L’urlo dell’innocente
Introduzione
Botswana, stato nel cuore di quell’Africa sconosciuta, dalla democrazia fragile e dalla realtà tribale, in cui la scienza è ancora sostituita da ancestrali credenze e vige l’efferata superbia di gente potente, che crede di disporre di creature innocenti come vuole e per qualunque fine.Bokae è un capo mancato, vicino alle istituzioni del Paese, presuntuoso e arrogante.
Neo Kakang è una ragazzina del villaggio di Gaphala, un remoto angolo di Botswana lontano dal mondo. Misteriosamente Neo sparisce. La polizia chiude il caso frettolosamente, concludendo che la ragazzina è stata uccisa dai leoni. Ma in Botswana nessuno si fida della polizia e delle istituzioni in generale e la mamma di Neo invoca giustizia, ma è inascoltata per cinque lunghi anni.
Recensione
Un romanzo che si discosta dai canoni classici del thriller quello di Unity Down, giudice del Botswana, attivista per i diritti umani e scrittore, attuale Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nel suo Paese.Infatti, per comprendere meglio le vicende è necessario calarsi in una realtà a noi poco nota, se non sconosciuta: quella dell’Africa più profonda, dove i diritti fondamentali, che noi diamo per scontati, sono spesse volte negati da chi predomina. Nella realtà tribale africana, la sua ancestralità si scontra con quella che noi occidentali consideriamo civiltà moderna. Negli stati africani lo sciamanesimo si contrappone alla cultura occidentale giunta attraverso la colonizzazione, creando una miscela esplosiva destabilizzante per la società, che ha fatto conoscere in Africa il potere e il denaro e partorendo personaggi subdoli come Capo Bokae.
Per questo, il thriller africano è connotato da sfumature più misteriose, ma altrettanto inquietanti, in cui talvolta l’assassinio non ha solo moventi di odio o di vendetta, ma altre cause legate alla ritualità ascetica.
Perciò nessuno crede alle conclusioni della polizia riguardo alla scomparsa di Neo e dopo cinque anni da quel dramma, una praticante medico assegnata all’ambulatorio di Gaphala, Amantle Bokaa, giovane ragazza, ma altrettanto tenace e audace, trova in una scatola dei vestiti insanguinati e si chiede il perché. La notizia fa il giro di quel remoto villaggio e arriva anche gli orecchi della madre di Neo.
Amantle, che non ha timore di esporsi di fronte alle autorità, sollecita la Polizia, che aveva “smarrito” quei vestiti dall’armadio dei reperti inspiegabilmente e l’intero villaggio invoca giustizia per quella morte che ha tutta l’aria di essere stato un dipgeko, cioè un omicidio rituale.
E sarà proprio la giovane Amantle, che con il suo coraggio e la sua arguzia, farà giungere l’urlo dell’innocente fino alle Autorità per trovare quella verità ricercata da tutto il villaggio di Gaphala, affinché sia fatta giustizia.
Una ricerca della verità, quella della tenace Amantle, volta a minare un sistema fosco e ingiusto, in cui la gestione del potere, appunto, è protesa alla supremazia sulle classi più deboli. In questo caso, sono le povere genti di uno sperduto villaggio africano a patirne, con la loro cultura ancora non inquinata dalla civiltà moderna e, per questo, da proteggere, come ha fatto Amantle. Il finale, ossia la scoperta della verità, è sorprendente e, per questo, non potrei mai svelarvelo.
Conclusioni
Aldilà della sua natura di thriller, questo romanzo è interessante perché offre cognizione di come sia la realtà in talune zone del continente africano. Spesso non vogliamo sentire parlare di quei popoli, perché ci riteniamo superiori; ma al mondo ogni popolo ha la sua dignità e questo noi occidentali dobbiamo sforzarci a capirlo; io parlo del popolo, non dei governanti. Nella nostra cecità, non capiamo cosa voglia dire “infibulazione”, “omicidio rituale”, “ingiustizia”, “sfruttamento”, “disuguaglianza”, “povertà”, “fame”, “sete”, “ebola” e altro ancora, parole che invece in Africa sono tristemente note a tutti.La scrittrice Unity Down con questo romanzo ci lancia un forte messaggio: “pensate a noi e fate sì che i diritti umani non siano calpestati in questa terra d’Africa che voi occidentali avete sfruttato e asservito”.
È un romanzo da leggere tutto in un fiato per coglierne l’essenza e ve lo dice uno che non ama i thriller.