Omaggio a Pino Daniele

Un artista che ha amato la sua Terra e dalla sua Terra è stato tanto amato.

In seguito a un decadimento della funzione cardiaca, il 4 gennaio 2015, alle 22.45, presso l’ospedale Sant’Eugenio di Roma, viene ufficialmente dichiarato il decesso di Giuseppe Daniele, a tutti semplicemente noto come Pino. Aveva solo 59 anni. Le polemiche non tardano ad arrivare: secondo Luisa Regimenti, presidente dell’Associazione Medicina Legale Contemporanea e consulente della ex moglie dell’artista Fabiola Sciabbarrasi, ci sarebbero gravi negligenze che hanno causato la morte del noto cantautore.

La dottoressa più precisamente sostiene che “…È senza dubbio inspiegabile che un’ambulanza viene chiamata, arriva davanti alla porta della villa di Pino che nel frattempo viene trasportato in macchina a due ore di distanza e muore durante il tragitto.”

In seguito alla sua scomparsa, la sera del 6 gennaio circa 100.000 persone si sono riunite in Piazza del Plebiscito per commemorarlo cantando le sue canzoni. I funerali si sono svolti in due tappe: la mattina del 7 gennaio al Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma e la sera in Piazza del Plebiscito, con una cerimonia svolta all’aperto a cui hanno partecipato circa 100.000 persone. Dal 12 al 22 gennaio 2015, l’urna con le sue ceneri è stata esposta nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino a Napoli, per dar modo ai suoi concittadini di rendergli omaggio. Successivamente è stata trasferita e tumulata nel cimitero di Magliano in Toscana.

Napoli gli ha reso omaggio dedicandogli anche una strada vicino alla sua casa natale. Ma chi era il nostro amato e compianto Pino? Nato a Napoli il 19 marzo 1955, era il primogenito di sei figli. Cresciuto a casa di due zie acquisite a Piazza Santa Maria La Nova, è stato da sempre appassionato di musica, tanto da imparare a suonare la chitarra da autodidatta. L’anno decisivo per la sua maturazione artistica è stato il 1976, quando è entrato a far parte dei “Napoli Centrale” come bassista e ha incontrato strumentisti di primissimo piano tra cui James Senese. Nel ’77 esce l’album d’esordio, “Terra mia”, di cui fanno parte brani ancora oggi indimenticabili come “Na tazzulella ‘e cafè” e “Napule è”. Già da questo momento è chiara l’intenzione del musicista di mescolare il Rock e il Blues, creando così un nuovo modo di fare musica denominato da alcuni “sound napoletano”. Non è stato facile però arrivare subito ad un pubblico più vasto, perché l’uso frequente del dialetto non era comprensibile a tutti. Ci penserà l’album omonimo, “Pino Daniele”, che esce nel 1979 e che include la famosissima “Je so pazzo”. Dagli anni ’80 in poi Pino sale sul podio. Nel 1982 cominciano le prime collaborazioni con artisti di fama internazionale: da Alphonso Johnson a Richie Havens. Nell’84 apre l’esibizione milanese di Carlos Santana e Bob Dylan. Nel ’94 si esibisce insieme a Jovanotti e ad Eros Ramazzotti e ancora dopo Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori, Ron, Giorgia, J-Ax, Irene Grandi, Eric Clapton, solo per citarne qualcuno. Molte le colonne sonore dei film: da “Ricomincio da tre” a “Pensavo fosse amore…invece era un calesse”, da “La mazzetta” a “Amore a prima vista”, da “Mi manda Picone” a “La seconda volta non si scorda mai”.

Una carriera ricchissima quella di Pino Daniele. Ha raccontato la sua terra, ha cantato sentimenti, tradizioni e passioni in modo inedito e originale. I suoi brani sono veri e propri viaggi: basta chiudere gli occhi e la destinazione ci appare quasi magicamente. Con le sue parole e la sua musica ha saputo costruire una identità artistica del nostro Paese. Il 7 giugno 2018, al San Paolo di Napoli, il cantautore è stato ricordato in un grandioso concerto tributo al quale hanno partecipato Antonacci, Ramazzotti, Jovanotti, Venditti, Giorgia, De Gregori, Mannoia, Ranieri e De Piscopo. E c’ero anche io… Ricordo in modo vivido le emozioni infinite, le canzoni cantate a squarciagola e spesso tra le lacrime,la magia di un’atmosfera unica e irripetibile. Pino non c’era. Nessuno era Pino. Ma tutti, all’unisono, eravamo la testimonianza di un’eredità straordinaria di amore e condivisione e, quindi, tutti insieme, eravamo ciò che lui più avrebbe desiderato e voluto. Dopo la sua scomparsa, gli artisti che hanno manifestato il loro cordoglio sono stati numerosissimi. A me è piaciuto in particolare un pensiero di Luca Barbarossa: “Pino Daniele è stato un grande innovatore. Ha utilizzato al meglio il concetto di contaminazione capendo per tempo che il mondo stava cambiando e che le barriere culturali e razziali non avrebbero resistito a lungo. Ha messo insieme blues e canzone napoletana attingendo alle radici più profonde dei due generi e riuscendo a attualizzarne entrambi i linguaggi. Napoli non è stata mai così universale, così moderna, così vicina, come quando lui cantava e suonava la sua musica. Una voce sottile, di gola e anima, con una velata afonia che la rendeva unica. Voce di Napoli e di tutto il sud del mondo.”

Ciao grande Pino, e sempre grazie
Fabiana Manna

Noi vogliamo ricordarlo con la sua canzone più conosciuta e più rappresentativa della sua carriera ” Napule è”.

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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