“Non lasciarmi” è uno di quei romanzi da cui non vorremmo mai essere lasciati, un gioco di parole forse, ma sicuramente non poteva esistere titolo più opportuno. Perché? Semplice, per la sensazione che questa lascia alla sua conclusione. Never let me go… Never let me go..
Sin dalle prime pagine il romanzo prende campo nella mente di chi legge che, pur intuendo “a pelle” l’inevitabile finale e percependo impalpabilmente che qualcosa nella narrazione lo porterà ad affrontare prima di tutto riflessioni su se stesso e sul genere umano, non può fare a meno di interrogarsi su quel che Ishiguro ha plasmato con grande maestria e sottile ma dirompente durezza.
Man mano che le battute scorrono il mistero da nebuloso prende forma fino ad essere svelato nella sua più chiara nitidezza. Ed ecco che sensazioni di delicatezza, groppi allo stomaco, inquietudine, malinconia, tristezza, felicità, ingiustizia, curiosità, tenerezza, amarezza e tante altre ancora prendono possesso dell’anima di chi si cala nelle vesti dei tre protagonisti.
I tre ragazzi che veniamo a conoscere, episodio dopo episodio, sono ognuno colonna portante della narrazione e giocano in essa un ruolo chiave.
Come non amare il tentativo di Kath di restare uniti e fedeli a quell’unica certezza che la loro vita ha avuto così come non identificarsi nella profonda tristezza che li accompagna per tutta la vicenda, Come non sorridere dinanzi ai tentativi di Tommy di trovare le risposte ai loro perché, il suo ruolo nel mondo e di recuperare il tempo perduto, come non immedesimarsi nella stessa – a tratti odiosa a tratti fragile – Ruth che per tutto il componimento copre uno dei ruoli più ostici in assoluto. E alla fine, quando ormai altro epilogo non esiste, come non sentire quella morsa allo stomaco per quella distopia che tanto lontana non è dai giorni nostri. Come non sentire il dolore delle anime che colorano questo romanzo, come non pensare a quanto l’uomo possa essere egoista, continuare a temere il prossimo perché diverso e disumanizzare persino sé stesso pur di raggiungere i suoi obiettivi.
“Non lasciarmi” è la storia di un amore che ha potuto fiorire quando ormai era troppo tardi, è il racconto di amicizie contrastanti e talvolta incongruenti, di perdite, di chiacchierate segrete e di dolore per un destino già prescritto e condiviso. Ma è anche una storia di solitudine, perché non basta il fato a rendere le cose già di per sé aberranti, ci si deve mettere anche il percorso per arrivare a quel non ambito traguardo. La sofferenza non solo va vissuta ma va anche osservata stando accanto a chi un domani saremo noi. Si, perché prima di poter essere donatori si è assistenti.
Questo e molto altro è “Non lasciarmi”. Ti entra dentro, ti indossa come se tu fossi un vestito fatto su misura e ti costringe a riflettere sul valore della vita e sull’inevitabilità della morte. Mi sono limitata a darvi un assaggio di ciò che l’opera offre, un po’ per non svelarne il mistero, un po’ perché questa dona un qualcosa di diverso ogni volta che viene affrontata e differentemente per ogni individualità. Una lettura rapida ma indelebile, una di quelle che dovrebbe essere nella libreria di ognuno e che da ciascuno dovrebbe essere letta. Un romanzo che si sente dall’inizio alla fine.
Insomma dopo quello che vi ho detto potete capire il perché la commissione per il premio Nobel gli ha assegnato il premio.
Concludo dicendo che questo romanzo insieme a quel che resta del giorno vanno assolutamente letti.
Titolo: Non lasciarmi
Autore : Kazuo ishiguro
Editore :Einaudi
Collana: super ET
Traduttore : P. Novarese
Prezzo : € 12
Vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2017.
Scrittore giapponese naturalizzato britannico, è nato a Nagasaki nel 1954 e si è trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960.
Tutti i suoi romanzi sono tradotti in italia da Einaudi: Un pallido orizzonte di colline (1982), Un artista del mondo fluttuante (1986), Quel che resta del giorno (1989 e 2011), Gli inconsolabili (1995 e 2012), Quando eravamo orfani (2000), Non lasciarmi (2006),
Da Quel che resta del giorno (Booker Prize 1989) è stato tratto un celebre film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson.
Sua è anche la raccolta di racconti Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo (2009 e 2010).
Nel 2015 esce Il gigante sepolto per Einaudi.
La trama
Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham, immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori, che si occupano della loro educazione. Fin dalla più tenera età nasce fra i tre bambini una grande amicizia. La loro vita, voluta e programmata da un’autorità superiore nascosta, sarà accompagnata dalla musica dei sentimenti, dall’intimità più calda al distacco più violento. Una delle responsabili del collegio, che i bambini chiamano semplicemente Madame, si comporta in modo strano con i piccoli. Anche gli altri tutori hanno talvolta reazioni eccessive quando i bambini pongono domande apparentemente semplici. Cosa ne sarà di loro in futuro? Che cosa significano le parole “donatore” e “assistente”? E perché i loro disegni e le loro poesie, raccolti da Madame in un luogo misterioso, sono così importanti? Non lasciarmi è prima di tutto una grande storia d’amore. È anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un’utopia al rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata. È uno di quei libri che agiscono sul lettore come lenti d’ingrandimento: facendogli percepire in modo intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.