“Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo”. (Tiziano Terzani)
Partendo da un fatto di cronaca realmente accaduto a Torino qualche anno fa, (un rogo appiccato al campo Rom a seguito di una denuncia per stupro nei confronti di una ragazzina, rivelatosi poi mai accaduto), Miran Bax, pseudonimo di Massimo Anania, dà vita alla stesura del suo ultimo romanzo, “Notte Isterica”.
Protagonisti principali quattro ragazzi, intorno ai quali ne ruotano anche altri non proprio secondari. Ragazzine alle prese con i primi innamoramenti, le prime cotte e i primi problemi esistenziali adolescenziali.
Mara, innamorata di Giuseppe e con il quale ha la sua prima esperienza sessuale, temendo le conseguenze qualora scoperta dai genitori, ha la felice idea di confidare al fratello Giacomo, di essere stata abusata da due degli zingari che vivono non lontano dalla zona. Mara non riesce neanche a immaginare l’escalation di violenza inaudita che provocherà la sua bugia in chi non aspettava altro che scagliare la propria rabbia nei confronti di quanti sono ritenuti “colpevoli di diversità”.
La paura dello straniero, l’odio nei confronti del diverso da noi, l’intolleranza, la discriminazione e il razzismo vero e proprio, sono tra le piaghe più diffuse della società, e qui trovano ampio spazio e terreno fertile.
Emerge in maniera esplosiva il disagio comunicativo tra le varie generazioni, la profonda solitudine che attanaglia gli adolescenti, vittime incomprese spesso, tanto dalla società quanto dalle famiglie. Famiglie sempre più assenti, genitori troppo occupati e assorbiti da vicende quotidiane, fatte di lavoro, incombenze economiche e guerre personali per preoccuparsi dello stato emotivo e dell’aspetto psicologico dei figli, dei quali si ostinano a colmare le mancanze vestendo i panni degli “amici”, dimenticando il valore e l’importanza del ruolo genitoriale nel processo educativo. Figli che, di contro, finiscono col rinchiudersi a riccio trovando un equilibrio precario e instabile in effimeri mondi virtuali dove lasciarsi trasportare da un isolamento sociale terrificante, o vanno alla spasmodica ricerca di emozioni forti arrivando a compiere azioni che li segneranno per tutta la vita. Cercano attenzione, affetto, comprensione, ascolto, ma trovano una voragine di solitudine che li circonda e li fagocita sempre di più. Adolescenti e ragazzi, vengono abbandonati a loro stessi, lasciati soli, così come soli vengono lasciati gli stranieri, quelli considerati “diversi”. Una società che si trascina un fardello pesante fatto da giudizi e pregiudizi atavici duri a morire; che parla di inclusione e di comprensione ma che in realtà confina ai margini chi non rientra nei canoni di una omologazione prestabilita.
Ciò che sconvolge però è il disinteresse verso un ipotetico cambiamento. Manca la voglia di far sì che le cose possano migliorare. A mancare è il dialogo, la comunicazione, l’empatia, la comprensione. È più semplice ignorare un problema, far finta che non esista, perché fintanto che non lo si accetta non si è costretti ad affrontarlo. Fuggire sembra essere la soluzione, ma fuggire da cosa se non da sé stessi, dai propri problemi e dai propri demoni?!
La tematica trattata è tristemente attuale, la narrazione è in prima persona ricorrendo al gergo giovanile al punto tale da rendere necessario alterare un po’ i canoni grammaticali e sintattici quando l’autore ricorre all’uso della lingua parlata.
Un romanzo forte, crudo, rabbioso. Un fiume in piena che stravolge per il susseguirsi inarrestabile di vicende raccontate.
Massimo ci invita a “guardare fuori” da quella finestra non come Debora, come semplici spettatori, ma per cercare quella connessione al mondo reale che sembra essersi smarrita; per riflettere e trovare cosa c’è che non va bene non solo nella società, ma in ognuno di noi.
Riflettere e agire per salvare ciò che ancora può essere salvato dal degrado morale, etico, spirituale, educativo e comportamentale da cui si è quotidianamente avvolti e nel quale ci si lascia ingoiare vorticosamente. Lettura consigliata.
- “Notte Isterica” ha vinto il Primo Premio al Concorso Letterario Etnabook.
- Ha vinto il Secondo Posto al 31° Concorso Internazionale Amico Rom di Lanciano
Teresa Anania
“Tutto l’Amore che manca – (sesso, karma e Ponzio Pilato)”, di Massimo Anania
“Autostop per la notte”, di Massimo Anania
DESCRIZIONE
Notte isterica è una lucida analisi del mondo contemporaneo, spietato, razzista e sempre pronto a giudicare a priori.
Ispirato a un fatto di cronaca torinese che nel 2011 ha fortemente scosso l’opinione pubblica nazionale, questo romanzo si snoda attraverso i racconti in prima persona di quattro personaggi. Mara ha sedici anni, è innamorata di Giuseppe e racconta la tanto attesa “prima volta”. Quando confida al fratello Giacomo di essere stata stuprata da due zingari, lui e alcuni amici organizzano una fiaccolata di solidarietà, con l’idea di radere al suolo il campo nomadi. E mentre Debora, che ha assistito all’incendio dalla finestra di casa, deve fare i conti con la sua salute psichica, Steve, originario dell’Albania, mette in dubbio la sua appartenenza al gruppo e ne rinnega l’operato. Ma la voglia di andare via e di ricominciare è soffocata dalla paura di restare solo in un luogo in cui egli stesso è uno straniero.
TITOLO: Notte Isterica
AUTORE: Miran Bax – Massimo Anania
EDITORE: Morellini
COLLANA: Riflessi
USCITA: 07.06.2024
PAGG: 160- Brossura.
EAN: 9791255271703
PREZZO: € 17,00