“Fortunati sono coloro che possono godere delle emozioni che un’opera d’arte è capace di dare. Il godimento produce vibrazioni che conducono alle sfere più alte dell’universo, in prossimità del divino.” (A.Valentini)
Venerdì 8 febbraio u.s., presso il Foyer del Teatro Vittorio Emanuele della città metropolitana di Messina, è stata inaugurata la Mostra “Observateurs d’Art” dei Maestri Aurelio Valentini e Antonio Giocondo. Maestro Pittore il primo, Maestro nell’Arte Fotografica il secondo. Legati da una fraterna amicizia che si perde nella notte dei tempi, hanno condiviso l’estate scorsa l’esperienza di una vacanza a Parigi. Armati entrambi delle loro macchine fotografiche hanno immortalato in oltre seimila scatti le giornate trascorse tra musei, gallerie d’arte, piazze e strade parigine, dirigendo “l’occhio attento” dei loro obiettivi, prevalentemente agli “Observaterurs d’Art”, agli “Osservatori dell’Arte”. Espressioni, posture, sguardi, meraviglia, attenzione e perché no, menefreghismo di tutti coloro, gente comune, visitatori, che all’interno dei musei, che sia il Louvre, le Petit Palais o le Musée d’Orsay, possano assumere inconsapevolmente davanti ad un’opera d’arte; le emozioni degli “Osservatori” sulla cui cattura si è focalizzato l’occhio sapiente di chi, con grande maestria sa puntare l’obiettivo di una macchina fotografica.
Da qui nasce l’idea di un progetto a doppio spessore artistico che trova un trait d’union comunicativo, che viaggia apparentemente su due binari distinti e separati: Pittura e Fotografia, e che diventa in questa doppia personale dedicata al Maestro Pittore Claudio Militti recentemente scomparso, un dialogo silenzioso ed eloquente fra “Osservatore e Osservato”. Pittura che nasce da scatti fotografici rubati, dove le combinazioni, le analogie, i contrasti, le forme, i colori, le azioni, vengono impresse ed espresse tramite due visioni del mondo che concentrano la loro attenzione principalmente sul concetto puro di Arte. Ciò che all’apparenza può sfuggire osservando uno scatto fotografico, dove il contesto generale potrebbe distrarre l’attenzione dai dettagli, viene invece colto da una sfumatura di colore su tela o da un abile utilizzo dei pastelli come nel caso di tre opere in particolare.
Il Maestro Valentini coglie nell’espressione del volto di una giovane donna lo sguardo rapito da un’opera di Leonardo; la mano sinistra che sfiora leggermente il collo alla base del mento, sembra voler trovare il punto esatto in cui far convergere e sostenere il peso dei pensieri che si aggrovigliano nella mente di fronte a cotanta meraviglia… Come non restare poi affascinati davanti agli occhi estasiati di una bambina ritratta tra due adulti i cui contorni sono appena accennati, intenta ad osservare con la bocca socchiusa un’opera d’arte di Henri Rousseau , forse rapita dai colori o dagli animali che sta fissando… E che dire della coppia davanti al Beato Angelico…
Tutto ha una sua dimensione spazio – temporale che trascina quasi in una realtà parallela proiettando l’attenzione del visitatore degli “Observateurs d’Art”, all’interno della stessa opera che si trova ad osservare, ed ecco che la fantasia inizia a lavorare, immaginando e supponendo pensieri, dialoghi, sentimenti e stati d’animo degli “Osservatori dell’Arte”. Eccezionali poi gli scatti fotografici che riescono a cogliere l’attimo… Cosa passa per la testa della ragazza asiatica seduta col cellulare in mano, cosa ha rapito il suo sguardo distraendolo dal display del suo smartphone? Meraviglioso il salto della ragazza di colore davanti al Louvre probabilmente in posa ricordo non per il Maestro Giocondo che ha però saputo cogliere l’istante perfetto…
Su cosa riflette l’anziano signore seduto con la mano sinistra appoggiata al volto mentre con la destra regge gli occhiali? Chi è la signora intenta ad osservare un’opera d’arte? Sono una coppia, lui aspetta lei, o sono semplicemente due persone “immortalate” da uno “scatto fortuito”?
Tutto all’interno di questa splendida mostra che conta trenta opere esposte sembra casuale ma, soffermandosi sui dettagli, anche l’occhio poco allenato riesce a cogliere il “non detto” celato tra i pastelli ed i colori ad olio del Maestro Aurelio Valentini e ad ascoltare i racconti silenziosi tra un click e un flash degli scatti efficaci e professionali del Maestro Antonio Giocondo.
Un plauso ad entrambi per l’originalità di un’idea innovativa che sarà possibile ammirare (per ora) fino al 19 febbraio e con l’augurio che possa essere esportata anche all’esterno della città di Messina affinché tutti possano godere di tanta maestria e genialità.
Teresa Anania