Mia nonna D’Armenia di Anny Romand

Mia nonna D’Armenia

Anny Romand
Nel 2014, riordinando le cose di famiglia, Anny Romand scopre un quaderno di settanta pagine di cui non sapeva nulla. Scritto da sua nonna nel 1915 in armeno, francese e greco, racconta il viaggio di un gruppo di donne e bambini armeni sulle strade dell’Anatolia, verso il deserto e la morte. Nel libro vengono pubblicati alcuni estratti di quel quaderno, in parallelo con le conversazioni che l’autrice aveva con la nonna che l’ha cresciuta. Confrontando il ricordo di quelle conversazioni con le terribili descrizioni del quaderno, Anny Romand rivive l’infinito dolore degli Armeni, filtrato attraverso gli occhi di una bambina. L’innocenza di fronte all’orrore.
«Quando avevo otto anni mia nonna mi raccontava la sua storia, la storia tragica del massacro degli armeni, avvenuto cinquant’anni prima. Ero la sola ad ascoltarla, affascinata e sconvolta. Mia madre era molto contrariata quando ci trovava in lacrime, una nelle braccia dell’altra: la farai impazzire, questa bambina! …Ma dal racconto di mia nonna emergeva una giovane donna colta, bella, raffinata e libera. Vorrei condividere con voi quel racconto»
Anny Romand

L‘autrice
Attrice, scrittrice, traduttrice e fotografa. Ha preso parte a numerosi film (tra i registi, Jean-Luc Godard e Manoel de Oliveira) e a serie televisive. Per la casa editrice Actes sud ha tradotto alcuni libri di Alan Ball. Nel 2006 ha ideato Une Saison de Nobel, serate dedicate ai premi Nobel per la letteratura. Nel 2015 ha pubblicato Ma grand’mère d’Armenie, tradotto in svedese, armeno e italiano. Nel 2018 ha pubblicato in Svezia Le Silence avant l’effroi, éditions Elisabeth Grate, pubblicato in francese da Serge Safran ed. nel 2020.

Introduzione

La forza di una donna e gli occhi di una bambina possono andare oltre l’orrore?
Il genocidio armeno, eccidio dimenticato del 900’, mai ricordato e celebrato nonostante la morte orribile di un milione e mezzo di esseri umani. Gli armeni ricordano questa terribile pagina di storia vissuta sulla pelle dei loro avi il 24 Aprile. Vi è sempre stata quasi una negazione di questo orrore perpetrato dalla Turchia ai danni di uomini, donne , bambini uccisi barbaramente. Ma è una pagina di storia terribile da ricordare. Anny Romand lo fa in maniera poetica e avvolgente, con una forma romanzata particolare. Narra attraverso lei stessa bambina che accoglie i racconti della nonna armena, con cui vive.

Recensione

Riordinando le cose di famiglia, l’autrice trova un quaderno di settanta pagine scritto da sua nonna nel 1915, attraverso questo quaderno e i suoi ricordi di bambina, la Romand racconta la storia di sua nonna, che è la storia del popolo armeno, una storia di fuga, distruzione e morte.
La storia procede intervallando stralci dello scritto di sua nonna, ai racconti della sua vita con la nonna in Francia.
Una storia di ferite mai rimarginate, di una donna forte : ha il grande coraggio di abbandonare suo figlio pur di salvargli la vita, per poi dannarsi l’anima per anni fino al suo ritrovamento in un orfanatrofio.
Una storia potente dolcemente intrisa dell’amore di una bambina per sua nonna.
L’orrore raccontato attraverso due punti di vista, tra l’innocenza di una bambina di soli otto anni, e il tormento di una donna anziana che mai potrà dimenticare.
Viaggi della morte, ogni giorno riuscire a salvarsi la vita era una scommessa vinta. Questa donna che non sa e non può dimenticare, trova nella nipotina l’unica disposta ad ascoltarla, piangere con lei e abbracciarla forte. I suoi sogni sono sempre colmi di quell’orrore che ti rimane intriso sotto la pelle per sempre.
L’innocenza di Anny e l’età avanzata della nonna crea un ponte d’amore, si sa gli anziani nessuno vuole starli ad ascoltare, ma Anny ama consolare la sua nonna triste. Un ponte immaginario tra generazioni, la poesia dell’amore senza filtri, come solo una bambina sa fare.

“ …Eravamo partire da un mese, era dimagrito tanto, stava per morire. Dormivamo per terra. Eravamo sporchi e su quelle montagne a giugno fa molto caldo. C’erano pochissimi alberi per ripararsi dal sole. Capito perché l’ho dato via? Era un inferno”.
[…] Allora io smetto di piangere, perché non sono morti, lei lo ha ritrovato, è mio zio. Sono fiera di nonna.


Interessante il confronto tra la voce dolente della nonna e la voce innocente della nipotina. Il racconto alternato tra scritti, racconti e considerazioni della piccola Anny, ne fanno un documento storico di una certa importanza, una testimonianza forte di quello che ti resta attaccato addosso dopo essere riuscita a salvarsi, il tatuaggio non ti rende solo un numero, ma un’anima martoriata che non può che vivere nel ricordo imperituro.

Conclusioni

Un documento storico, uno spaccato del 900′, secolo difficile, con due guerre mondiali , genocidi, guerre civili, uomini che senza pietà hanno cercato di cancellare popoli con la violenza più inaudita.
La strage armena è uno dei momenti più tristi della storia, da non dimenticare, la parola scritta. il racconto , la memoria devono essere di monito alle generazioni che hanno vissuto in pace, affinché ciò che è accaduto non accada mai più.
A me è piaciuto moltissimo, questo piccolo grande libro ci porta in un mondo quasi sconosciuto per noi .
Assolutamente da leggere. l’importanza della memoria.

Voto

5/5

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

2 Risposte a “Mia nonna D’Armenia di Anny Romand”

  1. Merci Elisa pour l’interview d’hier soir.
    Bravo pour ce blog !
    Bonne continuation et sans doute à bientôt. Amicalement,
    Anny Romand

    1. Merci beaucoup, j’espère que la pandémie se terminera bientôt pour pouvoir se rencontrer en personne à Naples. Avec amitié
      Elisa

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