Se mi tornassi questa sera accanto, Carmen Pellegrino

Se mi tornassi questa sera accanto, Carmen Pellegrino

Il bel romanzo di Carmen Pellegrino, edito da Giunti nel marzo di quest’anno, porta nel titolo l’incipit di una poesia di Alfonso Gatto, A mio padre.

Il libro racconta la storia di una famiglia del sud, di un paese chiuso tra un fiume e le montagne dell’Appennino, scosso dal terremoto del 23 novembre 1980.

L’autrice sceglie di narrare la vicenda attraverso la forma del romanzo epistolare.

La storia si articola tra diversi piani temporali: passato e presente affiorano tra le righe delle lettere scritte da un padre all’unica figlia che è andata via e le sue lettere sono affidate alla corrente del fiume nella speranza che in qualche modo possano raggiungerla. Perché il padre non sa dove vive.

Lulù è andata via un giorno senza dire nulla dopo aver ingoiato solitudine e dolore, rinunce e malinconia. Tutta la sua vita è stata stritolata tra due genitori alle prese, ciascuno, con i propri fantasmi. E ’una storia di mancanze e di perdite quella dei suoi genitori e Lulù ne paga le conseguenze.

Sua madre ha perso l’amore ideale, quello vagheggiato da ragazza, e si è sposata con il primo venuto solo per andar via. Suo padre, da un lato, ha perso, pur senza averlo mai posseduto, l’amore della moglie, quello cui aspirava con tutto se stesso e su cui aveva fondato l’intera sua esistenza e, dall’altro, la fede nel socialismo miseramente fallito. Di negazione in negazione, di delusione in delusione, il dolore si trasmette dalla moglie al marito, dalla madre alla figlia, dal padre alla figlia. Una storia di occasioni perdute, di amore negato, di opprimenti silenzi, di equilibri fragili e artificialmente tenuti in piedi.

Le parole non dette, le carezze non ricevute, gli sguardi mancati, gli abbracci mai dati e questa madre fredda e chiusa in se stessa fino ad un punto di non ritorno radicano in Lulù la convinzione di essere sbagliata, di non meritare l’amore. E allora lei sopporta, stringe i denti, sospende la propria esistenza fino a non viverla, fino a negarsi l’unica occasione di felicità che pure le si presenta, pur di conservare un equilibrio apparente, un’illusione di normalità e di unità familiare.

Ma ad un tratto è troppo anche per lei, deve fuggire, lasciarsi alle spalle tutto quel dolore che non le appartiene, tutto quel degrado e quella miseria umana che avvolge le loro esistenze. Dove non si sa, l’importante è andare.

Fino a fermarsi dopo tanto sordo girovagare presso un altro fiume, lontanissimo dal suo. Qui, vicino ad un essere umano bislacco e dolente anche lui, Lulù riesce a trovare un modo per affrontare la vita e a pensare che al mondo ci sia un posto anche per lei.

In questo luogo finalmente avviene la riconciliazione, che passa per l’unica strada possibile, quella del perdono. Qui ed ora Lulù perdona se stessa e i suoi e scrive al padre, invitandolo insieme alla mamma a raggiungerla per il Natale nella casa sul fiume.  E come suo padre prima di lei proprio all’acqua affida la sua lettera, sperando idealmente che il nuovo fiume che la ospita si ricongiunga al vecchio, quello della sua infanzia, per raggiungere suo padre.

 

Carmen Pellegrino ha pubblicato prima di questo un altro romanzo Cade la terra, sempre per Giunti, con cui ha vinto il Premio Rapallo Carige opera prima e il Premio Selezione Campiello e si occupa da anni di luoghi abbandonati.

Donatella Schisa

 

Titolo: Se mi tornassi questa sera accanto

Autore : Carmen Pellegrino

Editore : Giunti editore

Collana : Scrittori Giunti

Prezzo: € 16

Carmen Pellegrino

Carmen Pellegrino ha scritto saggi di storia e racconti. Da anni raccoglie suggestioni sui luoghi abbandonati.

Il suo romanzo d’esordio, Cade la terra, ha vinto il Premio Rapallo Carige opera prima e il Premio Selezione Campiello.

La trama

I lettori di “Cade la terra” ritroveranno le atmosfere che avevano amato, la scrittura forte e poetica, all’interno di una vicenda distesa, al tempo stessa realistica e fantastica.

“Se mi tornassi questa sera accanto”, memorabile incipit della poesia “A mio padre” di Alfonso Gatto, è il secondo libro di Carmen Pellegrino che racconta il delicato rapporto tra padre e figlia. Un romanzo sulla distanza, a volte abissale, che può esserci tra gli esseri umani, specie se si sono amati.

Giosuè Pindari – uomo antico, legato alla terra, alla famiglia e a un ideale politico – scrive lettere alla figlia Lulù, che se ne è andata e non dà più notizie di sé, e le affida alla corrente del fiume, arriveranno mai? Non è importante saperlo. In fondo il fiume, con le sue piene improvvise, sa sempre come arrivare a destinazione.

In quella distanza vive Lulù che d’un tratto, dalle sponde di un altro fiume – dopo l’incontro con Andreone, l’uomo “leggero” che aspetta la piena – è come se rispondesse alle lettere paterne, seguendo la corrente.

Pubblicato da Donatella Schisa

Donatella è nata e vive a Napoli. Dopo gli studi classici, si laurea in Giurisprudenza coltivando parallelamente la sua passione per la scrittura. E' autrice di numerosi racconti pubblicati in diverse antologie; e si è classificata seconda alla XXV edizione del Premio Nazionale Megarls per la narrativa. il suo primo romanzo è " Il posto giusto"

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