Sicuramente a tutti è capitato di soffrire per amore.
Ma cosa è meglio non amare oppure rischiare ugualmente pur di raggiungere un po’ di felicità?
Se volete dare una risposta a questa domanda dovete leggere assolutamente questo romanzo.
Premessa: Questa è la prima volta che leggo un romanzo di Susanna Casciani che è conosciuta al popolo di Facebook per la sua pagina “Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore”.
Se non avessi per caso letto una pagina del romanzo perché condivisa da un amico sul famoso social network probabilmente non mi sarei mai né interessata né avvicinata a questo romanzo.
L’amore della nostra vita purtroppo non ci ama più. Costui, non lo dice ad alta voce vista la mancanza di coraggio ma basta un movimento del capo, un tremore delle mani, le lacrime che iniziano a riempire gli occhi a farci capire che è finita. Quello che sembrava, infatti, un amore senza fine si conclude cosi, una mattina di primavera. Si sgretola così il mondo della protagonista.
Anna è la protagonista di questo breve romanzo, solo 178 pagine, e in esso seguiamo le ore, i giorni, le settimane a seguito della fine della relazione di questa giovane donna, che si sfoga, si confida in un diario, che in realtà è come se fosse Tommaso, il suo ex, a cui continua a parlare, a confidarsi.
Nel corso del romanzo vediamo l’evoluzione di questa donna, con tutti i suoi pensieri, i suoi complessi, le sue preoccupazioni, le sue ansie e i suoi timori (ne ha davvero tanti). Potrebbe sembrare pesante (e un po’ cosi lo è stato per me all’inizio) ma poi mi sono ritrovata a sorridere quando lei era felice, ad arrabbiarmi quando lei si infuriava per qualcosa, a piangere (un paio di lacrime mi sono scese) quando ripensa all’amore che ancora prova per Tommaso.
La scrittura è piacevole, accattivante, veloce: si capisce che l’autrice sia abituata a scrivere sui social network per cogliere immediatamente l’attenzione del lettore. Ho divorato questo romanzo: data la sua brevità, infatti, lo si può a leggere anche in meno di una giornata. Ogni pagina ti spinge a continuare la lettura, a leggere il capitolo successivo, che comunque sarà breve come quello precedente.
Chi ha sofferto per una delusione amorosa troverà molta affinità con Anna: chi ne è uscito più forte di prima leggerà la storia ricordandosi i brutti momenti e come ne sia riuscito ad uscire; chi ancora non vede la luce in fondo al tunnel imparerà che è possibile riprendersi, credere di nuovo in sé stessi, iniziare una nuova vita. Perché in effetti è questo che accade quando finiamo una relazione: bisogna iniziare un nuovo percorso, questa volta soli. Ma non è detto che non riusciremo a continuare a camminare, anzi.
Detto questo, che dire se non buona lettura.
Ecco un piccolo estratto:
“Non giustificarti con nessuno per i tuoi occhi gonfi e per i tuoi capelli spettinati. E’ faticoso amare senza essere amati. E’ logorante ricordare sapendo che a un certo punto la storia s’interrompe. Accetta di buon grado le carezze silenziose e gli abbracci timidi. Rifuggi l’arroganza e la presunzione. Smetti di chiedere scusa per tutto quello che sei e che non sei”
Grace Di Mauro
Titolo: Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore.
Autore : Susanna Casciani
Editore: Mondadori
EAN : 9788804675846
Susanna Casciani è nata a Firenze. Vive a Pistoia ed è un’insegnante di scuola primaria. Scrive su internet da quando internet esiste utilizzando una serie infinita di pseudonimi. Nel 2010 ha aperto la pagina Facebook Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore, oggi seguita da quasi 200.000 persone e pubblicata da Mondadori nel 2016. Nel 2018 ha pubblicato Sempre d’amore si tratta.
La descrizione del libro
“C’erano una volta un ragazzo e una ragazza. C’erano una volta perché adesso non ci sono più. Un sabato mattina di fine aprile lui si sorprese a piangere davanti a lei. Non riusciva a parlare. Avrebbe voluto confessarle che era finita, ma sapeva che poi lei avrebbe iniziato a singhiozzare, e non ne sopportava nemmeno l’idea. Lei alzò lo sguardo dal suo libro come se avesse avvertito una forza nuova in casa, incontenibile, che l’avrebbe schiacciata contro il muro se non si fosse aggrappata a qualcosa, così si aggrappò al suo orgoglio, o a quello che ne rimaneva. Chiuse il libro, si alzò dal divano e si diresse verso di lui, si mise sulle punte e gli accarezzò la testa. Gli disse di stare tranquillo. Lui le faceva del male e lei lo consolava. Gli diede un bacio sulla guancia e uscì di casa senza voltarsi, per non essere costretta a dirgli addio. Quando, quasi tre ore dopo, tornò a casa, lui non c’era più. Sfinita, si addormentò su quello che era stato il loro letto. Più tardi, si svegliò di soprassalto e mise a fuoco nel buio quella parte di letto, così vuota, e avvertì un macigno sul petto che non la faceva respirare. Si rese conto di non essere pronta a lasciarlo andare. Si alzò per cercare un quaderno, come se improvvisamente fosse una questione di vita o di morte. Ne trovò uno. Conosceva le regole: non chiamarlo, non cercarlo, non seguirlo (!!!), non inviargli messaggi, bloccarlo su ogni social network, non giocarsi la dignità. Conosceva le regole, ma le stavano strette…