Tornano le curiosità storiche di Lucio Sandon, ed infine una bella ricetta tipica campana
Nel 1528 Francesco I, mandò un esercito a porre l’assedio a Napoli. La città era stretta in una morsa, bloccata anche dal mare dalla flotta di Giannettino Doria. A oriente della città lo schieramento francese andava dal colle di Poggioreale al mare, al margine della zona acquitrinosa delle paludi. Il vicerè spagnolo per spezzare l’assedio ricorse alla guerra batteriologica; fece immergere nelle paludi una grande quantità di canapa, in modo che i miasmi della macerazione appestassero l’accampamento francese, dove ben presto si sviluppò un’epidemia. L’infezione fu micidiale: decimati, indeboliti dalle febbri e sbandati, i francesi abbandonarono l’assedio, ritirandosi ad Aversa, da dove gli spagnoli, ricevuti rinforzi, li sloggiarono costringendoli a ritirarsi definitivamente. Il quartiere generale del visconte di Lautrec, che comandava i francesi, era sulla sommità del colle di Poggioreale, mentre la strada che dalla Piazza Santa Maria del Pianto scende giù a Poggioreale, è denominata Cupa Lautrec, ma comunemente viene chiamata O’ Trex. Invece il punto dove lo schieramento francese arrivava al mare prese il nome di coloro che l’occupavano ed ancora oggi si chiama Il Ponte dei Francesi. All’altezza del ponte dei Francesi, nel punto in cui finisce via Marina, comincia la strada più lunga di tutta la città: corso San Giovanni a Teduccio.
Geograficamente, Napoli ha grossomodo la stessa disposizione geografica di Nizza. C’è però qualche piccola differenza: la città natale di Garibaldi dispone sul mare, da una parte dell’aeroporto Nice Cote d’Azur, mentre dall’altra ha il Casinò di Montecarlo. Per rendere più attraente il golfo delle Sirene, a occidente di Napoli qualche genio del passato ha pensato di piazzare subito dietro Posillipo, una bella industria siderurgica: l’Italsider, mentre a oriente c’è San Giovanni a Teduccio. A San Giovanni, per attirare i turisti e deliziare i residenti, al posto del casinò sulla spiaggia, ci sono in ordine sparso: una centrale elettrica che raffredda i suoi impianti con l’acqua di mare, un depuratore di scarichi industriali da ventiquattro ettari, e anche una raffineria in disuso, abbandonata dopo essere saltata in aria e aver mandato in giro per il circondario qualche milione di metri cubi di petrolio grezzo. Eppure non è sempre stato così.
Secondo una leggenda, il nome della zona deriva da Teodosia, figlia di Teodosio I, ultimo imperatore dell’impero romano d’oriente e d’occidente. Lei aveva la sua residenza proprio sul litorale a sud di Napoli, sulle cui spiagge di grigia sabbia vulcanica, la Napoli bene ha continuato ad andare in villeggiatura fino a metà dell’ottocento. Fino agli inizi secolo scorso, il mare di San Giovanni era talmente pulito che la sua acqua si usava normalmente per cucinare.
Stando a recenti studi effettuati da ricercatori giapponesi, un litro di acqua di mare contiene 965 centimetri cubici di acqua, tutti gli acidi nucleici che servono a formare il DNA, amminoacidi essenziali per la produzione di proteine, grassi, idrati di carbonio, fitoplancton e zooplancton, dieci miliardi di virus e nove miliardi di batteri, oltre a tutti gli elementi della tavola periodica dalla A alla Z.
Mezzanelli alla Sangiovanni
Ingredienti: Mezzanelli gr. 750 – Pomodori freschi Kg. 2 – Olio extravergine d’oliva gr. 200 – Basilico: in abbondanza – Pepe – 2 Mazzetti (Il mazzetto napoletano è composto da sedano, carota, prezzemolo, cipolla e maggiorana. Acqua di mare di San Giovanni a Teduccio (o altra a vostro rischio e pericolo).
Mettete in una pentola i pomodori tagliati in quattro insieme ai mazzetti e a un cucchiaio d’olio, e fateli cuocere per circa venti minuti, poi passate tutto al setaccio. Ponete il passato in un tegame, e unitevi duecento grammi di olio e mezzo litro d’acqua di mare, il pepe e il basilico, e fate bollire. A questo punto buttatevi anche i mezzanelli, tenendo a portata di mano dell’altra acqua di mare, da aggiungere sempre rimescolando, nel caso si asciugasse troppo. Rifinire con l’olio rimasto.
N.B. L’acqua di mare per cucinare i mezzanelli è meglio non andarla a prendere direttamente a San Giovanni: si può comunque acquistare sul web quella che viene dalla baia di Oosterschelde in Olanda, purificata e rivitalizzata, al prezzo di favore di circa cinque euro per la lattina da due litri, più spese di spedizione.