Oggi si ricorda la nascita di Pablo Neruda grandissimo poeta cileno, che ci ha lasciato poesie indimenticabili .
La sua è stata una vita politicamente impegnata in un Cile dilaniato dalle dittature, ha anche ricoperto per il suo paese cariche di primo piano nella vita politica, tra cui il ruolo di Senatore, costretto ad espatriare in seguito al governo dittatoriale di Gabriel Gonzales Vileda, in seguito appoggiò la campagna elettorale di Allende, ma dopo il colpo di stato di Pinochet divenne inviso al governo e fu costretto a diventare esule per molti anni in varie parti del mondo , tra cui anche l’Italia nel 1952 nell’isola di Capri. Infatti sulle ragioni della sua morte avvenuta il 23 Settembre 1973 ancor oggi c’è la macchia del sospetto che sia stato ucciso dal regime Pinochet
Ricardo Eliècer Neftali Reyes Basoalto vero nome di Pablo Neruda pseudonimo che in seguito gli fu riconosciuto anche legalmente, nasce a Parral il 12 luglio 1904 figlio di José del Carmen Reyes Morales un impegato delle ferrovie e orfano di madre quando aveva solo un mese di vita.
Già giovanissimo il ragazzo mostrò interesse per la letteratura e la poesia avversata dal padre ma incoraggiata dall’allora sua insegnante Gabriela Mistral futuro Nobel per la letteratura, che poi sarà insignito anche a Neruda nel 1973. Il suo primo lavoro letterario ufficiale fu pubblicato all’età di solo 13 anni sul giornale locale la Manana diretto dallo zio adottivo.
La poetica di Neruda spazia dal realismo al surrealismo , alla poetica intimista e politica. Neruda è stato definito il poeta dell’anima e mai definizione fu più giusta per la sua poetica, usa parole semplici, versi liberi , ed il lettore leggendolo evoca la vita, le cose semplici , l’importanza della libertà contro ogni forma di autoritarismo, ma nonostante gli orrori delle dittature del mondo , lui lascia sempre una scia di speranza nel genere umano. La natura, l’amore, le piccole gioie della vita le senti sotto la pelle leggendo le sue poesie.
Negli ultimi anni della sua vita perseguitato dal governo autoritario di Pinochet disse : ” Guardatevi in giro , c’è una sola forma di pericolo per voi qui: la poesia”.
Ora vogliamo ricordalo con alcune delle sue poesie più belle
La poesia
Accadde in quell’età
La poesia venne a cercarmi.
Non sono da dove sia uscita,
da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci,
non erano parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
tra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto e mi toccava.
Non sapevo che dire,
la mia bocca non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo,
decifrando quella bruciatura,
e scrissi la mia prima riga incerta,
vaga, senza corpo,
pura sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all’improvviso
il cielo sgranato e aperto,
pianeti, piantagioni palpitanti,
ombra ferita, crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.
Ed io, minimo essere
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine del mistero,
mi sentii parte pura dell’abisso,
ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.
Due amanti felici
Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell’erba,
lasciano camminando due ombre che si unisco,
lasciano un solo vuoto in un letto.
Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s’uccisero con fili , ma con un aroma,
e non spezzarono la pace né le parole.
E’ la felicità una torre trasparente.
L’aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.
Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l’eternità della natura.
Se tu mi dimentichi
Voglio che sappia
una cosa.
Tu sai com’è questo:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l’impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m’attendono.
Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d’amarti a poco a poco.
Se d’improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi alla riva
del cuore in cui affondo le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell’ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.
Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne n‚ si oblia,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscir dalle mie.