Picciridda di Catena Fiorello, edito Giunti Editori.
Quando i migranti eravamo noi ….
Lucia già da piccolina sente di essere figlia della gallina nera, nata sotto una stella sbagliata, con una vita tutta in salita. Abbandonata bambina dai suoi genitori che emigrano in Germania portando con sè solo il fratellino , il compito di Lucia è quello di tenere compagnia alla nonna rimasta sola. E questo abbandono la formerà, la farà crescere con la convinzione di essere meno di tante bambine , figlie della gallina bianca.
Mi trovai a vivere una nuova vita con lei. Ebbe inizio così un’avventura faticosa, e non trovai, pur cercandola, nessun’altra gallina con il quale identificarmi . Non c’era niente da fare, ero e rimanevo la figlia della gallina nera.
La nonna, un generale non avvezza a gesti teneri di cui una bambina appena undicenne ha bisogno per crescere forte e serena, la cresce come può sorvegliandola continuamente , ma non riesce ad impedire che un adulto approfitti della bambina che cresce, la solitudine , l’abuso sessuale , la convinzione di essere niente fa sentire Lucia sempre più figlia della gallina nera.
Il macigno di quel segreto, di quel masso incombente, mi spingeva come una mano nemica verso una gola che aspettava di inghiottirmi. E nel riverbero accecante di quel vuoto profondo, intravedevo nitidamente l’ombra delle mie caviglie divincolarsi, senza forze, da quella violenza cieca. Non ce l’avevo fatta. Non ne ero uscita. Seppure il vecchio, con freddezza, aveva aperto la porta sputandomi all’esterno come un ragno inatteso, io non ne ero venuta fuori tutta intera
Temi importanti in questo libro di Catena Fiorello : L’emigrazione passiva subita dalla piccolina , che non poteva e non voleva capire il sogno dei suoi genitori : la casa da comprare al paese e quel benessere che sono sicuri che la Germania regalerà loro. L’abuso sessuale da persone di famiglia, che la cambierà per sempre , ormai non è più una picciridda, ma una bambina violata nel corpo e nell’anima.
Un libro che fa riflettere profondamente , sembra antico ambientato negli anni 60 del secolo scorso , anni del boom economico ,ma non a Leto dove la picciridda vive con la nonna, abbandonata a sè stessa dai genitori che sperano di tornare e comprare la benedetta casa nel paese, ma quanto mai attuale nei temi trattati . Lucia rimane nel tuo cuore , senti vibrare la sua disperazione, i bambini devono stare con i genitori non sono dame di compagnia per le nonne anziane . In questo bel romanzo si respira la forza delle fimmine come dice la stessa autrice, che devono subire, soffrire ma mai lasciarsi andare alla disperazione , e questa sarà la storia di Lucia e di tante piccole donne siciliane e non dell’epoca. Epoca di fame , di migrazione, di speranze di ricchezza in altri luoghi.
La migrazione come si chiama oggi , cosa spinge una famiglia a lasciare il luogo d’origine con il sogno di tornare al paese ricchi o quantomeno benestanti ?
Per cui, quando mio padre incontrava qualcuno che odorava di allegria, era difficile staccarlo da quella promessa di felicità. Era soddisfatto in fondo di lavorare in Germania, pur con tutti gli infiniti sacrifici; e anche se gli costava una parte della vita – ma a quella vita ci aveva già rinunciato non gli importava nulla.
Cosa spinge una madre a lasciare la sua picciridda da sola con una nonna anziana? Lucia vorrebbe urlare di dolore alla stazione vedendo partire i genitori con il fratellino , ma già dalla sua tenera età sa che non può e non deve cedere, deve essere forte.
La mia famiglia, pensavo, si dirigeva verso un destino cupo, un mondo sconosciuto ad attenderli fatto dija e nein… ma forse più nein chejaì Quella sera riuscii a dire poco, quasi nulla. Le parole non venivano fuori, stavano ferme, a pesarmi da qualche parte, senza trovare la strada. Solo i miei occhi giravano in un vortice impazzito, inseguendo i movimenti di loro tre, che da lì a qualche minuto avrei salutato. Per sempre. Quando si hanno undici anni quasi tutto è per sempre. Se poi la tua famiglia sta per emigrare in un paese straniero, e siete ai saluti a un binario della stazione, per sempre è l’unico concetto possibile.
La storia narrata dalla voce della bambina è piena della sicilianità dell’epoca , quando sei a pochi chilometri dal mare,dai luoghi di villeggiatura e la vita è dura molto dura. Devi crescere ed in fretta. Uno spaccato di vita fondamentale per riuscire a capire cosa prova chi lascia la propria terra per una speranza di benessere o almeno di serenità economica, ti metti al posto di quelle persone che rischiano la vita ogni giorno ,per una terra promessa che non li accoglie…
La picciridda è cresciuta, vive altrove è ginecologa ha una sua vita , ma gli ultimi nodi deve scioglierli davanti alla tomba della nonna, unica vera fonte di amore per lei, colei che l’ha cresciuta con amore ,nonostante non avvezza a gesti d’affetto e lei finalmente si libera dal dolore e va serena verso la vita che si è scelta. Ma le rimane addosso la convinzione che la gallina nera partorirà altre figlie…
Sentimenti , egoismi , disperazione, emigrazione, abusi sessuali ,in queste poche pagine la brava Catena Fiorello ci racconta la vita, la forza delle femmine anche se solo undicenni.
Il primo libro di Catena , dopo dieci anni ripubblicato e da cui è stato tratto un film presentato al Festival di Taormina.
Io lo consiglio , leggendo queste pagine , leggerete la vita.
Nel link sottostante leggerete la nostra intervista a Catena Fiorello
Titolo : Picciridda
Autore : Catena Fiorello
Editore : Giunti Editore
Prezzo : € 16
Catena Fiorello è una scrittrice siciliana. Per Rizzoli sono usciti con successo Casca il mondo, casca la terra nel 2011, Dacci oggi il nostro pane quotidiano nel 2013 e Un padre è un padre nel 2014. L’ultimo suo romanzo, L’amore a due passi (Giunti 2016), è entrato nella TOP TEN delle classifiche. Picciridda viene ripubblicato da Giunti in una versione completamente rivista dall’autrice. E il viaggio continua…
La descrizione del libro
Una bambina speciale, una terra dura e struggente. ”Picciridda”, il romanzo d’esordio di Catena Fiorello, in una nuova edizione rivista dall’autrice, è la storia di Lucia, figlia di emigrati, che vive con la nonna, burbera e austera in una Sicilia dei primi anni Sessanta, e, come tutti i bambini che non hanno fortuna, anche lei è ”figlia della gallina nera”. Quando i suoi genitori sono emigrati in Germania in cerca di fortuna hanno portato con sé solo il più piccolo dei due figli, affidando ”la grande”, pur sempre picciridda, alla nonna paterna, ma Lucia, indimenticabile portagonista di questo romanzo, non accetta la condizione di una vita fatta di sacrifici e rinunce. Col passare dei mesi però l’esistenza della piccola portagonista si popola di persone e di affetti: le zitelle Emilia e Nora, l’amica del cuore Rita, la Massara Donna Peppina… Ci sono anche gli uomini, misteriosi e taciturni, un mondo da cui stare alla larga (come dice sempre la nonna) o tutto da scoprire (come sente Lucia). E proprio uno di quegli uomini nasconde un terribile segreto a cui la picciridda si avvicina sempre più, ignara di ciò a cui va incontro… Attraverso la voce incredibilmente autentica di una bambina, Catena Fiorello ci regala un romanzo profondo e toccante, che ci parla con intelligenza e passione della sua terra e della sua gente.