L’orchestra rubata di Hitler di Silvia Montemurro

COLLANA SALANI LE STANZE
GENERE Narrativa generale, Storia
EAN 9788831007474
PAGINE 352
FORMATO Brossura fresata con alette

16,80 €

Descrizione

Berlino, anni Trenta. A Elsa hanno sempre chiesto di obbedire, di fare prima la brava bambina, poi la perfetta moglie tedesca. Intorno a lei, molte donne hanno fatto lo stesso, pronte a servire il Reich accanto ai loro uomini invincibili. Ma l’equilibrio fragile sul quale è costruita la sua vita sta per spezzarsi: suo marito Heinrich, ufficiale delle SS, ha ricevuto un importante incarico segreto, e per la prima volta non è disposto a parlarne con lei.
Per scoprire di cosa si tratta, una sera lo segue di nascosto, lo vede entrare in un appartamento, parlare con un superiore, infine trafugare la custodia di un violino. Non un violino qualunque: un Guarneri del Gesù, uno dei pochi esistenti, dal valore inestimabile. Ma Elsa vede anche un’altra cosa: la foto della ragazza che possedeva quello strumento, nei cui occhi riconosce una sofferenza comune. Decide così di cercarla, a qualunque costo, anche se questo significherà mettersi in grave pericolo e gridare la sua voglia di libertà in faccia all’uomo più pericoloso che il Novecento abbia conosciuto.
Riportando alla luce uno dei crimini meno noti della storia nazista, Silvia Montemurro compone e dirige con maestria una travolgente opera a due voci, quelle di due donne divise dalla Storia e unite dalla musica.

SILVIA MONTEMURRO è nata a Chiavenna nel 1987. Ha esordito nel 2013 con L’inferno avrà i tuoi occhi, segnalato dal comitato di lettura del Premio Calvino. Sono poi seguiti altri romanzi, tra i quali Cercami nel vento, La casa delle farfalle e I fiori nascosti nei libri.

Recensione

Ho appena finito di leggere il romanzo. Continuo a sfogliare fino ai ringraziamenti, che per curiosità non tralascio, e sorrido, ripensando a quanto il titolo all’inizio mi abbia poco ispirata, e come ora invece senta di dirlo io il mio “grazie” all’Autrice per avermi regalato una lettura tanto coinvolgente.
“Un altro libro sull’olocausto”, mi son detta, non attendendomi niente di nuovo, ma già dalle prime pagine i personaggi femminili hanno attirato la mia attenzione.
La narrazione si apre con Greta che suona il violino preso in affitto, un Guarnieri del Gesù, il fulcro intorno a cui si dipana l’intera storia e continua con quella di due donne, Elsa e Adele, due storie parallele, due violiniste al tempo della persecuzione ebraica, due mondi distanti, paralleli, che s’intrecciano e fanno i conti con la figura di Hitler, che s’insinua tra le due voci narranti, con la sua personale passione per la musica, con i suoi capricci da soddisfare ad ogni costo.
Già da bambino Hitler, osservando una violinista in piazza, aveva pensato affascinato che, se avesse potuto, l’avrebbe rapita e tenuta con sé come un carillon, per gioire di quella musica che le respirava dentro. Un sogno al quale nel tempo non rinuncerà, convinto di potersi appropriare anche della MUSICA, dando vita alla Sonderstab Musik, una squadra speciale che requisisce strumenti musicali, spartiti e opere di valore.
L’incontro tra le due donne avviene proprio durante la perquisizione di un appartamento. Elsa, nella sua ingenua spontaneità segue Heinrich, il marito, “il ladro che se ne va in giro a rubare il patrimonio musicale delle altre nazioni per il suo amato Fuhrer”. S’intrufola di nascosto e quando vede la foto di Adele con in mano un violino, vi si rispecchia, intuendo le affinità che le legano e che da questo momento diventeranno un laccio per le loro vite.

La trepidazione, la commozione, l’orrore, non ci vengono risparmiati. La realtà storica è tutta lì, tra le pagine e continua a pulsare nelle vite di ogni singolo personaggio: nella storia di Elsa e Adele, nei campi di concentramento, nei bambini che vengono lanciati in aria, nelle vittime senza nome, ormai numeri destinati alle docce, tra l’ingenuità di chi ancora ignora ciò che accade.
Anche i sentimenti mutano nel tempo, le persone si trasformano, i vecchi legami affettivi sono messi in discussione, non si è più gli stessi, non ci si riconosce. È vero per Elsa, che vede con occhi diversi il marito e se ne allontana; lo è per la sua amica Susi, che ha nelle pupille “il marchio della morte”; lo è per Adele, che si è trasferita in Germania in seguito ad un gesto imperdonabile dell’amato padre.
E con raccapriccio, insieme ad Elsa ci accorgiamo che anche il senso della “sorpresa” è cambiato.
“Elsa sogna un giorno di poter comporre un duetto formidabile con Adele, simbolo della Germania libera: la tedesca ariana e l’ebrea italiana, unite dalla musica.”
“Quando suono esisto” pensano entrambe.
Le sarà possibile se anche Heinrich, con quell’uniforme che lo amalgama agli altri ufficiali, è ormai un burattino, sempre meno umano, nelle mani del suo Furher?
Quando Adele osserva Hitler da vicino in piazza le vien da paragonarlo a un direttore d’orchestra, con i suoi gesti studiati. La sua voce, uno spartito, con note alte e note basse, secche e senza fronzoli. Tutto accuratamente calibrato per ammansire le persone e per far loro ribollire il sangue.
Adele vuole dissociarsi da se stessa, farsi ombra, ma al campo ci sono i bambini da salvare, deve farli cantare, anche se …
…“il vento del malaugurio era entrato dalla finestra” e “ le case di Berlino con le imposte serrate era come se volessero chiudere gli occhi per non vedere la guerra.”

Una lettura piacevole, vibrante di emozioni. La musica che unisce, un violino che lega due vite di sconosciute, due sorelle mancate, sa toccare le corde dell’anima.
E se è vero che “La musica è come il vento. Non la si possiede. Rimane sempre libera” è anche vero che ciò che resta nel nostro cuore non lo può togliere nessuno.
Di solito non amo vedere il film dopo aver letto il libro, ma questa volta, se e quando accadrà, credo che farò un’eccezione.

Maria Teresa Lezzi Fiorentino