica.
“Il destino della città era comunque segnato. Con un pretesto gli abitanti di Tessalonica furono convocati nel circo all’interno del quale erano state annunciate delle pubbliche celebrazioni con corse di bighe e gare venatorie contro belve feroci. Nessuno nutriva il minimo sospetto. Le varie fazioni circensi, infiammate dalla sfrenata passione per le competizioni agonistiche, si diedero anzi un gran da fare per richiamare quante più persone possibili allo stadio. Quando l’arena fu stipata e completa in ogni ordine di posto, dopo aver sbarrato le porte di accesso e le vie d’uscita, fu dato il segnale ai militi barbari e romani inviati a tale scopo, le uniche vere belve feroci presenti quel giorno, di avventarsi armi in pugno sugli spettatori inermi per farne strage, colpendo, infilzando, trafiggendo, mutilando, picchiando, calpestando, schiacciando, battendo, strangolando e dando fuoco a chiunque si parasse davanti a loro, senza distinzione di sesso o di età. (…) Alla fine della carneficina, compiutasi nell’arco di appena tre ore, venne stimato un calcolo prudente di settemila uccisi, ma da più parti fu indicata una cifra pari ad almeno il doppio. Le scene che si presentarono agli occhi dei testimoni oculari e di coloro che furono incaricati della sepoltura dei cadaveri furono a dir poco raggelanti. I caduti del vasto recinto dello stadio, morti, feriti e pochissimi rimasti miracolosamente illesi, giacevano in enormi cumuli, ammonticchiati gli uni sopra agli altri, a formare un unico, composito, gigantesco mucchio di membra insanguinato.”
L’imperatore, è costretto a fare pubblicamente ammenda, anche se il gesto è motivato da fini più subdoli e ingannevoli e, con una serie di editti, Teodosio dichiara che l’unico culto ammesso è quello della Chiesa Cristiana.
“Il grido della colpa supera sempre il silenzio della morte.”
Di lì a breve, l’usurpatore Eugenio, decide di affrontare Teodosio in una battaglia sanguinosa e spietata, che avrà luogo presso la valle del fiume Frigido, dalla quale l’imperatore ne uscirà vincente, così come predetto anche da un anacoreta cristiano.
Ma il reale problema, il nocciolo essenziale della questione è il potere della Chiesa, che si espande sempre di più a discapito dei culti e delle tradizioni pagane, corredate, peraltro, da un immenso patrimonio culturale, letterario e artistico, che rischia seriamente di cadere nell’oblio più totale.
“I poteri forti diventano tali per imposizioni, non per consenso, utilizzando tuttavia metodi subdoli quali il sospetto, la delazione, il voltafaccia. Lealtà e fiducia diventeranno ben presto sinonimi di ingenuità, dabbenaggine e sventatezza. (…) Sono usciti dalle loro catacombe e ora vogliono sospingervi noi. Hanno predicato la non violenza fino a poco tempo fa, ma di colpo pare che se ne escano con l’affermazione che il loro Maestro, il Galileo, abbia annunciato di non essere venuto a portare la pace, ma la spada.”
Con un linguaggio forbito, appropriato ed elegante, l’autore ci catapulta indietro nel tempo, in un passato costellato da innumerevoli intrighi, insidiato dalla forza prorompente del cambiamento, contornato da battaglie feroci, spietate e disumane. Sorrentino non lascia nulla al caso: le descrizioni dei personaggi, delle scene, dei luoghi, delle vicende acquistano di pagina in pagina connotati sempre più reali, tanto da dare al lettore l’impressione di essere realmente presente nei luoghi in cui le vicende si sviluppano. Gli aspetti psicologici dei personaggi, di spicco o secondari, sono sapientemente evidenziati da una penna eccelsa. Gli amori, le passioni, i sensi di colpa, la paura, il coraggio, le tensioni, la disperazione, l’orrore, la rassegnazione e tutta la gamma di sensazioni ed emozioni sono perfettamente analizzate, conferendo un senso di umanità pressoché straordinario. Una lettura emozionante, che evince non solo i punti di forza e di debolezza tipicamente umani, ma che tende anche a sottolineare la necessità di salvaguardare la storia degli individui a tutto tondo e tutto ciò che a essa si lega, indipendentemente dal fatto di condividerne o meno la cultura, gli usi, i costumi e gli stili di vita. Un meraviglioso viaggio nel passato, un po’ teso ad indicarci da dove veniamo. Poi, dove siamo diretti, ciascuno lo sperimenta in modo del tutto autonomo e personale.
“Fra un passato muto e uno che parla troppo, ne preferivano uno che desse loro ancora ascolto. Tra un presente cieco e uno che vedesse soltanto cose che non c’erano, ne sceglievano uno per cui non fossero soltanto delle ombre. Tra un futuro sordo e uno che capiva solo quello che gli faceva comodo, ne volevano uno che sentisse battere il loro cuore meravigliandosene, come se fossero un suono del tutto nuovo.”
“Non è importante soltanto avere buoni amici, ma anche buoni nemici. Non c’è privilegio più grande…”
“É importante farsi avanzare sempre un po’ di fame, perché è la fame che muove il mondo, fame di qualsiasi cosa non si possegga di già o di cui si abbia scarsità, non la sazietà è il compiacimento per ciò che si ha in abbondanza.”
“Dove l’uomo è piatto o tortuoso, la donna è caleidoscopica e sinuosa. L’uomo scopre la meraviglia, la donna la inventa!”
Fabiana Manna
È il 390 d.C. e già si intravede il tramonto dell’Impero Romano d’Occidente. L’imperatore Teodosio è costretto a umiliarsi al cospetto del potente vescovo Ambrogio, a seguito della strage di Tessalonica: ormai il potere temporale della Chiesa è sempre più ingerente, nonostante ci siano molte reticenze, anche da parte di aristocratici, ad abbandonare gli antichi culti pagani. Anche sul fronte politico l’Impero appare al capolinea. Eugenio, l’usurpatore, ha già radunato un esercito: lo scontro con Teodosio avverrà sul fiume Frigido. Alla Storia si intrecciano poi le vicende di una misteriosa comunità, Eurotheis, che ai margini dell’impero lotta per salvare dall’oblio il sapere di un’intera civiltà. “Le ultime voci” è il racconto dell’irreversibile crisi di un sistema politico e ideologico: la fine di un mondo.
Autore: Sorrentino Gerlando Fabio
Editore: Porto Seguro
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 20 novembre 2021
Pagine: 659 p., Brossura
EAN: 9788855467377