Per gli uomini di buona volontà di Andrea Barbetta, edito Abel Paper
Spesso ci si dimentica del significato della vita, di ciò che siamo quando manifestiamo le nostre idee e i
nostri sentimenti. Andrea Barbetta in questo romanzo riesce a farci destare da quest’oblio, incentrando
l’attenzione sulle ultime ore di un uomo morente, che in vita sua tanto ha dato, raccogliendo stima e
affetto di chi ha avuto, per varie ragioni, a che fare con lui.
Massimo Ferrari, filosofo materialista e ateo, sostenente che l’infinito non esiste a dispetto di ciò che
invece hanno pensato Socrate e Platone, Cartesio e Nietzsche, è sul letto di morte in una corsia
d’ospedale. Sono momenti di grande intensità emotiva per i suoi figli, ma soprattutto per il nipote
Michele. E in quei momenti, il grande vecchio chiede un prete al suo capezzale. Il fatto sorprende tutti,
a partire dai figli e dai nipoti. Questo lampo inatteso riaccende, nella narrazione, i ricordi della vita di
Massimo, che partono proprio da una chiesa quando, bambino, osservando un dipinto di San Giorgio
che uccide il drago, percepisce un “non senso” di quell’atto, perché i draghi non esistono. Ma il suo
ragionamento raggiunge lo stesso concetto di fede, innescando in lui quell’ateismo che lo accompagnerà
per tutta la vita e che rifiuta il simbolismo mistico, conducendo Massimo verso la Filosofia, da lui
ritenuta una vocazione a prescindere e che, con l’incedere del tempo, sarebbe diventata per lui fonte di
sostentamento. Imperniato sul venerando e morente Massimo, la narrazione si dipana verso una vera e
propria saga di famiglia, in cui sono raccontate le vicissitudini dei suoi componenti con repentini
riagganci al presente. Michele, grande protagonista del romanzo, è forgiato dal nonno con benevolenza
e umiltà, come una grande persona di cultura solo sa fare; nonostante la distanza generazionale,
Massimo non impone mai il suo sapere e la sua esperienza sul nipote, promanando solo saggi consigli e
assecondandolo addirittura (molto significativo l’episodio della sigaretta). Un nonno, quindi, illuminato
dalla saggezza, che sa vivere la contemporaneità e che non ricade in squallidi luoghi comuni riguardanti
le nuove generazioni. E Massimo è una persona che sorprende e, per questo, è sempre stata
profondamente amata, poiché nella sua lunga vita tanto ha dato, sia sul piano filosofico, sia sul piano
umano. Forte è il messaggio che l’autore vuole trasmettere in questo romanzo: il prezioso contributo
che una persona può dare alla collettività a prescindere dal suo credo e in posizione distopica, negando
l’esistenza di un infinito che provoca paura, affermando che la morte fa parte della stessa vita e,
pertanto, non bisogna temerla. In questo senso, Massimo incede serenamente verso al morte,
soddisfatto del compiuto, consapevole della sua umanità che non poteva essere perfetta, recando nella
tomba quel mistero dell’approccio, all’ultimo istante, con Dio. Forse l’ultimo atto di una persona
speciale che, sebbene atea, era animata da una forte spiritualità.
Un romanzo senza dubbio interessante e ben strutturato, in cui l’autore è riuscito a tratteggiare molto
bene i caratteri dei personaggi esaltandone l’intensità e la spiritualità, con una costante interpretazione
filosofica. L’intersecarsi delle vicende è ben dosato, considerato che in romanzi di tale struttura la
dispersione è sempre in agguato. Invece qui la vicenda base funge sempre da aggancio, rendendo stabile
il percorso narrativo. La cifra letteraria è sobria, rendendo piacevole la lettura. Lo consiglio.
Editore: Abel Paper
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 5 ottobre 2020
Pagine: 170 p.
EAN: 9788831292269
https://www.ibs.it/per-uomini-di-buona-volonta-libro-andrea-barbetta/e/9788831292269
Sinossi
Massimo Ferrari ha dedicato un’intera vita allo studio della Filosofia. A Monza, in un freddo Novembre del 2013, ormai novantenne, ricoverato in ospedale, viene raggiunto dai suoi familiari. Intellettuale ateo e materialista, autore del più importante manuale di Filosofia usato nelle scuole, poco prima di morire lascia tutti sbalorditi e disorientati. La famiglia Ferrari è costretta a fare i conti con il proprio passato: attraverso i ricordi cercheranno di trovare un motivo per quell’ultimo inspiegabile gesto, compiuto da una persona per loro così importante. In particolar modo Michele, nipote di Massimo, che ripercorre alcuni momenti della propria vita, dall’infanzia all’età adulta, cercando di dare un significato compiuto alle ultime ore di vita di suo nonno.