“Onorevole Assassino”, di Anthony Ragman – Review Party

“Gli assassini non sono dei mostri, sono esseri umani, e questa è la cosa più spaventosa” (Alice Sebold)

Anthony Ragman, è un autore alla sua seconda pubblicazione, “ Onorevole Assassino”, che definirei un thriller a tinte noir sui generis.


La domanda che nasce spontanea, al di là del romanzo, è “assassini si nasce o si diventa?” Esiste una componente genetica, un quid, una cellula, un neurone, un gene … che, all’improvviso come una scheggia impazzita faccia scatenare e venire alla luce una natura umana primordiale assopita, istintiva, recondita e perversa, o sono le cosiddette “occasioni” a fare l’uomo ladro, assassino in questo caso? Per quanto ci si possa imbarcare in discussioni e teorie pseudo – fantagenetico – scientifiche, credo che difficilmente si potrà mai realmente giungere a una conclusione certa, dimostrabile e inconfutabile. La mente umana è l’aspetto più complesso del sistema uomo e il più delle volte, la mente … mente. Capire appunto, cosa celi la mente di un uomo in apparenza “normale” è molto più complicato che vincere al super-enalotto.
Dietro maschere di perbenismo e di indubbia moralità si nascondono a volte mondi altri, oscuri, fatti di culti orgiastici e macabri omicidi spinti da una forma di perversione incontenibile e capace di andare oltre il “semplice” significato del termine, fino a restare intrappolati in un vorticoso labirinto psichedelico dal quale uscirne diventa estremamente faticoso se non improbabile.


Ambientato nella capitale, la narrazione fornisce al lettore lo stimolo che lo porta a percepire, una pagina dopo l’altra, l’arsura del sangue dei suoi protagonisti. Una setta millenaria dedita a rituali concentrati su omicidi seriali e descritti nei minimi termini. Impossibile non storcere il naso in alcuni punti quando, per un attimo, hai la sensazione di avvertire gli olezzi dei fluidi corporei, l’odore pungente del sangue, il terrore del prescelto di turno e la visione di cinghiali affamati in attesa della giusta ricompensa. Una miscellanea di cerimonie e pozioni allucinogene, di perversione sessuale estrema e bisturi affilati, stanze segrete e caveau quali confort zone per il viaggio eterno. Azioni svolte in perfetta consapevolezza e con una lucidità da far accapponare la pelle; vittime adescate senza troppa fatica, il dio Denaro a far da padrone e una brama incontenibile di soddisfare un bisogno immondo e incalzante.


Ma cosa può spingere a tanta atrocità? Cosa scatta nel cervello al punto tale da annebbiare totalmente il lume della ragione? E poi, in nome di chi o di cosa? Come può un essere umano giocare a fare Dio, con la vita di un suo pari decretandone la fine? Cosa si prova e soprattutto come si può riprendere, poi, la propria quotidianità come nulla fosse? Non avremo mai, purtroppo, una spiegazione logica, tanto meno plausibile, che possa giustificare le azioni nefande dei tanti Dr. Jekyll e Mr. Hyde della porta accanto.


Onorevole Assassino o Assassino Onorevole? E’ il romanzo dalle mille sfaccettature e dai percorsi tortuosi e alternati in un andirivieni spazio-temporale attraverso il quale spesso si perde quel filo di Arianna che mantiene la concentrazione. Sembra un labirinto tappezzato da trip mentali dove una confusione studiata a tavolino, annebbia il discernimento del lettore che è obbligato in determinate situazioni a fare un passo indietro per capire chi ha ucciso chi … e soprattutto per uscire da quella bolla narrativa che costringe a chiedersi fino a che punto alcune esperienze siano realmente solo frutto di una fervida fantasia.

Avendo già un bagaglio culturale non indifferente di letture sulla materia trattata e in particolare al modus operandi di sette sataniche e affini, dove il racconto veniva direttamente da esperti del settore e/o da quanti quegli inferni li avevano vissuti sulla propria pelle, non ho trovato qui, grande discordanza o particolare originalità nei contenuti. Avrebbe, a mio modesto avviso, avuto bisogno di maggiore attenzione dal punto di vista editoriale, ampliando alcune parti e modificandone altre. La lettura, nonostante l’argomento trattato, è abbastanza scorrevole; unico disappunto la presenza di refusi ortografici e di talune frasi troncate da un punto in maniera troppo tempestiva o da punteggiatura che rischia di alterarne il corretto intendimento. Nel complesso è presente la voce narrante tanto quanto ben architettata risulta la trama e la caratterizzazione dei personaggi pur se una rivisitazione complessiva del testo sarebbe auspicabile, se non altro, per dare maggiore enfasi e importanza a un autore che ha di per sé la stoffa per andare lontano.

Teresa Anania

DESCRIZIONE:

Cosa fa dell’uomo, un uomo? E cosa dell’assassino, un assassino? Sono domande alle quali il protagonista cerca risposte, per sé, prima di chiunque altro. Si racconta senza veli, crudo e violento, inchiodato dall’ultima e definitiva domanda. Chi, o cosa, sono? Tornare indietro non sarà possibile e nemmeno lo interessa, calato in un buco profondo della mente in attesa della terra che spenga la luce. Una seconda possibilità non sarà concessa, tanto meno agli onorevoli.

AUTORE: Anthony Ragman

TITOLO: Onorevole Assassino

EDITORE: Sàga Edizioni

USCITA: 18.06.2021

PAGG: 144 – Brossura

PREZZO: €. 13,00

EAN: 9791280523013

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

Una risposta a ““Onorevole Assassino”, di Anthony Ragman – Review Party”

  1. Decido solo ora di lasciarvi una traccia dopo più di due mesi dalla recensione, qualcosa è andato storto e non faccio che cacciarmi nei guai in questo mondo fatto di libri, non so il perché e nemmeno m’interessa. Però, ci tengo a ringraziarvi del tempo dedicato al romanzo e in particolare per la parte dove si parla di “stoffa”. Grazie ancora.
    Anthony Ragman

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