Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 9 marzo 2021
Pagine: 208 p.,
EAN: 9788806247270
Trama
Daniela ha un marito sfaccendato, due figli adolescenti e un lavoro sempre piú precario. Una notte fugge di casa come una ladra, alla ricerca di qualcosa che possa raddrizzare l’esistenza delle persone che ama – e magari anche la sua. L’unica maniera è lasciare la Romania per raggiungere l’Italia, un posto pieno di promesse dove i sogni sembrano piú vicini. Si trasferisce cosí a Milano a fare di volta in volta la badante, la baby-sitter, l’infermiera. Dovrebbe restare via poco tempo, solo per racimolare un po’ di soldi, invece pian piano la sua vita si sdoppia e i ritorni si fanno sempre piú rari. Quando le accade di rimettere piede nella sua vecchia casa di campagna, si rende conto che i figli sono ostili, il marito ancora piú distante. E le occhiate ricevute ogni volta che riparte diventano ben presto cicatrici. Un giorno la raggiunge a Milano una telefonata, quella che nessuno vorrebbe mai ricevere: suo figlio Manuel ha avuto un incidente. Tornata in Romania, Daniela siederà accanto al ragazzo addormentato trascorrendo ostinatamente i suoi giorni a raccontargli di quando erano lontani, nella speranza che lui si svegli. Con una domanda sempre in testa: una madre che è stata tanto tempo lontana può ancora dirsi madre? A narrare questa storia sono Manuel, Daniela e Angelica, la figlia piú grande. Tre voci per un’unica vicenda: quella di una famiglia esplosa, in cui ciascuno si rende conto che ricomporre il mosaico degli affetti, una volta che le tessere si sono sparpagliate, è la cosa piú difficile. Dopo L’ultimo arrivato e Resto qui, Marco Balzano torna a raccontare con sguardo lucido e insieme partecipe quelle vite segnate che, se non ci fosse qualcuno a raccoglierle, resterebbero impigliate nel silenzio
Marco Balzano è nato a Milano nel 1978, dove vive e lavora come insegnante di liceo. Ha esordito nel 2007 con la raccolta di poesie Particolari in controsenso (Lieto Colle, Premio Gozzano). Nel 2008 è uscito il saggio I confini del sole. Leopardi e il Nuovo Mondo (Marsilio, Premio Centro Nazionale di Studi Leopardiani). Il suo primo romanzo è Il figlio del figlio (Avagliano 2010, finalista Premio Dessì 2010, menzione speciale della giuria Premio Brancati-Zafferana 2011, Premio Corrado Alvaro Opera prima 2012), tradotto in Germania presso l’editore Kunstmann.
A questo primo romanzo hanno fatto seguito Pronti a tutte le partenze (Sellerio 2013), L’ultimo arrivato (Sellerio 2014), con il quale vince nel 2015 il premio Campiello. Altre pubblicazioni con Einaudi: Resto qui (2018), Le parole sono importanti (2019) e Quando tornerò (2021).
Recensione
Marco Balzano con questo libro ci aiuta a compiere un passo importante: entrare nei pensieri delle voci narranti per vivere la loro storia. Se ciò è sempre vero e importante per il lettore, questa volta diventa essenziale per liberarsi da generalizzazioni inopportune e fuorvianti e seguire il percorso delle singole identità.
I tre blocchi narrativi in cui è diviso, DOVE SEI, LONTANA, e BOOMERANG, ci consentono di seguire prima Manuel, il figlio minore con il suo vissuto di abbandono, poi Daniela, la madre emigrata in Italia alla ricerca di lavoro e, infine Angelica, la figlia maggiore con il carico di responsabilità che le è piovuto addosso alla partenza della madre.
Ogni volta ci ritroviamo a immedesimarci in ciascuno di essi, a far nostre le loro inquietudini e a vivere il dramma dell’abbandono, dell’umiliazione, del silenzio, della rinascita.
Il teatro della vita apre il sipario e noi ci ritroviamo dietro le quinte e sul palco, insieme allo scrittore, per capire cosa accade a tante donne che lasciano il proprio Paese alla ricerca di nuove sicurezze, per sostenere la propria famiglia. Vite che interrompono una quotidianità precaria con nuovi sacrifici, spezzano l’unione familiare, perdono la propria identità, costruendo a volte nuovi legami, in una catena che segue la logica della stabilità economica pregiudicando quella psico-socio-affettiva.
Daniela è una di loro, lascia la Romania per raggiungere Milano, e noi la seguiamo nei suoi movimenti, nelle scelte libere o condizionate, nei suoi ripensamenti, nei suoi sensi di colpa, nei vecchi e nuovi desideri, nelle sue relazioni.
E all’improvviso scopriamo il nome di una patologia che ha il dolce nome del nostro Paese, Il MAL D’ITALIA, una depressione che colpisce chi resta per anni lontano da casa e dai figli per accudire gli anziani, i non autosufficienti, i malati. Chi l’avrebbe detto!
Quante cose ignoriamo fermandoci soltanto alle apparenze. Vediamo queste donne dinamiche, forti, attente, affidiamo loro le persone più care; ci appaiono spensierate quando si riuniscono ai giardinetti a chiacchierare in gruppo fumando e bevendo. Non capiamo ciò che dicono, non conosciamo la loro vita, ci fermiamo all’etichetta “badante” con la nazionalità che va a qualificare i compiti specifici per le quali sono richieste.
“Se quelle donne scioperassero un’ora soltanto tutto si fermerebbe e smetterebbero di essere invisibili, nascoste nei palazzi, barricate dentro le stanze.”
Con “Quando tornerò” Balzano ha voluto dar voce anche agli orfani bianchi, tessere di un puzzle scomposto, quei figli che pagano il prezzo più alto della migrazione delle madri.
Per Daniela, come per tante madri, è importante che Manuel “torni a scuola per imparare tutte le parole che servono per essere se stessi nel mondo”. È proprio per i figli che si compiono tanti sacrifici, perché possano realizzarsi e conoscere un futuro diverso.
Il nostro sguardo diventa più attento, pronto a cogliere le differenze, a leggere le storie di ciascuna, ad abbandonare etichette di sorta, a capire …